Combattere l'obesità con i giusti interventi
Combattere l’obesità è il desiderio di molti. Tuttavia, non poche persone falliscono nel tentativo. Perché succede? È davvero così difficile mantenere il peso forma? Molte persone che soffrono di obesità falliscono, in parte perché sottovalutano la gravità del problema, ma anche a causa di altri fattori.
In effetti, combattere l’obesità è una delle sfide più difficili da affrontare per un professionista della salute. In molti casi, infatti, si tratta di un disturbo cronico. Di conseguenza, dovrebbe essere trattato come le altre malattie croniche, tra le quali il diabete. La terapia dovrebbe, infine, prolungarsi per tutta la vita.
Combattere l’obesità è una grande sfida
Grazie alla letteratura al riguardo, oggi sappiamo che alcune persone hanno a che fare con una genetica che le rende soggette all’obesità. Il loro metabolismo è meno efficace nel bruciare grassi e/o nel regolare la sensazione di fame o quella di sazietà.
D’altra parte, intervenire sull’obesità richiede una modifica delle abitudini e una lotta contro importanti influenze socioculturali. Veniamo bombardati da messaggi che promuovono comportamenti e condotte contrari a quelli auspicabili o corretti.
Le terapie, invece, propongono di tenere sotto controllo l’alimentazione e promuovono l’attività fisica. Tuttavia, nella nostra società -come dicevamo- riceviamo spesso messaggi che ci spingono a mangiare di più e a consumare cibo dalle scarse qualità nutrizionali. Inoltre, ci incitano a uno stile di vita più sedentario.
Proprio da questa situazione nascono le sfide di medici e nutrizionisti. Per prima cosa, ci si domanda come intervenire su queste condotte inconsce, quindi come trasformare in abitudine la buona condotta acquisita. Queste abitudini, infatti, troveranno una forte resistenza che può spingere il paziente a tornare a quelle vecchie e a uno stile di vita meno salutare.
Cosa intendiamo per obesità?
L’obesità viene definita come l’eccesso di grasso corporeo in un individuo. Una persona in condizioni normali presenta le seguenti proporzioni di massa grassa (Moreno, Monereo e Alvarez, 2000):
- Donne: tra il 20% e il 25% del peso corporeo.
- Uomini: tra il 15% e il 18% del peso corporeo.
Quando si superano i limiti di cui sopra, ci troviamo dinnanzi a un caso di grasso in eccesso. Questa condizione viene definita come “sovrappeso”. Se si raggiungono i seguenti valori, si inizia a parlare di obesità:
- Donne: oltre il 32% del proprio peso corporeo.
- Uomini: oltre il 25% del proprio peso corporeo.
Quali trattamenti sono efficaci per combattere l’obesità?
In passato, l’obesità non veniva considerata un problema dalla società né da buona parte delle persone che ne soffrivano. Queste ultime, inoltre, rappresentavano l’eccezione in un contesto sociale in cui avere cibo in abbondanza era difficile. Essere obeso, quindi, poteva essere sintomo di ricchezza e stabilità, valori un tempo socialmente auspicabili.
Tuttavia, il numero elevato di persone affette da questa patologia ha fatto dell’obesità uno dei principali problemi di salute della società occidentale (secondo l’OMS, 2010). È stato evidenziato che le persone obese sono più propense a soffrire di problemi di salute. Queste scoperte hanno trasformato l’obesità in un problema e, pertanto, in un fenomeno a cui trovare una “soluzione”.
Dopo svariati decenni di studi sull’obesità, a partire dall’approccio cognitivo-comportamentale è stato possibile individuare alcune aree di applicazione di base. Tali aree sono state protocollate, soprattutto per studi di gruppo.
I principali campi di intervento psicologico sull’obesità sono i seguenti (Foster, Makris e Bailer, 2005):
- Promozione dell’autocontrollo mediante registri personali su cui riportare le abitudini alimentari e l’attività fisica.
- Controllo degli stimoli mediante l’individuazione di segnali associati all’alimentazione.
- Educazione alimentare.
- Modifiche delle proprie abitudini alimentari.
- Attività fisica.
- Impiego di tecniche di ristrutturazione cognitiva e di risoluzione dei problemi.
Inoltre…
Come possiamo osservare, non è stato incluso tra gli obiettivi specifici alcun intervento sui disturbi di rischi associati, come può essere la depressione. Si passerà a tale intervento qualora i sintomi si manifestassero. In tal caso, verranno applicate tecniche dall’efficacia comprovata, in base al disturbo.
Dal punto di vista del paradigma cognitivo-comportamentale resta ben inteso che l’obesità è conseguenza di cattive abitudini. Il nucleo fondamentale dell’intervento in caso di obesità deve prevedere la rieducazione di tali abitudini e la psicologia gioca un ruolo fondamentale a tale scopo.
Infine, per quanto riguarda l’attività fisica, diversi studi sono indirizzati verso un’idea che può essere controcorrente: intensificarla non è una buona strategia nelle fasi iniziali della lotta all’obesità. Ciò si deve al basso impatto sul dispendio calorico. Tuttavia, risulta efficace nelle fasi di mantenimento dei successi ottenuti in termini di dimagrimento.
Risulta fondamentale cambiare le abitudini se vogliamo combattere l’obesità. Tali abitudini possono sembrare difficili da modificare, ma i professionisti in ambito sanitario sono pronti ad aiutarci a raggiungere l’obiettivo.