Daniel Bar Tal e lo studio dei conflitti intrattabili

Come si svolge la vita nei territori interessati dai conflitti intrattabili? Per saperlo, dovete prima conoscere Daniel Bar Tal.
Daniel Bar Tal e lo studio dei conflitti intrattabili
Roberto Muelas Lobato

Scritto e verificato lo psicologo Roberto Muelas Lobato.

Ultimo aggiornamento: 22 maggio, 2023

Daniel Bar Tal è un accademico israeliano nato in Tagikistan. Ha trascorso la sua infanzia in Polonia ed è poi emigrato in Israele. Bar Tal ha completato i suoi studi all’Università di Tel Aviv e ha svolto un dottorato all’Università di Pittsburgh, negli Stati Uniti. In seguito, ha fatto ritorno in Israele dove ha sviluppato le sue ricerche più importanti.

È stato direttore dell’istituto Walter Leach per la coesistenza arabo-ebraica attraverso l’educazione, ma anche presidente dell’International Society for Political Politology. Senza dimenticare che Daniel Bar Tal ha ricoperto il ruolo di caporedattore del quotidiano Palestine Israel, ottenendo numerosi riconoscimenti per le sue ricerche sulla pace e i conflitti in campo psicologico.

Sebbene il suo lavoro sia estremamente vasto, occorre segnalare alcuni dei suoi contributi più importanti. In primo luogo, il suo lavoro di ricerca si è incentrato soprattutto sulle basi socio-psicologiche dei conflitti intrattabili. In secondo luogo, vista la sua importanza, occorre menzionare il pensiero paradossale. Infine, il suo lavoro di ricerca più recente si è concentrato sull’autocensura.

Ombra d'uomo su parete

Daniel Bar Tal e i conflitti intrattabili

I conflitti intrattabili costituiscono il ​​principale argomento di ricerca di Bar Tal. Ed è anche parte del lavoro che troverete nelle prossime sezioni. Per conflitti intrattabili si intendono i conflitti o le guerre che perdurano nel tempo e per i quali non si riesce a trovare una soluzione. Tali caratteristiche producono un senso di logorio in chi vive immerso in questa condizione.

Tali soggetti finiscono per sviluppare delle strutture mentali volte a minimizzare le conseguenze del conflitto nelle loro vite. Queste strutture sono costituite da una memoria collettiva che descrive l’inizio, la progressione e gli eventi più importanti che si sono verificati durante il conflitto.

Un ethos, o visione organizzata del mondo, che permette di comprendere il contesto del conflitto e che ne guida i comportamenti. Ma anche una tendenza a esprimere emozioni particolari, ovvero un orientamento emotivo collettivo.

“Per quanto tempo ancora il mondo è disposto a sopportare questo spettacolo di crudeltà senza senso?”

-Bertrand Russell-

Il pensiero paradossale

Un paradosso è un’idea insolita e opposta a ciò che la maggior parte della gente considera veritiera. Così, in accordo con le ricerche di Bar Tal, si ha ciò che definisce pensiero paradossale. Questo tipo di pensiero serve a spiegare quanto assurde possano essere alcune delle idee che sembrano ovvie.

In tal senso, se ridicolizzano le nostre convinzioni usando dei paradossi che le fanno apparire irrazionali e insignificanti, potremmo riflettere sulle nostre idee e persino a cambiarle.

Bar Tal e la sua squadra hanno dimostrato che il potere del pensiero paradossale può persino attenuare le credenze e gli atteggiamenti. I partecipanti ai loro studi hanno espresso un minor sostegno per le politiche più aggressive e un maggiore sostegno per quelle più concilianti. In particolare, portando all’assurdo alcune delle idee diffuse tra la gente, si è ridotto il fervore bellico di molti israeliani.

“Gerusalemme è una città portuale sulle rive dell’eternità.”

-Yehuda Amichai-

L’autocensura secondo Daniel Bar Tal

L’autocensura è l’atto di nascondere intenzionalmente e volontariamente le informazioni a qualcun altro in assenza di impedimenti formali. Per esempio, quando sappiamo qualcosa che crediamo vero, ma che nascondiamo consapevolmente.

Sebbene come esseri umani tendiamo a condividere, comunicare e divulgare le informazioni con gli altri, siamo anche inclini a mantenere un’immagine positiva del nostro gruppo di appartenenza. Se quindi le informazioni in nostro possesso possono danneggiare l’immagine del nostro gruppo, molto probabilmente ci autocensureremo.

Secondo Bar Tal e il suo gruppo di ricerca, il contesto di gruppo, i fattori individuali, le informazioni e i fattori circostanziali possono influire sull’autocensura. In tal senso, le persone calcolano i costi e i benefici di ogni decisione e affrontano il problema che si presenta. Il risultato di queste considerazioni personali determinerà se la persona divulgherà le informazioni, a chi, se in parte o tutte, o se applicherà l’autocensura.

In sintesi, Daniel Bar Tal ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca, in particolare su ciò che chiama conflitti intrattabili. I suoi contributi più importanti includono gli approfondimenti sulla struttura mentale di coloro i quali vivono in un territorio interessato da conflitti, il potere del pensiero paradossale nel ridurre gli atteggiamenti estremi e, per ultima, la tendenza all’autocensura. Senza contare i numerosi interventi realizzati con l’obiettivo di portare le pace nel conflitto israelo-palestinese.


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  • Bar-Tal, D. (2007). Sociopsychological foundations of intractable conflicts. American Behavioral Scientist, 50(11), 1430–1453. doi:10.1177/0002764207302462

  • Bar-Tal, D. (2017). Self-censorship as a socio-political-psychological phenomenon: Conception and research. Political Psychology, 38, 37–65. doi:10.1111/pops.12391

  • Hameiri, B., Porat, R., Bar-Tal, D., & Halperin, E. (2016). Moderating attitudes in times of violence through paradoxical thinking intervention. Proceedings of the National Academy of Sciences, 113(43), 12105–12110. doi:10.1073/pnas.1606182113


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