Cervello sociale, perché è un vantaggio evolutivo?

Il cervello sociale è una delle nostre principali risorse per vincere le sfide poste dall'ambiente. Grazie a esso, possiamo vivere esperienze uniche, ci sentiamo accompagnati, protetti o indispensabili per la società.
Cervello sociale, perché è un vantaggio evolutivo?
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 10 marzo, 2023

Il cervello sociale è un concetto creato dalle neuroscienze per riferirsi alle innate capacità relazionali dell’essere umano. È stata dimostrata l’esistenza di circuiti cerebrali coinvolti nella formazione della consapevolezza di sé e dell’empatia.

Queste aree cerebrali ci consentono di intrattenere rapporti sociali. Ci riferiamo al giro fusiforme, che consente di memorizzare i volti; a i neuroni specchio, che rendono possibile l’imitazione; ai neuroni Von Economo, che ci guidano nei conflitti, ecc.

D’altra parte, l’essere umano è capace di creare e usare il linguaggio. Questo aspetto è stato cruciale per la sua evoluzione ed è  associato al bisogno di relazionarsi con gli altri. Il cervello sociale si basa su due elementi: i neuroni specchio e la teoria della mente. Vediamoli in dettaglio.

“Le grandi scoperte e i miglioramenti richiedono invariabilmente la collaborazione di molte menti.”

-Alexander Graham Bell-

Idee basate sul ragionamento.


Elementi del cervello sociale

Neuroni specchio

I neuroni specchio si attivano quando osserviamo le azioni o le espressioni emotive altrui. In altre parole, quando guardiamo una persona che realizza un’attività, è come se lo stessimo eseguendo noi in prima persona. In un modo o nell’altro, l’essere umano si appropria dei sentimenti e delle emozioni altrui.

Questi neuroni speciali si trovano soprattutto nel lobo frontale, area associata al movimento e alla sensibilità al tatto; ma anche nel lobo parietale, che fornisce l’immagine corporea e le informazioni attraverso i sensi; infine, nella corteccia insulare e nel cingolo, entrambi legati alle emozioni e al dolore.

I neuroni specchio provocano il cosiddetto “effetto contagio”, uno dei meccanismi fondamentali del cervello sociale. Come suggerisce il nome, questo effetto consente la trasmissione di emozioni e sentimenti da una persona all’altra, attraverso un meccanismo quasi automatico. Imitiamo, dunque, quello che percepiamo nell’ambiente circostante.

La teoria della mente

L’altro grande sistema che forma il cervello sociale è la teoria della mente. Si tratta della capacità di attribuire intenzioni o pensieri ad altre persone o anche ad altre entità, talvolta. Questa funzione permette di riflettere sul proprio stato mentale e su quello altrui, principalmente attraverso i segni corporei.

Questa percezione di sé e degli altri include emozioni, sentimenti, credenze, ecc. Infine, ci permette di prevedere il nostro comportamento e quello altrui di fronte a determinati eventi. In genere questa capacità viene esercitata non deliberatamente, bensì intuitivamente.

Neuroni specchio e teoria della mente sono i due elementi del cervello sociale e del suo prodotto più finito: l’empatia. Questa è definita come la capacità di capire l’altro nei propri termini o, in altre parole, mettersi nei panni degli altri.

Nasciamo con il potenziale necessario per sviluppare l’empatia, ma non sempre ciò avviene. In condizioni “normali”, tutti gli esseri umani potrebbero immedesimarsi negli altri. Le esperienze individuali e l’educazione ricevuta, tuttavia, possono promuovere comportamenti poco empatici, scarsamente adattivi, pregiudizi, ecc.

Cervello sociale: la cooperazione è un atto intelligente

Se l’essere umano ha tutte le carte in regola per essere socievole non è certo per un capriccio della natura. La connessione con gli altri è stata decisiva per l’evoluzione della specie. Il linguaggio è uno dei prodotti più elaborati di questa evoluzione e la sua funzione è proprio quella di collegare i pensieri e i sentimenti l’uno con l’altro.

Potremmo quasi dire che l’essere umano è un essere indifeso, con molta meno forza e agilità rispetto ad altri esseri della natura e con sensi sviluppati in modo precario rispetto a quelli di altri animali. È stato in grado di affrontare con successo un ambiente in cui aveva scarse possibilità di sopravvivenza grazie al suo cervello; questo, a sua volta, deve gran parte del suo sviluppo alle abitudini sociali.

Ciò che era vero per i primitivi continua a essere vero per l’uomo contemporaneo, anche se per il momento prevale una società con valori individualistici e utilitaristici. La vita di tutti i giorni e la storia dei popoli ci hanno ampiamente dimostrato che la cooperazione è il mezzo più rapido per superare i problemi e andare lontano. Questo è ciò che la natura ci invita a fare attraverso il cervello sociale.


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  • Valdizán, J. R. (2008). Funciones cognitivas y redes neuronales del cerebro social. Revista de neurología, 46(Supl 1), 64-68.


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