Anne Frank, biografia di una ragazzina resiliente

Anne Frank fece del diario uno strumento di riflessione e di riaffermazione in una situazione di grande precarietà. La sua opera è stata tradotta in settanta lingue e ne sono state vendute 35 milioni di copie. Nelson Mandela disse che quel diario gli aveva dato forza durante la sua prigionia.
Anne Frank, biografia di una ragazzina resiliente
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 10 marzo, 2023

Anne Frank sognava di diventare giornalista e poi una grande scrittrice. Era il suo progetto per il futuro quando cominciò a scrivere il diario, un progetto che pensava potesse diventare realtà dopo la guerra, quando tutto fosse tornato alla normalità. Le cose non andarono come immaginava, ma alla fine Anne ha avverato il suo sogno.

Il diario di Anne Frank è considerato una delle testimonianze più commoventi di sempre. Lo rendono speciale lo stile schietto e l’innocenza attraverso cui descrive gli orrori della guerra. Continua a essere uno dei libri più letti, ed è stato inserito nel Registro della Memoria del Mondo dell’UNESCO.

Per sfuggire all’odio nazista, Anne Frank dovette nascondersi con la sua famiglia in un piccolo alloggio segreto. La clandestinità durò poco più di due anni, periodo durante il quale Anne scrisse il suo diario. In esso troviamo registrata con grande fascino la vita di una ragazzina in piena fase di sviluppo sbalzata in una realtà terrificante.

“Finché protrai guardare il cielo senza timori, sarai sicuro di essere puro dentro e tornerai ad essere felice.”

-Anne Frank-

La breve vita di Anne Frank

Anne Frank nacque il 12 giugno 1929 nella città tedesca di Francoforte sul Meno. Suo padre, Otto Frank, aveva servito l’esercito tedesco nella Prima Guerra Mondiale, ottenendo il grado di tenente e una ricompensa al valor militare, la Croce di ferro. In seguito era diventato banchiere e aveva sposato Edith Höllander.

La coppia ebbe due figlie: Margot, nata nel 1926, e Anne, nata tre anni dopo. Quella dei Frank era una tradizionale famiglia ebrea dell’alta borghesia.

Quando Hitler salì al potere nella Germania del 1933 e cominciò la persecuzione degli ebrei, la famiglia decise di emigrare ad Amsterdam.

Qui Otto Frank avviò un’azienda per la commercializzazione di pectina e spezie. Tutto andò bene fino al 1942, quando i nazisti invasero l’Olanda e anche qui cominciò la caccia agli ebrei. Gli olandesi furono gli unici europei a opporsi apertamente alla persecuzione, ma le loro proteste ebbero scarso effetto. 

In fuga dalla persecuzione

La situazione degli ebrei stava diventando sempre più tesa. Otto Frank comprese che tutta la famiglia era in grave pericolo e che la cattura era solo questione di tempo. Con l’aiuto di alcuni colleghi di lavoro organizzò un nascondiglio nello stesso edificio della ditta.

In quel complesso vi era un edificio contiguo, separato solo da un cortile. Aveva tre piani e nell’ultimo una porta segreta conduceva a una mansarda. Le scale d’accesso, nascoste da una libreria a scorrimento, portavano a un piccolo alloggio di due camere e un bagno.

Otto condivise i suoi progetti con la moglie e la figlia maggiore, tenendone Anne all’oscuro fino al momento del trasferimento. Avvenne il 9 luglio 1942. Tre giorni prima la figlia maggiore Margot aveva ricevuto l’intimazione di presentarsi alle autorità tedesche. Ciò significava essere arrestata e deportata.

Era arrivato il momento di nascondersi; i Frank abbandonarono la propria casa di notte, indossando tutti gli abiti che potevano, dal momento che era pericoloso portare delle valigie. Lasciarono la casa in disordine e un biglietto che dava a intendere una loro fuga in Svizzera. Il piano era ben ideato.

Statua di Anne Frank
Statua di Anne Frank ad Amsterdam

Un rifugio, un universo

Nei due anni seguenti, i Frank vissero nel rifugio, a cui si aggiunse una seconda famigliola e un dentista. Otto persone per condividere un nascondiglio. Anne Frank ha descritto ognuno di loro con grande profondità e maestria, rendendoli personaggi letterari.

Il diario descrive i loro caratteri e le comprensibili tensioni che possono sorgere in una situazione tanto precaria. Il gruppo sopravvisse in quei due anni grazie all’aiuto di amici olandesi che si occuparono di procurare i viveri e di tenerli informati sullo sviluppo della guerra. In quel piccolo nascondiglio, Anne pensò al mondo e si innamorò per la prima volta

Questo piccolo mondo si interruppe il 4 agosto 1944, quando fecero irruzione gli ufficiali della Gestapo olandese. I clandestini furono mandati in un campo di concentramento e la famiglia Frank fu separata ad Auschwitz.

Anna rimase sola con la sorella e finirono nel campo di Bergen-Belsen, dove morirono entrambe di tifo. L’unico a sopravvivere fu Otto Frank. Quando tornò al nascondiglio alla ricerca di indizi sul destino dei familiari, la Croce Rossa lo informò che erano tutti morti.

Gli consegnarono il diario di Anne, della cui esistenza l’uomo non sapeva nulla. Comprese subito che si trattava di un documento di importanza storica. Due anni dopo riuscì a farlo pubblicare, avverando il sogno di una ragazzina costretta a morire a 15 anni.


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  • Frank, A., Rops, D., & Lozano, J. B. (1962). Diario de Ana Frank. Editorial Hemisferio.


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