Arie Kruglanski: cognizione, motivazione e radicalizzazione
Arie Kruglanski è professore emerito presso l’Università del Maryland, negli Stati Uniti. Nato in Polonia, ha trascorso la maggior parte della sua vita negli Stati Uniti, dove ha contribuito allo sviluppo di diverse e importanti teorie.
Sebbene l’oggetto iniziale dei suoi studi sia stata la teoria della chiusura cognitiva, ha dato il suo contributo in numerosi altri campi, lasciando tracce delle sue scoperte in diversi articoli e libri.
Tra i contributi principali di Arie Kruglanski, spiccano la necessità di chiusura cognitiva, la preparazione motivazionale e la ricerca di significato. In ciascuna di queste teorie si possono ravvisare le influenze reciproche.
In tal senso, la teoria della ricerca di significato, l’ultima delle sue teorie, mira a spiegare le motivazioni dei terroristi a partire dalle due teorie precedenti.
Arie Kruglanski: cognizione, motivazione e radicalizzazione
Il bisogno di chiusura cognitiva
Il bisogno di chiusura cognitiva, sviluppato da Kruglanski, corrisponde al desiderio di dare una risposta rapida a una domanda dal contenuto confuso o ambiguo. Le persone hanno un bisogno incessante di cercare informazioni. In tal modo, il bisogno di chiusura interrompe questa ricerca aiutandoci a creare conoscenza. È dunque un bisogno su base giornaliera per arrestare la continua ricerca di informazioni.
Coloro che hanno un forte bisogno di chiusura superano rapidamente l’incertezza, avvalendosi delle informazioni disponibili. Attraverso queste informazioni, traggono le conclusioni che diverranno immutabili. Se le informazioni sono errate, possono arrivare a difendere posizioni sbagliate.
Considerato che i membri del nostro ambiente sociale sono la fonte di maggiore certezza e conoscenza, essi possono anche indurci alla chiusura cognitiva. A tal proposito, ci diranno come è fatto il mondo, come comportarsi nelle diverse situazioni, chi sono e perché sono importanti.
“Sotto il potere della ricompensa, è probabile che le comunicazioni consistano in promesse e scambi di informazioni sugli esiti positivi che ciascuna parte ha per l’altra, il che aumenta la probabilità di un accordo reciprocamente soddisfacente.”
-Arie W. Krugalnski
Preparazione motivazionale
Secondo Kruglanski, desideriamo qualcosa quando ne sentiamo la mancanza. Questi desideri possono essere di ogni tipo, materiali, simbolici o entrambi. Spesso derivano anche dall’influenza dell’ambiente circostante e dei nostri cari. Di conseguenza, i desideri hanno due componenti: grandezza e contenuto. La grandezza allude a quanto desideriamo e il contenuto a quello che desideriamo.
In aggiunta, nutriamo anche delle aspettative riguardo al desiderio. La probabilità stimata che esso venga soddisfatto. In questo senso, le aspettative dipenderanno dalle esperienze passate e da ciò che pensano gli altri. Se i nostri amici credono che siamo in grado di ottenerlo, le nostre aspettative saranno maggiori. Esistono poi altri fattori che influenzano le aspettative, quali l’ottimismo o il costo.
È fondamentale che sorga un desiderio, anche se desiderio e aspettative si influenzeranno a vicenda. In questo modo, più forte è il desiderio, maggiori saranno le aspettative per la sua soddisfazione. Nel secondo caso, maggiori sono le aspettative, maggiore sarà il desiderio. L’obiettivo, pertanto, emerge quando entrambe le componenti sono elevate, e di conseguenza cresce anche la motivazione a raggiungere l’obiettivo.
“Le basi manifeste del conflitto possono essere presenti nelle disuguaglianze reali dell’istruzione, ma le possibilità di conflitto aumentano ancora di più come risultato di fattori sottesi trasferiti da altre situazioni.”
-Arie W. Krugalnski
Ricerca di significato
Un altro dei nostri bisogni secondo Arie Kruglanski è la necessità di trovare un significato. Ovvero, di sentirci importanti, avere un obiettivo o dei valori che guidino le nostre scelte. Quando perdiamo il significato o ne troviamo uno più grande, la nostra motivazione si risveglia. Questa motivazione è la ricerca di significato, che ci porta, come suggerisce il nome, a cercare un significato.
Una volta che questa motivazione si è risvegliata, cercheremo i mezzi per trovare il significato. Questi possono trovarsi nei più disparati ambiti, narrazioni o ideologie. Se queste narrative ci dicono che la violenza è l’unico mezzo possibile per ottenere un significato e il nostro social network supporta l’uso della violenza, finiremo per optare per l’estremismo violento. In altre parole, se il nostro gruppo sostiene la violenza e stiamo cercando un significato, potremmo finire per usarla. Secondo Kruglanski, è proprio questo il percorso seguito dai terroristi.
Come abbiamo appena letto, Arie Kruglanski ha dato un grande contributo alla psicologia. In particolare in tre campi: cognizione, motivazione e terrorismo. Le sue ricerche lo hanno portato a nuove scoperte in diversi campi. Così, le teorie della cognizione e della motivazione da lui sviluppate hanno lasciato il posto a un’altra teoria che ci permette di capire come le persone si radicalizzano e finiscono per unirsi alle organizzazioni terroristiche.
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- Kopetz, C. E., y Fishbach, A. (2018). The motivation-cognition interface: From the lab to the real world: A festschrift in honor of Arie W. Kruglanski. New York: Routledge.