Bokuden, una bellissima storia orientale

Questa bellissima storia orientale parla del grande maestro Bokuden, uno dei più grandi spadaccini giapponesi. Aveva tre figli e un giorno decise di verificare se tutti loro avessero appreso i suoi saggi insegnamenti.
Bokuden, una bellissima storia orientale
Elena Sanz

Revisionato e approvato da la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 08 marzo, 2023

Questa bella storia orientale narra di Tsukahara Bokuden, un leggendario maestro spadaccino giapponese del XVI secolo. Praticava le arti marziali e divenne famoso per il suo talento nel combattimento, e soprattutto per la sua saggezza.

Si racconta che Bokuden avesse tre figli e che un giorno volle metterli alla prova. Voleva sapere quanto guardinghi e abili fossero diventati. Per verificarlo, mise un pesante poggiatesta sulla porta e la lasciò socchiusa. Quindi, chiamò con gran premura il figlio maggiore, Hikoshiro.

“Nessuno verifica la profondità del fiume con entrambi i piedi.”

-Proverbio-

Il figlio maggiore era un giovane stimato da tutti. Aveva un carattere dolce e la reputazione di uomo prudente. Questa storia orientale racconta che quando il padre lo chiamò a sé, giunse alla porta socchiusa e la spinse delicatamente. Notò che era più pesante del solito e si accorse che qualcosa non andava.

Con cautela, iniziò a tastare la parte superiore della porta. Quindi scoprì il poggiatesta e lo tolse delicatamente. Bokuden ne fu contento e gli disse qualcosa con noncuranza. Poi il figlio maggiore lasciò la stanza, rimettendo il poggiatesta proprio come l’aveva trovato.

Pagoda

Le diverse reazioni

Passò qualche giorno e Bokuden volle ripetere il test con il secondogenito, Hikogoro. Questo suo figlio era ben noto per la sua grande agilità e destrezza. Non era cauto come il fratello maggiore, perché si sentiva molto sicuro di sé.

Il padre chiamò Hikogoro, e questi si alzò in fretta e giunse alla porta. Senza pensarci due volte, la spinse per entrare subito nella stanza. Il poggiatesta cadde, ma il ragazzo era così agile che lo afferrò al volo. Quindi lo rimise al suo posto. Bokuden si fece pensieroso.

Giunse il momento di fare il test con il figlio più piccolo, Hikoroku. Egli era il più impulsivo di tutti, ma anche il più allegro e amorevole. Bokuden lo amava, ma temeva non fosse in grado di superare la prova. Ed ebbe ragione. Il padre chiamò il figlio più giovane, proprio come fece con i suoi fratelli.

Hikoroku si precipitò e spinse la porta con grande energia. Il poggiatesta cadde e lo colpì sul chomnage, la tradizionale acconciatura giapponese. Racconta la storia, che quando il ragazzo sentì il colpo, estrasse la spada e tagliò in due l’oggetto prima che toccasse terra. Poi rise e si fece orgoglioso della sua reazione.

L’aneddoto dell’allievo

Secondo questa bellissima storia orientale, Bokuden fu molto preoccupato della reazione del figlio minore. Pensò che una persona così impulsiva avrebbe portato alla famiglia solo sfortuna e rovina. La tradizione imponeva di rinnegarlo, dal momento che il suo comportamento dimostrava mancanza di consapevolezza e di saggezza.

Bokuden, però, chiamò a sé i figli e narrò loro un episodio che egli stesso aveva vissuto molti anni prima. Aveva un allievo che era considerato il più abile di tutti i suoi studenti. Veloce di testa e di corpo, era abituato a vincere tutti i combattimenti.

Un pomeriggio, mentre l’allievo passeggiava in una strada del villaggio passò accanto a un cavallo piuttosto nervoso. L’animale era così inquieto che quando sentì vicino la presenza del ragazzo sferrò un calcio. Tuttavia, lo studente era talmente abile che con un movimento felino schivò il colpo. Le persone presenti, subito lo applaudirono.

Samurai

La morale nella storia di Bokuden

Quello stesso pomeriggio, il talentuoso allievo si recò da Bokuden e gli raccontò, con un certo orgoglio, quello che era successo. Bokuden ascoltò attentamente, e appena lo studente finì di raccontare la storia, lo espulse dalla scuola. Disse che non voleva più vederlo e tutti ne furono sorpresi. Com’era possibile non apprezzare l’abilità del suo allievo?

I tre figli di Bokuden ascoltarono la storia con grande attenzione. Il figlio maggiore rimase in silenzio e sembrava riflettere. Il secondogenito sembrava incuriosito. Il figlio più giovane appariva invece confuso e inquieto. “Perché hai mandato via un uomo così capace?… Avevi paura che prendesse il tuo posto?” chiese il ragazzo.

Bokuden rispose: “Un uomo che non è in grado di prevedere i pericoli, ma solo di reagire a essi non merita di essere mio discepolo. Se fosse stato saggio, non sarebbe mai passato accanto al cavallo”. I tre figli rimasero in silenzio. Il secondogenito e il figlio minore compresero il messaggio e senza che il padre glielo chiedesse, si ritirarono con lo sguardo basso.


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  • Cleary, T. (Ed.). (1995). Antología Zen: Cien historias de iluminación (Vol. 17). Edaf.

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