Benefici dell'empatia, quali sono?

L'empatia è un'abilità che ci permette di entrare in sintonia con gli altri e capirli. Presentiamo alcuni benefici di questo prezioso strumento!
Benefici dell'empatia, quali sono?

Ultimo aggiornamento: 19 febbraio, 2022

Vi considerate persone empatiche? Vi siete mai chiesti quali sono i benefici dell’empatia? In questo articolo elenchiamo nove benefici riconosciuti da alcuni esperti. Siamo empatici per stare meglio o per fare stare meglio gli altri?

I benefici che stiamo per elencare hanno a che fare con la qualità dei rapporti interpersonali, l’autostima e la capacità di aiutare e di capire gli altri. Di certo scoprirli ci spingerà a praticare e ad affinare la nostra empatia.

L’essere umano ha una grande abilità, ed è il potere dell’empatia.

-Meryl Streep, attrice-

Cos’è l’empatia?

La parola “empatia” viene dal greco empátheia, che significa “passione”. Questa parola è stata presa in prestito dalla psicologia all’inizio del XX secolo. Da quel momento, il suo significato è stato ampliato. Oggi sappiamo che l’empatia è una delle abilità più importanti tra quelle che costituiscono l’intelligenza emotiva.

Si tratta della capacità di comprendere l’universo emotivo di chi abbiamo davanti; questo include i suoi pensieri, le sue emozioni, i suoi sentimenti. In altre parole, equivale a mettersi nei panni dell’altro. Per mezzo di essa possiamo capire una persona a fondo provando le stesse emozioni che prova lei.

I benefici della empatia e stretta di mano.

9 benefici dell’empatia

L’empatia è possibile grazie all’ascolto attivo, al sostegno emotivo e alla comprensione. In psicologia viene considerata una delle abilità fondamentali dello psicologo, necessaria a capire e ad aiutare a gestire la sofferenza umana. Ma quali sono i benefici che derivano dall’essere empatici?

Imparare ad accettare gli altri

Fernando Catalán, psicologo e presidente della Commissione Deontologia del Collegio Ufficiale di Psicologia della Comunità Valenziana (COPCV) afferma che il principale beneficio dato dall’empatia è che questa abilità ci aiuta a lavorare sull’accettazione. Questo significa che ci aiuta a capire e ad accettare meglio le persone, il che favorisce cordiali rapporti sociali.

Ci aiuta a persuadere gli altri

Potrebbe sembrare un proposito egoista, ma Catalán lo considera un altro dei benefici dell’empatia. Secondo questo psicologo “se capisci l’altra persona, puoi riuscire a convincerla o provare a convincerla di qualcosa”. Come suggerisce, sebbene convincere qualcuno rappresenti la faccia più interessata dell’empatia, non per questo non è fondamentale.

Rafforza l’autostima

La psicologa Maria Carmen Solivares ritiene che essere empatici ci aiuta a rafforzare la nostra autostima. Soliveres spiega così tale concetto: “coloro che dimostrano empatia sono orientati alla collaborazione e ottengono maggiori successi nei gruppi di appartenenza, il che accresce la loro autostima”.

Benefici dell’empatia: promuove i rapporti interpersonali

La psicologa e psicoterapeuta Laura Cano include la maggiore socializzazione tra i benefici dell’empatia. Questo perché quando le persone si sentono capite sono più inclini a instaurare rapporti solidi.

Tutti torniamo dove siamo stati felici.

Ci permette di aiutare gli altri

Grazie all’empatia e ad altre abilità proprie dell’intelligenza emotiva, possiamo aiutare gli altri a risolvere i loro problemi o la loro sofferenza. Quando siamo empatici, attiviamo l’ascolto attivo ed entriamo in contatto con gli altri; tutto questo può farli sentire meglio o meno soli.

Prova a capire prima essere capito.

-Stephen Covey-

Stabiliamo rapporti più calorosi

Quando ci mettiamo nei panni degli altri, entriamo in sintonia con quella persona e ciò favorisce rapporti più stretti e più calorosi. Vale a dire che non ci limitiamo a stare con quella persona, bensì proviamo a capirla a fondo, e questo scaccia i rapporti superficiali.

La maggior parte della gente preferisce dare che ricevere affetto.

-Aristotele-

Benefici dell’empatia: aiuta a comunicare le brutte notizie

Dare brutte notizie non piace a nessuno. In effetti, questa azione è associata a un particolare effetto che prende il nome di MUM effect che si attiva quando dobbiamo comunicare una brutta notizia. Ne consegue la tendenza a opporre resistenza e a distorcere la brutta notizia per paura di essere associati a essa in modo inconscio e, quindi, di essere considerati meno “bravi” o meno attraenti.

Per fortuna, imparare a dare brutte notizie è un altro beneficio dell’empatia. Ebbene, questa abilità può aiutarci a farlo meglio o ad avere più tatto.

Permette di sviluppare più empatia

Sebbene l’empatia sia un valore profondamente intrinseco in ciascuno di noi, può anche essere appresa e migliorata. Così, quando dimostriamo empatia, sviluppiamo ulteriormente questa abilità.

Altri benefici dell’empatia: aiuta a conoscere meglio le persone

L’empatia ci aiuta a capire meglio gli altri. Di conseguenza, li conosciamo meglio perché si aprono a noi e sono più predisposte a mostrarci il loro mondo interiore.

Conoscere le persone ed entrare in contatto con loro ci arricchisce in quanto esseri umani.

Giovani che si abbracciano.

Neuroscienze ed empatia

Il concetto di neuroni specchio vi è familiare? Ebbene, si tratta di quei neuroni che promuovono proprio l’empatia. Sono stati scoperti nel 1996 da Giacomo Rizzaloti, un neurobiologo italiano che studiava le scimmie macaco.

Rizzaloti ha notato che questi neuroni si attivavano quando le scimmie vedevano loro simili compiere determinati movimenti ed esprimere determinate emozioni.

Qualche tempo dopo, questi neuroni sono stati individuati anche negli esseri umani in un’area specifica del cervello: la corteccia cerebrale frontale inferiore (vale a dire, il centro del linguaggio).

L’empatia consiste nel trovare echi di una persona in te stesso.

-Mohsin Hamid-


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  • Hogg, M.A. (2010). Psicología social. Vaughan Graham M. Panamericana. Editorial: Panamericana.
  • Tesser, A., & Rosen, S. (1975). The reluctance to transmit bad news. In L. Berkowitz (Ed.). Advances in experimental social psychology, Vol. 8, pp. 194-232. New York: Academic Press.

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