Cervello tripartito: una persona, tre cervelli

Cervello tripartito: una persona, tre cervelli
Beatriz Caballero

Scritto e verificato la psicologa Beatriz Caballero.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

Quello del cervello tripartito (o trino) è un concetto sviluppato dal neuroscienziato Paul Mc Lean in riferimento alla tripartizione del cervello umano, dove a ogni area corrisponde una funzione specifica.

Mc Lean parla di un cervello tripartito, ovvero tre aree celebrali che si svilupperebbero in diversi momenti del ciclo evolutivo, per questo si dice che si tratta di uno sviluppo dal basso verso l’alto. Vale a dire che esiste una parte “primitiva” (detta cervello rettiliano), la quale si sviluppa quando il feto è ancora nell’utero; mentre l’area responsabile delle emozioni (o cervello limbico) si sviluppa durante i primi sei anni di vita e la corteccia prefrontale (o cervello neomammaliano) solo alla fine del processo evolutivo.

I progressi nel campo della fisica e della tecnologia hanno fatto delle neuroscienze uno dei settori di ricerca più popolari e ci hanno permesso di comprendere meglio il funzionamento del nostro cervello. Qui di seguito descriviamo le varie aree celebrali e ne presentiamo le principali differenze.

Con l’espressione “cervello tripartito” ci si riferisce alla presenza di tre aree celebrali specializzate all’interno del cervello umano.

Teoria del cervello tripartito

Cervello rettiliano

Il cervello rettiliano è un’area celebrale che ricorda il cervello “primitivo” degli animali. Si trova nel tronco encefalico, proprio sulla zona in cui il midollo spinale si congiunge col cranio.

È la parte più primordiale di ogni essere umano e il suo sviluppo ha inizio quando il feto è ancora nell’utero, pertanto è l’area celebrale responsabile di tutte le azioni compiute dai neonati (respirare, dormire, mangiare, svegliarsi, piangere, urinare, defecare, ecc…).

Bebè addormentato

Il tronco encefalico, insieme con l’ipotalamo, controlla i livelli di energia dell’organismo, fenomeno meglio conosciuto come omeostasi. Con questo termine ci si riferisce al mantenimento di una sorta di equilibrio interno. Anche se spesso non gli viene dato il giusto rilievo, il cervello rettiliano svolge funzioni di fondamentale importanza, infatti è l’area responsabile del cosiddetto “pensiero astratto”.

Molti disturbi psicologici sono legati a difficoltà nell’espletamento di suddette funzioni basilari controllate dal cervello rettiliano. Quando si cerca di superare un trauma, bisogna tenerne conto altrimenti tutto l’organismo soffrirà uno squilibrio.

Cervello limbico

Il cervello “emotivo” (anche detto sistema limbico) si trova appena al di sopra del cervello rettiliano, al centro del sistema nervoso centrale (SNC) e inizia a svilupparsi sin dai primi giorni di vita dell’individuo. Quest’area celebrale si plasma in base all’esperienza, al patrimonio genetico e al temperamento innato del bebè .

Tuttavia, alcuni autori con il termine “cervello emotivo” fanno riferimento all’insieme di cervello rettiliano e cervello limbico. È considerato il centro di controllo delle emozioni e del pericolo, il giudice del benessere, l’arbitro della sopravvivenza.

Le forti emozioni attivano il sistema limbico, in particolare l’amigdala, l’area celebrale incaricata di avvisarci dei pericoli (centro della paura) e di attivare diversi meccanismi di risposta:

  • Secerne gli ormoni dello stress.
  • Scatena gli impulsi nervosi.
  • Provoca un aumento del consumo di ossigeno.
  • Produce un aumento del battito cardiaco.
  • Prepara il corpo alla colluttazione e alla fuga.

Nei suoi studi sugli animali, Gray dimostrò che quanto più basso è il livello di serotonina, tanto più cresce il livello di iperattività agli stimoli stressanti (e viceversa). Per esempio, grazie a uno studio condotto su scimmie maschi, è stato possibile osservare come la loro posizione nella gerarchia del branco influisse sui livelli di serotonina.

Talvolta le persone che hanno dovuto affrontare una situazione traumatica percepiscono la minaccia, ma la sfera cosciente del loro cervello si comporta come se niente fosse. Tuttavia, anche se la nostra mente col tempo può imparare a ignorare i segnali inviati dal cervello emotivo, il corpo non smette di inviare campanelli d’allarme e il cervello emotivo continua a svolgere la sua funzione.

Le zone evolutivamente più primitive del cervello tripartito, ovvero rettiliana ed emotiva, registrano le nostre esperienze, gestiscono la nostra fisiologia e catalogano le nostre sensazioni (agio, sicurezza, minaccia, fame, stanchezza, desiderio, voglia, piacere, dolore, ecc..)

Cervello razionale

Si tratta dell’area più “giovane” del nostro cervello, conosciuta anche come neocorteccia. È l’area celebrale che differenzia l’essere umano dagli altri animali. Qui ha sede la corteccia prefrontale, responsabile della pianificazione, della previsione, della comprensione empatica, della concezione del tempo e dello spazio, dell’inibizione delle azioni inappropriate, ecc..

Corteccia prefrontale

Molto spesso, nonostante il cervello razionale si impegni a farci conoscere e comprendere la successione degli eventi (anche traumatici), il cervello emotivo ha la meglio. Infatti per molte persone è più facile raccontare da un punto di vista estraneo ai fatti ciò che hanno subito che razionalizzare e dare voce alla propria esperienza interiore.

Nel cervello razionale troviamo i lobi frontali, responsabili della creazione di un equilibrio (compromesso) tra gli impulsi e i comportamenti accettabili. Il corretto funzionamento dei lobi frontali è fondamentale per :

  • Mantenere una certa armonia nei rapporti interpersonali.
  • Evitare i comportamenti che potrebbero nuocerci o ferire gli altri.
  • Tenere a bada i nostri impulsi (fame, rabbia, desiderio sessuale, ecc…)

Il cervello razionale occupa solo il 30 % del cranio, e ospita perlopiù informazioni riguardanti il mondo esterno. È l’area celebrale che ci permette di comprendere i procedimenti, dare una sequenzialità alle azioni, raggiungere gli obiettivi, gestire il tempo, ecc… Inoltre, rispetto al cervello emotivo, la neocorteccia presenta una struttura cellulare e biochimica più complessa.

Il dolore e l’ansia erano sconosciute al mondo. Non c’erano colori o suoni nell’universo, né c’erano sapori o aromi e probabilmente poche sensazioni e nessun sentimento o emozione, poi è nato il cervello.

-Roger W. Sperry


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  • Van der Kolk, B. A. (1994). The body keeps the score: Memory and the evolving psychobiology of posttraumatic stress. Harvard review of psychiatry, 1(5), 253-265.
  •  Jerison,H.J. (1990) Fossil brains and the evolution of neocortex. In: The Neocortex. Ontogeny and  Phylogeny. Ed. by B.L.Finlay, G.Innocenti and H.Scheich. Plenum Press, New York and London. Pp. 5-19.

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