Ansia nei bambini: sintomi e trattamento

Ci sono patologie e disturbi che non colpiscono solo gli adulti. Oggi vi parleremo dei sintomi, delle cause e dei possibili trattamenti dell'ansia nei bambini.
Ansia nei bambini: sintomi e trattamento
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 21 dicembre, 2022

L’ansia nei bambini è un problema sempre più comune, purtroppo. Gli stimoli a cui sono esposti i piccoli di casa sono molti e spesso poco controllati dagli adulti. D’altra parte, per molti di loro, aspettative e pressioni sono altissime. Il tempo del gioco libero è assai ridotto, a differenza delle continue attività extrascolastiche e sportive in cui sono motivati (e obbligati) a eccellere.

Anzitutto, è bene tenere presente che il modo in cui si manifesta l’ansia nei bambini è diverso da quanto succede negli adulti. Di conseguenza, la necessità di studiarla a parte. Solo considerando questo disturbo come tipico di una parte della popolazione clinica sarà possibile identificarlo correttamente. Così facendo, i possibili rimedi potranno essere trovati più rapidamente e saranno efficaci.

In questo articolo analizzeremo i sintomi e i trattamenti più comuni dell’ansia nei bambini. Ma prima, facciamo un passo indietro, cercando ci comprendere di cosa si tratta esattamente.

Cos’è l’ansia?

Secondo l’American Psychological Association (APA), l’ansia è un’estrema risposta allo stress del corpo. Questa sensazione è causata da uno stimolo percepito come “minaccioso”. A seconda del tipo di effetto scatenante, varierà ovviamente anche il tipo di ansia.

L’APA sottolinea infatti che l’ansia può manifestarsi in molti modi diversi. Quindi, di solito si evidenziano diversi disturbi psicologici legati a questo problema. Nel caso dei bambini, i sintomi assomigliano a quelli degli adulti. Ciò non toglie che possano esserci alcune differenze significative.

Un esempio di ansia nei bambini

Sintomi dell’ansia nei bambini

Anche i bambini possono manifestare diversi quadri patologici relativi all’ansia. A seguire vedremo alcune delle manifestazioni più comuni tipiche di questo disturbo nei piccoli:

1- Mutismo selettivo

Il mutismo selettivo si presenta quando il bambino non riesce a parlare se inserito in un determinato contesto o situazione: nonostante voglia farlo, si blocca. Ciò può succedere quando è fuori casa o in presenza di estranei, così come in luoghi pubblici che possono provocare ansia, come la scuola. Questa incapacità a parlare, ovviamente, interferisce anche con la vita quotidiana del bambino. Per esempio, ostacolando le sue relazioni con i compagni di classe o complicando la possibilità di stringere nuove amicizie.

Il mutismo selettivo appare nei casi in cui il bambino non ha problemi di linguaggio fisico. Al contrario, il silenzio non smette di essere un modo per proteggersi, sebbene d’altro canto non smetta di produrre disagio emotivo. Questo disturbo può essere diagnosticato anche a cinque anni, ma di solito compare più tardi.

2- Ansia da separazione

La maggior parte dei bambini si sente male quando deve separarsi dai genitori. Questo può accadere quando gli adulti non sono ammessi in un determinato luogo o quando lasciano i propri figli all’asilo o a scuola per la prima volta. Non bisogna, però, confondere dei normali capricci con l’ansia da separazione vera e propria: i sintomi sono in genere molto gravi.

Quando si è in presenza di ansia da separazione, il bambino diventa furioso, violento e sviluppa comportamenti aggressivi. Questo disagio può verificarsi quando viene portato a scuola, in viaggio o durante una gita, ma può anche verificarsi quando i genitori si assentano per breve tempo da casa.

Il problema è che questo tipo di ansia attacca direttamente il disagio emotivo del bambino. È pertanto necessario cercare un aiuto professionale nel caso in cui si sospetti dell’esistenza di un quadro clinico come quello che appena descritto.

3- Fobia sociale

L’ultimo dei sintomi più comuni innescati dall’ansia nei bambini è la fobia sociale. Ciò si verifica quando il bambino non è in grado di relazionarsi con gli altri, anche se gli piacerebbe farlo, a causa dell’estrema timidezza. Spesso rinuncia a intraprendere determinate azioni per evitare di esporsi alle eventuali “critiche” degli altri.

Ancora una volta, questo tipo di ansia nei bambini potrebbe influire negativamente sul loro normale sviluppo. Sarà giusto mettere in pratica una serie di trattamenti mirati, ovviamente sempre e solo sotto la supervisione di un medico specialista.

Piccolo che soffre di ansia nei bambini

Come trattare l’ansia nei bambini

1- Cambiare le credenze limitanti

Diversi approcci scientifici, come la terapia cognitivo-comportamentale, considerano che l’ansia appare ed è mantenuta da una serie di credenze irrazionali. Sebbene nel caso dei bambini queste siano meno ovvie, i pensieri sono spesso considerati causa di disagio psicologico.

Pertanto, la maggior parte dei tentativi al fine di curare l’ansia nei bambini richiede il cambiamento di certe credenze sbagliate. Il compito principale dello psicologo sarà dunque quello di individuare i pensieri limitanti e sostituirli con altri che aiutano il bambino (detti anche “potenzianti”).

2- Esposizione

Aiutarli a pensare meglio non è l’unico intervento che aiuterà i bambini a superare, con successo, il proprio disturbo d’ansia. È anche necessario aiutare il bambino ad affrontare a poco a poco la fonte delle sue paure. Solo in questo modo, sarà possibile capire il loro significato, interpretarle e, così facendo, lasciarsele alle spalle. Verranno effettuati dei veri e propri “training” di consapevolezza dei propri stati ansiosi, usando delle esposizioni in vivo e anche immaginative.

Si tratta di un percorso che può rivelarsi lungo e piuttosto complesso. Tuttavia, queste sono le principali tecniche per trattare l’ansi. Gli psicologi infantili sono specializzati nell’applicare la terapia in modo tale che la sintomatologia ansiogena, e in particolare il disagio, scompaia grazie alle cure.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.