Coscienza situazionale: una strategia resiliente

Sapere in che situazione ci troviamo, fare chiarezza sulle possibili minacce e sulle opportunità. Guardare le cose in prospettiva, senza il filtro dello stress o della paura. Queste abilità definiscono una qualità che potrebbe riflettersi sulla nostra capacità di adattamento e di resilienza.
Coscienza situazionale: una strategia resiliente
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

La coscienza situazionale definisce un’eccezionale capacità di sopravvivenza, di guarigione e di resilienza. Consiste nel tracciare una mappa mentale per capire a che punto della nostra vita ci troviamo, cosa ci circonda e quali sono le sfide che ci tormentano. Oltre a ciò, questa abilità così sofisticata ci permette soprattutto di accettare con determinazione gli eventi così da indurci a definire un piano di azione.

Qualcuno potrebbe pensare che questa risorsa sia propria di un supereroe o di una specie di boy scout. Tuttavia, per quanto possa sorprenderci, siamo tutti predisposti allo sviluppo di questi interessanti meccanismi cognitivi.

La psicologia ci dice che l’essere umano è capace di straordinarie facoltà cognitive, che possono essere affinate allo scopo di prendere decisioni più intelligenti e ottenere il controllo sule situazioni critiche.

Un altro aspetto interessante di cui tenere conto è che “risvegliare” la coscienza situazionale oggi è una strategia particolarmente apprezzabile. In questi tempi difficili, caratterizzati da cambiamenti e sfide all’orizzonte, il cervello ha bisogno più che mai di sapere come reagire all’attuale incertezza e ai bivi dinnanzi ai quali potremmo trovarci.

Coscienza situazionale e donna su un dirupo.

Come sviluppare la coscienza situazionale?

Quando le persone affrontano momenti stressanti si verifica una curiosa dinamica che notiamo a stento. Le difficoltà tendono a ridurre la percezione degli eventi e ci portano a concentrarci sulla paura. E quel che è peggio è che tutte le nostre energie si concentrano sull’amplificazione delle preoccupazioni.

Quasi senza accorgercene, rimaniamo bloccati su una piccola isola, nel bel mezzo dell’oceano dell’angoscia. Siamo incapaci di vedere al di là dei limiti di quella situazione complicata.

La coscienza situazionale ci permette di fare un passo indietro, di alzare lo sguardo e poi di percepire tutto quello che ci circonda. Significa alzare la testa e lasciare che la brezza ci rinfreschi il viso per farci intravedere quello che abbiamo davanti e vagliare le opportunità che ci si presentano. Così, buona parte della resilienza richiede questa abilità, ovvero acquisire nuove doti di sopravvivenza davanti alle difficoltà.

Attualmente buona parte di questa dimensione viene applicata solo in ambito militare e in particolare nell’aviazione. Una delle figure più importanti in questo campo è la pedagoga spagnola María López García, pioniera dell’applicazione del neurofeedback all’insegnamento di questa tecnica cognitiva.

Ma questa preziosa risorsa ha suscitato anche l’interesse della psicologia. Vediamo a seguire alcune strategie per svilupparla.

Acuire i sensi, sentire e prendere coscienza di tutto quello che ci circonda

Il primo passo per attivare la coscienza situazionale è sapere dove siamo. Da un approccio psicologico, non ci riferiamo a uno spazio fisico specifico da poter localizzare su una mappa.

Intendiamo piuttosto quel punto vitale segnato dal qui e ora, dall’esperienza del presente. A tale scopo, sarà utile porsi i seguenti interrogativi:

  • Come mi sento adesso?
  • Cosa ha scatenato il mio stato d’animo?
  • Cosa penso del mio umore? Mi piacerebbe sentirmi diversamente?
  • A quale contesto appartengo? È favorevole oppure minaccioso? Quali aspetti potenziali o incoraggianti presenta?
  • Chi sono le persone che mi circondano? Mi rendono felice?

Rappresentazione mentale e individuazione di schemi

L’elemento successivo da allenare è la rappresentazione mentale. Si tratta di tracciare una sorta di mappa mentale che ci permetta di assumere un punto di vista più chiaro sulla realtà. In che modo?

Mettendo a confronto quello che stiamo vivendo qui e ora con le nostre esperienze passate, con ciò che abbiamo imparato nel corso della nostra vita.

Il cervello funziona spesso per schemi mentali. Le nostre conoscenze ed esperienze di ieri determinano gli schemi mentali utili a reagire alle sfide del presente.

Abbiamo tutti un percorso personale, un passato che definisce chi siamo oggi. Per definire queste rappresentazione mentale può esserci utile fare una classifica dei seguenti aspetti:

  • Quali sono i miei valori? In questo momento li sto rispettando?
  • Nel caso io stia attraversando una situazione difficile a cosa lo devo?
  • Uno di questi schemi mentali che ci definiscono è la personalità, insieme all’atteggiamento e alle abilità adattive. Sono adatte a fronteggiare la situazione attuale? Mi sono state utili in passato? Dovrei apportare dei cambiamenti per adattarmi al contesto in cui mi trovo?
Donna che osserva il mare.

Coscienza situazionale e la proiezione

La coscienza situazionale parte da un elemento fondamentale: accettare che il presente sia pieno di sfide con cui stare sempre al passo. Prepararci oggi ci permetterà di affrontare molto meglio il futuro. La mente dovrebbe gestire le esperienze passate, prestare attenzione a ogni evento che si verifica nel qui e ora e, oltretutto, intravedere le sfide all’orizzonte.

Bisogna saper abbinare l’intuito alla calma interiore. È necessario imparare a controllare la paura, a gestire lo stress per poter ampliare i nostri orizzonti, mettere a fuoco e proiettare sul domani obiettivi realizzabili.

Ebbene, sviluppare uno sguardo sveglio e rilassato richiede tempo, perché l’incertezza e i problemi attuali possono scoraggiare e far perdere le speranze.

Tuttavia, è importante concentrarsi sui propri obiettivi, valori e il bisogno di superarsi giorno dopo giorno. Il futuro è una dimensione offuscata che prende forma a mano a mano che avanziamo con determinazione e con la bussola interiore ben calibrata. Sapere dove ci troviamo e dove vogliamo arrivare è sempre il miglior punto di partenza.


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  • Endsley, M. R. (2000). «Theoretical underpinnings of situation awareness: A critical review.» En M. R. Endsley & D. J. Garland (coords.), Situation Awareness Analysis And Measurement. Mahwah, NJ: LEA
  • López García, Mª G. (2011). «Entrenamiento de la Conciencia Situacional mediante neurofeedback.» Colegio Oficial de Pilotos de la Aviación Comercial. Aviador, número 61 julio-agosto-septiembre 2011.

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