Chemo brain: effetti collaterali della chemioterapia

Chemo brain: effetti collaterali della chemioterapia
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

I trattamenti oncologici sono ancora molto aggressivi. Anche se in buona parte dei casi si riesce a sconfiggere la malattia, rimangono indubbiamente degli effetti collaterali di cui non sempre si parla. Ci riferiamo a deterioramento cognitivo, scarsa concentrazione o perdita di memoria. Sono effetti collaterali della chemioterapia che prendono il nome di chemo brain, ovvero “cervello chemio”.

Da anni la documentazione clinica e gli studi relativi a questo fenomeno rivelano una realtà poco conosciuta. Quando una persona sopravvive al cancro, deve affrontare una nuova battaglia legata agli effetti collaterali della terapia, tanto fisici quanto psicologici.

A condizioni già note come la stanchezza, l’abbassamento delle difese immunitarie, i problemi digestivi, la debolezza, le infezioni, la perdita di massa ossea, la sensazione di freddo, se ne aggiunge un’altra: il deterioramento di processi cognitivi quali l’attenzione, la capacità di risoluzione dei problemi o la memoria di lavoro.

Paziente con tumore

Chemo brain, la nebbia mentale a seguito della chemioterapia

Spesso si parla del cancro come di una battaglia. Per molte persone è una vera e propria prova di resistenza, dunque non si tratta solo di affrontare le sedute di chemioterapia. Un tumore implica interventi chirurgici, combinati a vari trattamenti farmacologici, come la radioterapia o l’immunoterapia.

Sebbene gli specialisti affermino che ciascun paziente vive e reagisce ai trattamenti in maniera diversa, ci sono alcuni effetti collaterali comuni. Il chemo brain è uno di questi. È una condizione invalidante che spesso i pazienti associano allo stress o all’ansia legati alla malattia.

Secondo i dati raccolti, il chemo brain è una conseguenza diretta del trattamento oncologico, manifestata dall’80% dei pazienti. Cerchiamo di approfondire meglio l’argomento.

Vivere con il “cervello chemio”: effetti e caratteristiche

  • Le ricerche dimostrano che i domini cognitivi che più risentono della chemioterapia sono la memoria visiva e verbale, l’attenzione e il funzionamento psicomotorio.
  • Ogni tipo di cancro richiede un determinato trattamento. Alcune cure durano più a lungo e sono più intense, altre meno. Si è potuto dimostrare che praticamente tutti i pazienti sottoposti a chemioterapia manifestano, però, questo deterioramento cognitivo. Tuttavia, i danni sono maggiori quando il trattamento è più duraturo e più intenso, poiché l’effetto è accumulativo.
  • I pazienti hanno difficoltà a ricordare date, appuntamenti, parole comuni terminano le frasi a fatica.
  • La persona fatica a realizzare diverse attività contemporaneamente: parlare al telefono e versare dell’acqua in un bicchiere oppure orientarsi mentre cammina. Non si riesce a svolgere queste attività senza problemi, con la frustrazione che ne deriva.
  • Il soggetto appare disorganizzato e lento a reagire. Dopo la chemioterapia, il mondo diventa più complesso e i pazienti sembrano “spenti” anche nelle cose più comuni e familiari.
Viso nella galassia

Chemo brain: trattamenti e strategie di intervento

Sopravvivere al cancro è un grande traguardo, è felicità, è speranza. Tuttavia, segue una fase che spinge i pazienti a reinterpretarsi, una fase in cui la cura di sé è fondamentale, una fase in cui cercare nuovi approcci clinici, naturali e psicologici per stravolgere gli effetti fisici ed emotivi della malattia e del trattamento.

Consigli per ottimizzare la funzione cerebrale dopo la chemioterapia

Se vi state chiedendo se è possibile annullare gli effetti collaterali della chemioterapia a livello cerebrali, la risposta è semplice: si può. La riabilitazione cognitiva richiede tempo, impegno e soprattutto un approccio multidisciplinare.

  • Si stanno sperimentando diversi farmaci per annullare l’effetto della chemioterapia a livello neurologico. Tuttavia, non esiste ancora un farmaco efficace al 100%.
  • I trattamenti naturali a base di ginseng e ginkgo biloba hanno dato buoni risultati.
  • Si consiglia ai pazienti di riorganizzare da soli la propria riabilitazione cognitiva. Esistono numerose applicazioni e programmi per allenare la memoria e la concentrazione, tutti utili in questo senso.
  • Si consiglia anche di usare agende o diari per strutturare al massimo il tempo e le attività. Il paziente deve capire che è meglio svolgere le varie attività in maniera sequenziale e, a poco a poco, arrivare a fare più cose contemporaneamente. L’accumulo di attività intensifica l’ansia e la scarsa autoefficacia.
  • È fondamentale anche il sostegno della famiglia, di amici e conoscenti. L’ambiente sociale deve dimostrarsi comprensibile e deve essere al corrente di tutti gli effetti associati al chemo brain.
Donna malata abbraccia la figlia chemo brain

È consigliabile e auspicabile che i pazienti abbiano accesso a un’adeguata riabilitazione cognitiva legata a questa condizione clinica. A mano a mano che i trattamenti proseguono, dovrà fare altrettanto la terapia di riabilitazione oncologica per garantire una qualità di vita dignitosa a chi ha superato la battaglia contro il cancro. Ci auguriamo che sia possibile per tutti.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.