Conoscenze pregresse: una variabile ignorata

Tutti noi giochiamo a predire il futuro e a giudicare il passato. Quando lo facciamo, formuliamo equazioni mentali in grado di darci un risultato. Eppure, mentre regoliamo parametri e circostanze, tendiamo a ignorare una variabile molto importante: le conoscenze pregresse.
Conoscenze pregresse: una variabile ignorata
Sergio De Dios González

Scritto e verificato lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 07 marzo, 2023

La nostra mente è affascinante in quanto a meccanismi messi in atto e produzioni. In grado com’è di ricordare eventi avvenuti decenni prima e di dimenticare quanto accaduto qualche giorno prima, può affaticarsi quando manteniamo la concentrazione, ma anche automatizzare un processo e darci modo di realizzarne un altro nello stesso istante.

Grandiosa nel progettare un’equazione per predire il futuro, è anche schiava di determinati vizi, come il fatto di non poter contare sull’importanza delle conoscenze pregresse.

Può imparare e disimparare, emozionarsi, gestire motivazioni molto intense al punto da farci mettere da parte i nostri interessi in favore di quelli degli altri. Oltre a ciò, è in grado di mantenersi attiva mentre dormiamo e quasi di addormentarsi mentre abbiamo la sensazione di essere svegli.

Le conoscenze pregresse sono una risorsa sulla quale di solito non contiamo

Il 15 gennaio del 2009 il Capitano Chesley Sullenberger “Sully” e il Primo Ufficiale Jeff Skiles stavano pilotando il volo 1549 della US Airways dall’aeroporto di LaGuardia e diretto all’aeroporto internazionale di Charlotte Douglas.

A distanza di tre minuti dal decollo, a un’altitudine di circa 2800 piedi (pari a circa 850 metri), l’Airbus A320 colpì uno stormo di oche canadesi, scontro che causò l’avaria di entrambi i motori. La situazione era critica e i piloti dovevano prendere alla svelta una decisione.

Atterrare era un imperativo. Sì, ma dove? L’aeroporto più vicino era Teterboro, ma i piloti presero una decisione sorprendente e che destò polemica: atterrare sul fiume Hudson.

Il bilancio fu di zero vittime; eppure la Giunta Nazionale per la Sicurezza dei Trasporti aprì un fascicolo sull’incidente e proprio per questo vennero eseguite diverse simulazioni che portarono alla seguente conclusione: i piloti avrebbero potuto condurre l’aereo fino a Teterboro, evitando così la manovra pericolosa richiesta per atterrare sul fiume.

Atterraggio sul fiume Hudson.

Sully è il film diretto e co-prodotto da Clint Eastwood che porta sul grande schermo questa storia. Nei panni del Capitano Chesley “Sully” c’è Tom Hanks, che spalanca le porte sul mondo interiore del pilota, sull’angoscia provata perché sotto accusa nonostante l’esperienza gli ripeta che ha fatto la scelta giusta.

Tuttavia, deve trovare un modo per convincere la commissione della Giunta Nazionale per la Sicurezza dei Trasporti e smentire le simulazioni. Per riuscirci, analizza l’equazione e si rende conto che avevano dimenticato di considerare una variabile molto importante: le conoscenze pregresse.

Nessuno ci ha avvisati. Nessuno ci ha detto della perdità dei motori all’altitudine più bassa della storia dell’aviazione.

-Sully-

Conoscenze pregresse e giudicare con il senno di poi

Sully affronta questa sfida lanciata dalla commissione affermando che nelle simulazioni si era tenuto conto delle conoscenze pregresse, dunque sapevano già cosa sarebbe successo. Per lui e il collega, non era stato così dato che si erano ritrovati in una circostanza del tutto imprevista.

Nel tentativo di ricostruire quanto accaduto, nelle simulazioni la giunta aveva dimenticato di considerare il tempo di reazione: il numero di secondi necessari per raccogliere le informazioni su quanto stava accadendo e valutare le possibili opzioni.

Accogliendo questo ragionamento, la Commissione propose di eseguire una nuova simulazione, questa volta tenendo conto di questo parametro. Ebbene, l’aereo si sarebbe schiantato contro un edificio e il bilancio delle vittime avrebbe coinvolto tutti i passeggeri.

Dunque, anche la tecnologia diede ragione a Sully, seppellendo definitivamente ogni sospetto circa l’inutilità della sua manovra di atterraggio. Questione di secondi, istanti che fecero la differenza tra l’eroe e il criminale.

Ancora una volta realtà e finzione ci ricordano che tendiamo a giudicare il passato dal punto di vista del presente, sulla base delle conoscenze pregresse. Si tratta di un errore comune, di cui fu vittima anche il personaggio interpretato da Tom Hanks.

Riflessioni conclusive

Ricordo che diversi anni fa un professore mi spiegò in che modo calcolava il tempo per stabilire la durata dei suoi esami. Nel suo schema dettagliato non c’era spazio per la lettura delle domande e per la comprensione dei problemi.

Insomma, dava per scontato che gli alunni entrassero in aula avendo già letto il contenuto dell’esame e avendolo compreso, e che dovessero semplicemente trovare la soluzione. Tuttavia la realtà è ben diversa. I suoi studenti potevano conoscere la materia, è vero, ma non l’esame.

Così come per i piloti protagonisti del cosiddetto “miracolo sull’Hudson”, anche loro avrebbero potuto trovarsi in una situazione imprevista o di emergenza, ignorando gli ostacoli che quel caro, ma sbadato, professore avrebbe messo loro davanti.

Una situazione straordinaria, da una parte, e una di vita quotidiana, dall’altra, che si presenta tutti i giorni nelle università o nelle scuole; escludono entrambe dall’equazione la conoscenza pregressa.

Insomma, ignorano il fatto che elaborare una situazione complessa richiede del tempo che va aggiunto aggiungere all’equazione per la risoluzione della stessa. Per gli amanti del cinema, lasciamo qui di seguito il trailer del film:


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