Il terribile errore di giudicare gli altri

Il terribile errore di giudicare gli altri

Ultimo aggiornamento: 03 dicembre, 2016

Tutti abbiamo commesso il terribile errore di giudicare gli altri. Tuttavia, perché definiamo in questi termini un comportamento tanto abituale? Ogni volta che sentenziamo un giudizio su qualcuno, ci trasformiamo in persone che creano una o varie storie che possono essere ben distanti dalla realtà sulla quale le abbiamo inventate.

Pensate a quella madre che accompagna il figlio a scuola sempre tardi. Forse la giudicherete come una cattiva madre o come stupida e incapace di alzarsi prima dal letto o forse come una persona che non è in grado di organizzarsi. Vi siete mai fermati a pensare se tutto questo è vero? Non è sempre necessaria una spiegazione, quella che si pensa sia la più logica viene data per certa.

Senza rendervene conto,ipotizzate ciò che accade nella vita di un’altra persona.  Commettete l’errore di completare un’informazione che non conoscete con una storia inventata da voi. Vi sbagliate senza esserne consapevoli.

La colpa è del nostro ego.

Il motivo per il quale giudichiamo in maniera tanto precipitosa è da ricercare nel nostro ego. In modo consapevole o inconsapevole, abbiamo bisogno di sentirci migliori degli altri o di manifestare il nostro rifiuto dinnanzi ad un determinato atteggiamento. Giudicando, chiudiamo le porte dell’empatia.

Quando parliamo di empatia verso gli altri, sono in molti a pensare di possedere questa caratteristica. “Se un’amica si sfoga con me e ha bisogno dei miei consigli, sono capace di mettermi nei suoi panni, di capirla e di aiutarla, senza cadere nella tentazione di giudicarla”. Con le persone che non si conoscono, non accade lo stesso.

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Abbiamo bisogno di sentirci di più, di sentirci speciali, diversi. Preferiamo osservare da una distanza prudente quella persona che crediamo non agisca bene. Ci comportiamo così perché alimentiamo il nostro ego e, in qualche modo, ci sentiamo meglio con noi stessi.

A volte vi siete sentiti soli perché nessuno vi capiva? Sicuramente, in più di un’occasione, avete pensato “Magari sapessero cosa provo, cosa sto passando”. Lo stesso pensano tutte le persone che giudichiamo senza sapere cosa accade loro davvero. È vero o no che è ben diverso assumere il punto di vista degli altri?

Pensate che, anche se aveste ragione e l’altra persona stesse agendo male secondo il vostro punto di vista, perché recriminarla? Non sapete cosa ha vissuto in passato. Chi di noi è perfetto? Tutti abbiamo diritto a sbagliarci, e anche a godere di questa possibilità.   

Se non sapete, domandate

Torniamo all’esempio della madre che trascura suo figlio, o almeno così sembra ai nostri occhi. Forse vive con un marito che la maltratta, forse soffre di depressione o forse ha da poco perso un familiare o una persona cara. Queste spiegazioni ci piacciono di meno, perché ci obbligano ad implicarci, a risvegliare la nostra coscienza: non sono facili.

Se la vedete così distratta, se il suo atteggiamento vi stupisce tanto e se la condannate, perché non le domandate niente? Se soffre una delle situazioni precedentemente elencate, probabilmente le farebbe piacere che qualcuno si preoccupasse per lei. Perché forse nessuno lo fa.

Potrebbe essere un’occasione che darà inizio ad una bella amicizia o, semplicemente, una situazione nella quale tendere una mano ad un’altra persona, affinché l’afferri se ne sente il bisogno. Sicuramente, almeno una volta, vi sarebbe piaciuto che facessero lo stesso per voi. Vi sarebbe piaciuto che, invece di ignorarvi o di giudicarvi negativamente, qualcuno si fosse avvicinato a voi e si fosse mostrato comprensivo.

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Tuttavia, perché abbiamo tanta paura di domandare? Facendolo, tutti i nostri giudizi si sgretolerebbero, dovremmo eliminare gli schemi che abbiamo costruito nella nostra mente e forse il nostro ego ne risentirebbe. In qualche modo, ci proteggiamo, commettendo un errore madornale. Quello di criticare.

Tendiamo a commettere l’errore di giudicare gli altri. È giunto il momento di mostrare il nostro interesse per gli altri, per trovare una spiegazione se ne sentiamo il bisogno, senza inventarla, e di avere pazienza e di aspettare fino a quando potremo sapere cosa succede e accettarlo.


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