3 credenze comuni che ci bloccano
L’essere umano è una specie vulnerabile. Lo siamo a livello fisico fin da quando nasciamo, ma anche a livello mentale. Siamo vulnerabili all’ambiente circostante, a come processiamo le nostre esperienze durante l’infanzia e l’adolescenza e al modello di crescita che ci circonda. I nostri schemi e le nostre credenze fondamentali sono influenzati da tutti questi fattori. E su questi che si basano i nostri ragionamenti, i nostri comportamenti e le nostre emozioni.
Cosa sono le credenze?
Secondo Rokeach (1960), il “sistema di credenze rappresenta l’insieme di aspettative, ipotesi o convinzioni, consapevoli o inconsapevoli, che una persona accetta come autentica spiegazione del mondo in cui vive”. Le credenze ci aiutano a spiegare parte della realtà che percepiamo. In molti casi, ci trascinano in situazioni contraddittorie, dato che è difficile metterle in discussioni essendo talmente radicate nelle nostre mappe mentali.
“Sembrerebbe che l’uomo preferisca credere piuttosto che conoscere”
Come le costruiamo? Ci sono vari cammini che percorriamo per arrivare alla formazione di queste piccole guide di pensiero. Iniziano con l’esperienza dell’infanzia, in maniera diretta o indiretta. Da una parte, teniamo conto delle associazioni che realizziamo e diamo per valide, e dall’altra delle credenze informative.
Queste sono quelle che ci vengono trasmesse da un gruppo di persone (culturale, politico, religioso o sociale). Le credenze sono di solito ostili, ma anche nostre alleate. Ci aiutano a muoverci per il mondo e a relazionarci con gli altri. Ci proteggono nei momenti di incertezza, ci guidano e contribuiscono a donarci stabilità e coerenza interiore.
Tuttavia, esiste il rischio che le credenze che abbiamo ereditato o costituito rispetto a determinati elementi (amore, giustizia, responsabilità, società) giochino a nostro sfavore. Per questo motivo, è importante conoscerne l’influenza, delimitarla e ridurla oppure eliminarla nei casi in cui pensiamo che costituiscano un’influenza negativa.
Esistono credenze nemiche?
Vari anni di studi di psicologia sulle teorie di pensiero hanno rivelato una serie di idee irrazionali e credenze controproducenti comuni alla specie umana in generale. Compaiono all’improvviso in diverse persone e culture (principalmente occidentali). In questo caso, lasceremo da parte le idee irrazionali, per concentrarci su ciò che si conosce come credenze comuni controproducenti.
Esistono credenze nemiche che ci bloccano. Concretamente, si chiamano “Credenze Controproducenti Comuni”. Non dobbiamo sentirci colpevoli per accettarle e convivere con esse. La parola comune ci dice che è un modo di pensare ricorrente in molte persone, sia nella nostra cultura sia in altre. L’importante è individuare queste credenze che si riflettono nei nostri comportamenti e lavorare per trasformarle in qualcosa che ci sia d’aiuto.
“La credenza è involontaria; niente di involontario è meritato o condannabile. Un uomo non può essere considerato migliore o peggiore per le sue credenze”.
– Percy Bysshe Shelley –
È importante ricordare che queste “istruzioni” sono difficili da modificare, poiché sono integrate nella nostra cultura e possono essere alla base di altre credenze. In tal modo, metterne in questione una potrebbe significare metterne in questione molte altre che si giustificavano a partire da essa. Tuttavia, quando un’idea è alla base del nostro sistema di credenze, è molto più difficile estirparla.
Individuando le credenze che ci bloccano
Ci soffermeremo su tre di queste credenze:
Fobia delle emozioni negative
Non dobbiamo mai sentirci tristi, inadeguati, gelosi o vulnerabili. Dobbiamo nascondere i nostri sentimenti e non causare preoccupazioni agli altri.
Al giorno d’oggi molti messaggi ci spingono ad estrapolare solo il lato positivo di ogni esperienza. Nella maggior parte dei casi si confonde l’estrarre un insegnamento da una situazione negativa con il non permettersi di provare o processare le cose negative. Fuggire dalle emozioni negative non è positivo. Il corpo e la mente hanno bisogno di equilibrarsi e di provare emozioni negative. Questo è importante per equilibrare i pensieri e dare senso ai fatti o alle esperienze negative.
Paura del rifiuto
Se mi rifiutano, questo dimostra che c’è qualcosa che non va in me. Se sono solo, tendo a sentirmi uno sfortunato, un inutile.
Sicuramente tutti noi siamo stati rifiutati almeno una volta. La domanda è immediata: perché? La risposta sulla quale ragioniamo è pericolosa se proviene dalla credenza sbagliata. Diventa doloroso quando storpiamo le spiegazioni e ci assumiamo la colpa associata al nostro valore personale. Spesso non sono validi gli argomenti onesti offertici dagli altri. Ci concentriamo direttamente sulla nostra tristezza emotiva.
Dipendenza dall’amore
Non posso essere felice e realizzato senza essere amato. Se non mi amano, non vale la pena vivere.
Questa credenza è importante per la forza che esercita e per quanto può arrivare ad essere pericolosa. Associare il coraggio come essere umano alla dipendenza da altre persone significa affidare nelle mani altrui ciò che di più importante abbiamo. Sentirsi realizzati in base ai “ti amo” che riceviamo comporta molti rischi e trappole mentali. Quando viviamo all’insegna della malsana ricerca dell’amore, invece di innamorarci della persona che abbiamo davanti, camminiamo sul bordo di un precipizio in cui è difficile distinguere l’amor proprio, che posizioniamo sul fondo della scarpata.
Queste 3 credenze sono un esempio di come i nostri contenuti mentali possano incidere sui nostri comportamenti. Comportamenti che, allo stesso tempo, tramite il meccanismo della profezia auto-compiuta, presupporranno un rinforzo di queste credenze, portandole, in questo modo, a stabilirsi e rendendo più difficile metterle in discussione.