Coltivare l'intelligenza emotiva
L’esperto di formazione e leadership Dan Bobinski afferma in un articolo pubblicato su Management Issues che è possibile imparare e coltivare l’intelligenza emotiva alla pari di una qualsiasi professione o materia scolastica.
La ricerca mostra che l’unica (o più grande) differenza tra leader eccezionali e mediocri è la loro capacità di usare l’intelligenza emotiva.
A suo avviso, è possibile non solo imparare, ma anche conoscere, esaltare e controllare quello che ci accade per trarne vantaggio in vari ambiti, come gli affari, ma anche con il partner, i figli, la famiglia, l’ambiente circostante, ecc.
Cos’è l’intelligenza emotiva
L’intelligenza emotiva è una abilità posseduta dalle persone capaci di percepire, comprendere e controllare quello che loro e gli altri provano per trarne vantaggio. Questo non significa che siano cattive, ma piuttosto che hanno un “plus” ne approfittano.
I livelli di intelligenza emotiva determinano il successo o meno di una azienda, un felice rapporto matrimoniale o un divorzio, un’ottima educazione oppure adulti che non hanno avuto limiti durante l’infanzia, ecc.
Chi occupa le posizioni più alte nelle migliori aziende del mondo presenta, tra le varie abilità, un buon controllo della propria intelligenza emotiva (e conoscenza dell’universo emotivo dei loro collaboratori).
Sebbene alcune persone sia particolarmente dotate in termini di intelligenza emotiva, è altrettanto vero che è possibile coltivarla grazie ad alcune strategie.
Strategie per coltivare l’intelligenza emotiva
Quando pensiamo a personalità diverse, bisogna scartare il “buono” e il “cattivo“ dalla nostra analisi. Ci sono semplicemente persone che differiscono l’una dall’altra.
Tendiamo ad associare la parola “diverso” con “difficile”, ma questo non è vero. Ciò che risulta complicato è tale solo quando non si è abituati a esso, indipendentemente dal fatto che sia diverso o meno.
Gli esseri umani presentano punti di forza e anche di debolezza. Oltre a ciò, è bene ricordare che ogni virtù ha un difetto associato e viceversa. Bisogna scegliere su quale dei due estremi o poli opposti si vuole lavorare e migliorare.
Ogni stile di personalità può aggiungere forza a un gruppo di lavoro, alla famiglia o alla coppia, insomma qualunque contesto che coinvolga più di una persona. È necessario concentrarsi su quanto fatto bene e non sugli errori.
Teniamo presente che “chi si concentra sui punti di forza diventerà più forte e chi presta attenzione ai punti deboli diventerà più debole”.
Lo sforzo costante per cercare e trovare nell’altro i suoi pregi ha i suoi frutti. È come il raccolto dopo una buona pianificazione della semina. Dovremmo sempre cercare di ottenere il massimo da sé e dagli altri.
Raggiungere il successo
Se ci si aspetta che tutti ricoprano la stessa posizione e che svolgano le medesime attività, non si raggiungerà mai il successo. Ogni persona è unica e irripetibile al mondo, motivo per cui non vale la pena che due colleghi o amici svolgano lo stesso compito all’unisono, a meno che non sia richiesto.
Bisogna, prima di tutto, sapere cosa significano successo e profitto per gli altri. La propria definizione non è sempre condivisa. In questo modo sarà più facile raggiungere gli obiettivi di gruppo, senza trascurare i propri.
Se lavoriamo solo per raggiungere i nostri obiettivi personali e tutti i nostri sforzi sono al di sopra della missione o della visione della squadra, emergeranno fratture e debolezze che non permetteranno di massimizzare i risultati.
L’efficacia è legata al fare la cosa giusta. L’efficienza, invece, si traduce in un rapido svolgimento dell’attività. Tenete a mente ogni variabile, poiché i risultati migliori si ottengono quando ci prendiamo il tempo per fare le cose per bene.