Byung-Chul Han e l'inferno dell'uguale

Byung-Chul Han e l'inferno dell'uguale
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 08 marzo, 2023

Byung-Chul Han è un filosofo e scrittore nato in Corea del Sud che ha raggiunto grande notorietà nel mondo contemporaneo. Le sue riflessioni trattano diversi temi, in particolare la tecnologia e la cultura che è prodotto di essa. Ha dedicato, inoltre, molti dei suoi scritti al modello di lavoro e produzione della società contemporanea.

Ad oggi, Byung-Chul Han ha pubblicato 16 libri, in cui ha sviluppato due concetti fondamentali. Il primo è quello della “società della stanchezza” e il secondo della “società della trasparenza”. Nel suo lavoro, propone degli approcci molto critici sul mondo attuale. Dichiara che, oggigiorno, le persone si auto-sfruttano e temono l’altro, il diverso. In questo senso parla di “inferno dell’Uguale”.

“…la violenza, che è immanente al sistema neoliberista, ormai non distrugge dall’esterno dell’individuo stesso. Lo fa dall’interno provocando depressione o cancro”.

-Byung-Chul Han-

Sono molti gli intellettuali convinti che l’opera di Byung-Chul Han sia una lettura indispensabile per la comprensione del mondo odierno. Il suo approccio è originale e profondo ma, soprattutto, molto attuale. È uno dei pochi pensatori capaci di sviluppare con grande profondità teorie su fenomeni come i social network, la privacy e i disturbi mentali.

Durante una visita in Spagna, l’autore ha rilasciato alcune interviste che hanno prodotto un grande impatto. In queste interviste, espone in modo sintetico alcuni dei concetti fondamentali della sua opera. Ecco qui, a grandi linee, le riflessioni da lui condivise.

L’illusione della libertà nel pensiero di Byung-Chul Han

Per Byung-Chul Han,  ci troviamo in un’era in cui la libertà non è altro che una grande illusione. Secondo questo filosofo, nell’attualità prevale una schiavitù consensuale. Ad esempio, l’apparente libertà d’espressione nei social network, si è convertita in una pratica che permette al potere di esercitare un controllo su di noi.

Spazio

Byung-Chul Han sottolinea che la gente ha una smania quasi pornografica di esibire la propria intimità. Espone i propri pensieri, i momenti privati, i sentimenti e tutto quello che è, o pretende di essere, attraverso le reti sociali. Ognuno lo fa “volontariamente”. Il potere, ormai, non ha più bisogno di intromettersi o infiltrarsi nei segreti di qualcuno perché essi gli vengono offerti spontaneamente.

Allo stesso modo, le persone si sono iscritte “volontariamente” a un modo di produrre in cui l’autorealizzazione è il centro di tutto. Byung-Chul Han indica che questa autorealizzazione è piuttosto un auto-sfruttamento. Il prodotto di tutto ciò è il lavoratore consumato, altamente affaticato o malato nel corpo e nella mente.

L’inferno dell’Uguale e l’intolleranza del diverso

Alcune riflessioni di Byung-Chul Han girano attorno ai concetti di uguale e diverso. Sottolinea che le persone vivono l’individualità come una delle tante finzioni. Tutti vogliono essere diversi proprio perché tutti sono uguali. Questo desiderio non è altro che un’evidenza di quanto sia omologato il pensiero della gente.

Il risultato è un conformismo radicale. La gente accetta docilmente di “vivere come vivono gli altri”. E così, finisce per produrre esageratamente, esibirsi inutilmente, girare tutto il tempo attorno agli ideali di successo che sono stati loro imposti. L’altra faccia di questa realtà sono le diverse forme di depressione e ansia. L’essere umano si ammala misteriosamente e per cause che non riesce a comprendere. Secondo Byung-Chul Han, questo sistema è molto stabile e, in pratica, indistruttibile. Lo chiama “neoliberalismo”.

Persona diversa

Secondo questo filosofo sudcoreano, radicato in Germania, è necessaria una rivoluzione dell’uso del tempo. Senza nessuna ipocrisia sottolinea che: “il tempo lavorato è tempo perso, non è tempo per noi”. Ciò di cui avremmo bisogno sarebbe del tempo libero, dal carattere festoso, in cui abbandonare la produzione. Non si tratta di una pausa o un momento di riposo per poi continuare a produrre. Egli parla di un tempo personale, che rivendichi il desiderio di non fare nulla che sia considerato “produttivo” dal neoliberalismo.

Le proposte di questo filosofo sono fresche e provocatrici. La sua critica è acida e diretta ma, soprattutto, molto ben tessuta e suffragata da argomenti. Alcuni dei suoi libri sono tradotti in italiano e alcuni suoi scritti si possono trovare gratuitamente online. La lettura è consigliata a tutti coloro che non si sentono a proprio agio nello stato di cose vigente.


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