Curiamoci di chi si prende cura di noi
Curiamoci di chi si prende cura di noi, perché i medici, gli infermieri, gli operatori, gli assistenti, in generale tutto il personale sanitario, danno il massimo per prendersi cura di noi nonostante le difficoltà. Anche loro sentono il nostro dolore e devono affrontare la burocrazia che comporta il loro lavoro così come accade a noi con le liste di attesa.
A volte il personale medico deve fare miracoli per soddisfare le esigenze della burocrazia, dei superiori del centro sanitario, del paziente e dei suoi familiari. Tutto questo senza considerare lo stress personale che ne può derivare.
Per questo motivo, è normale che chi lavora in ambito sanitario possa incorrere nello stress o nella Sindrome da burnout. Pensare a chi si prende cura di noi, al loro benessere, con tecniche come la mindfulness, dovrebbe essere una priorità nei centri sanitari e ospedalieri perché anche il personale ha bisogno di essere curato.
Stress e burnout nel personale sanitario
Quando accompagniamo una persona in ospedale, di solito abbiamo paura e siamo frustrati nel vederla soffrire tanto perché non possiamo fare nulla per lei, non siamo medici. Per questo motivo, ci sentiamo impotenti, ansiosi e chiediamo un controllo continuo al personale sanitario, magari infastidendolo con le nostre richieste.
Le persone che lavorano in ospedale, inoltre, devono affrontare un orario di lavoro davvero stancante e spesso, soprattutto nel periodo estivo, il personale non è sufficiente. Anche in questa situazione, però, i dipendenti dell’ospedale svolgono il loro lavoro con la massima professionalità possibile, cercando di rispondere a tutte le richieste, dei pazienti e dei loro superiori. Tuttavia, l’equilibrio può spezzarsi ed è lì che cominciano i problemi.
Stress
Lo stress lavorativo è un insieme di reazioni emotive, cognitive, fisiologiche e comportamentali del lavoratore a certi aspetti difficoltosi o nocivi del lavoro stesso. Lo stress lavorativo nel personale medico sorge quando le richieste del lavoro sono elevate e, allo stesso tempo, la capacità di controllo della presa di decisioni -per mancanza di risorse in termini di personale e dell’ambiente sanitario- è bassa.
Determinate condizioni di lavoro del personale sanitario sono di solito legate ad un’ampia gamma di reazioni fisiche e psichiche che si ripercuotono sulla salute, sull’organizzazione del lavoro e sulla qualità delle cure e dell’assistenza che queste persone offrono ai pazienti.
Queste situazioni possono avere a che fare con i pazienti e i loro familiari, con il contatto diretto con la morte e il dolore, con la responsabilità della salute altrui, con l’affrontare situazioni di emergenza o la pressione sociale e le difficoltà di coordinamento.
Burnout
- Stanchezza emotiva: si manifesta con alterazioni emotive che derivano dalle difficoltà lavorative nel gestire emozioni intense, dei pazienti o di altro personale, il che influenza le decisioni professionali e aumenta gli errori sul lavoro. Queste alterazioni emotive, inoltre, causano malessere psicologico e riducono l’empatia che di solito facilita le relazioni tra il personale e i pazienti.
- Depersonalizzazione: caratterizzata da una tendenza al distacco dai pazienti e dall’adozione di comportamenti meccanici, che possono aumentare gli errori sul lavoro.
- Sensazione di bassa realizzazione personale: in questi casi è inversamente associata all’ottimismo e alla valorizzazione del lavoro ed aumenta nel personale sanitario che a che fare con malati terminali.
Tutto questo rende le conseguenze psicologiche e fisiche molto gravi. Alcuni dei sintomi più comuni di questa sindrome sono: bassa autostima, sensazione di stanchezza, di insuccesso e di impotenza, stato di eccitazione e nervosismo costanti, comportamenti irritabili o aggressivi, mal di testa, tachicardia, insonnia e poco rendimento, tra i tanti.
La differenza tra stress e sindrome da burnout
- Lo stress può scomparire dopo un adeguato periodo di riposo, invece il burnout non diminuisce dopo le ferie o le vacanze: il burnout non è un processo associato alla stanchezza, ma alla demotivazione emotiva e cognitiva che segue l’abbandono degli interessi che in un determinato momento erano importanti per il lavoratore.
- Il burnout si manifesta in modo più brusco rispetto allo stress: nel personale sanitario il burnout è più insidioso, mentre lo stress si sviluppa in un periodo di tempo prolungato durante il quale aumentano a dismisura le richieste dei pazienti.
- Il burnout è una variabile dello stress particolarmente legata alla perdita degli elementi cognitivi che valorizzano il lavoro: appare quando si perde la giustificazione di uno sforzo o di un compito che prima appassionava e che ora è diventato un carico pesante, monotono o eccessivo.
I benefici della mindfulness per il personale sanitario
La salute mentale di questi lavoratori richiede una particolare attenzione perché imparino a regolare le situazioni di stress, di ansia e di malessere emotivo. La pratica della mindfulness non solo migliora il funzionamento e la qualità della vita del personale sanitario, ma anche il servizio e le cure prestati ai pazienti.
Alcune tecniche basate sulla mindfulness, come la meditazione legata alla respirazione, la meditazione di consapevolezza, la meditazione del cammino o la meditazione dell’amore e della compassione, che in molti casi si possono realizzare all’interno del centro sanitario, migliorano tutti gli indicatori dello stress e della sindrome di burnout presentati dal personale sanitario.
Per questo motivo, insegnare a chi si prende cura di noi alcune tecniche basate sull’attenzione che aiutino loro a migliorare il loro stato emotivo, ad aumentare l’empatia e a prendersi cura del loro benessere, avrà delle ripercussioni anche sulla nostra salute e sulla qualità del sistema sanitario stesso, perché prenderci cura del personale sanitario significa prenderci cura di noi stessi.