Anno Mille, l'anno dell'Apocalisse

È difficile spiegare la sensazione di imminente Apocalisse che si diffuse intorno al 1000 d.C. in Europa. Evidentemente, gli indizi risultarono sbagliati.
Anno Mille, l'anno dell'Apocalisse
Juan Fernández

Scritto e verificato lo storico Juan Fernández.

Ultimo aggiornamento: 25 gennaio, 2023

Molte delle lettere di Paolo, o l’Apocalisse (comunemente attribuita a Giovanni, Nuovo Testamento), trasmettono la sensazione di una prossima fine del mondo e del giudizio finale. Forse i tempi biblici non sono gli stessi dell’uomo, ma con il senno di poi, possiamo dire che la fine di tutte le cose non era così vicina. A predicare un’imminente Apocalisse, nel corso dei secoli, sono stati in tanti e spesso si sono basati su questi scritti. Difficilmente, però, raggiunsero lo stesso potere di convinzione di chi annunciava la fine del mondo intorno all’anno Mille.

Forse l’idea fu favorita dalla superstizione legata ai numeri tondi, o dai cambiamenti politici e religiosi, o dalla percezione che il male e i pericoli stessero dilagando; sicuramente da tutti questi fattori messi insieme.

Anno Mille, la cristianità e i suoi nemici

Uno dei segni della fine del mondo era la persecuzione e lo sterminio del gregge di Dio. Molti potevano essere i candidati di questo eccidio alla fine del X secolo.

Tra tutti i popoli pagani che minacciavano la cristianità, i nemici che più potevano evocare l’Apocalisse erano senza dubbio gli invincibili cavalieri magiari, dall’Ungheria. Né meno terrificanti erano i sanguinari vichinghi che invasero l’Inghilterra.

Dipinto dei cavalieri magiari.
Giuramento di sangue a Etelköz.

Apocalisse maomettana?

Alcune aree dell’Europa erano particolarmente esposte a questi due popoli pagani, ma la più grande minaccia alla Chiesa era rappresentata da un male diffuso. Era musulmano il califfo fatimide egiziano che ordinò la distruzione di cento templi copti all’interno dei suoi domini, una volta campo fertile per il Vangelo.

Erano musulmani i beduini che saccheggiavano le chiese in Palestina e depredavano i pellegrini diretti a Gerusalemme. La Terra Santa era in mano ai nemici della croce: difficile trovare una prova migliore all’avvicinarsi dell’Apocalisse.

Ma soprattutto, musulmani erano i regni nel sud della Spagna che insorsero vittoriosi contro i re cristiani. Il nome di Almanzor, riecheggiava nel califfato omayyade. Nel 985 Almanzor, sconfisse gli eredi di Carlo Magno a Barcellona.

Nel 997 saccheggiò Santiago de Compostela  (nemmeno la protezione dell’Apostolo poté impedire la tragedia). E molte altre razzie furono condotte da “Colui che è reso vincitore da Dio”. D’altronde si era nell’anno Mille.

“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto a quel giorno e a quell’ora, però nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma solo il Padre”.

-Matteo 24, 35-36-

I propagandisti dell’Apocalisse

Molti si fecero portavoce di questi sospetti, sommando le guerre alle carestie e alle epidemie. Il testo più noto fu il Libellus dell’abate francese Adso da Montier-en-Der che metteva in guardia contro il declino carolingio e la conseguente fine dei tempi.

Alcuni in modo opportunistico, come il Conte di Sens, pensarono di dare la colpa alla vicina Apocalisse per gli scarsi raccolti, prevenendo così qualsiasi tentativo di rivolta. I profeti non tardarono a raggiungere il popolo.

Tra tutte le proposte, la più popolare fu il Millenialismo secondo cui ad avvicinarsi non era la fine, ma una seconda venuta di Cristo destinato a governare il mondo per mille anni. Condannata come eresia, divenne una valvola per certe frustrazioni popolari. Indubbiamente, un monarca come il Maestro presupponeva un profondo rinnovamento spirituale e sociale diretto a una maggiore uguaglianza.

Di tutti i cambiamenti profetizzati al popolo della fine del primo millennio, se ne produsse almeno uno. È in questo periodo che avvenne la cosiddetta rivoluzione feudale.

Ugo Capeto, conte di Parigi che salì sul trono di Francia, è un esempio paradigmatico. Per tutta la cristianità si susseguirono i signori feudali, accumulando poteri reali e autonomia politica de facto.

La Chiesa, non disposta a cedere il potere al sistema nobiliare, organizzò le assemblee di pace e la Tregua di Dio. Cominciava il pieno Medioevo.

Immagine medievale di Anno Mille.

Anno mille, la vita andò avanti

I temuti scandinavi si convertirono al cristianesimo romano, proprio nell’anno Mille. Negli stessi anni Stefano I d’Ungheria univa il popolo ungherese sotto il suo regno, ricevendo da Roma una magnifica corona d’oro. Due anni dopo Almanzor abbandonò questo mondo, lasciando in eredità un califfato in crisi, che avanzava in modo inesorabile verso l’atomizzazione e la progressiva conquista settentrionale.

L’errata interpretazione di massa dei fatti storici, da parte dei più colti e meno colti, non deve sorprendere. Ancora oggi cadiamo nello stesso errore metodologico: interpretare una concatenazione di eventi storici come una sequenza che si muove verso un punto preciso.

La storia non ha un’evoluzione graduale e univoca verso la fine o verso il progresso, verso la libertà o la tirannia, l’uguaglianza o qualunque altro valore.

*Restano in eredità le stupefacenti miniature e i testi apocalittici iniziati dal Beato di Liébana.


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  • Duby, Georges (2000) El año Mil. Una interpretación diferente del milenarismo, Gedisa.
  • Focillon, Henry (1998) El año Mil, Alianza.

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