Diazepam: cos'è ed effetti collaterali
Il diazepam (più conosciuto con il nome commerciale “Valium”) è un farmaco appartenente alla famiglia degli ansiolitici e ipnotici. Questo psicofarmaco, derivato dalle benzodiazepine, continua a essere uno dei più somministrati per il trattamento dell’ansia, dell’insonnia, degli attacchi di panico e come sedativo che precede determinati interventi.
Avremo sentito parlare tutti del diazepam, forse ce l’hanno prescritto qualche volta o un nostro conoscente lo tiene sempre sul comodino. La stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) lo ha incluso nella sua lista di “medicine essenziali” per un motivo ben preciso: è una delle benzodiazepine più efficaci e prescritti ai giorni d’oggi.
Tuttavia, e questo è importante tenerlo presente, il suo uso frequente e quasi normalizzato in molti dei nostri contesti, non significa affatto che si tratti di un medicinale innocuo. Il diazepam, come il resto delle benzodiazepine, comporta un rischio elevato di dipendenza. La sua somministrazione deve essere scrupolosa, controllata e limitata nel tempo.
A seguire, vi proponiamo di scoprire altre cose su questo tipo di psicofarmaco.
Cos’è il diazepam?
Paolo sta vivendo un periodo di grandi alti e bassi. Ha la sensazione che tutto gli stia sfuggendo di mano e che il mondo si muovi troppo in fretta sotto i piedi. Ha perso il padre da due mesi per un problema al cuore, l’azienda dove lavora sta facendo riduzione del personale e sente che la sua produttività sta diminuendo. Ha paura di essere licenziato. Il suo livello d’ansia, i suoi disturbi del sonno e il suo nervosismo sono tali che dopo averne parlato con il suo medico di famiglia, quest’ultimo gli ha prescritto il diazepam.
La cura ha la durata di 8 settimane. Dopodiché valuteranno i progressi e si procederà a una riduzione graduale del farmaco. Se Paolo non presenterà alcun miglioramento, il suo medico lo indirizzerà a uno psichiatra per provare altri trattamenti e iniziare una terapia. Il nostro protagonista segue le indicazioni del suo medico e inizia il trattamento, non senza prima cercare di scoprire qualcosa in più su questa piccola pasticca che da ora in poi lo accompagnerà per diverse settimane.
Chi ha creato il Diazepam?
Il Diazepam è stato la seconda benzodiazepina inventata da Leo Sternbachalrededor intorno agli anni ’60. È cinque volte più forte del suo predecessore, il clordiazepossido. Fino a quel momento i medici prescrivevano ai loro pazienti i classici barbiturici, dei farmaci a dipendenza elevata e con effetti collaterali piuttosto seri.
Il Diazepam è stato considerato per diversi anni il “farmaco miracoloso”, fino al punto che, per un periodo di tempo piuttosto prolungato, fu il medicinale più venduto. Tuttavia, a poco a poco i medici si resero conto che queste meravigliose pasticche non erano poi così innocue come si credeva all’inizio. Arrivati agli anni ’90 la loro commercializzazione dimezzò.
Per cosa si usa il Diazepam?
Il diazepam, dati i suoi effetti sedativi e ipnotici, ha molteplici usi:
- Trattamento a breve termine dell’insonnia.
- Trattamento dell’ansia, degli attacchi di panico e degli stati di agitazione.
- Trattamento dello stato epilettico.
- Gestione iniziale di diversi disturbi dello stato d’animo come la mania. È solito utilizzarsi in combinazione con il litio, il valproato o i neurolettici.
- Trattamento dell’astinenza dall’alcol e dagli oppiacei.
- Insieme ad altri antidepressivi in pazienti che sviluppano pensieri suicidi.
- È efficace per diverse condizioni muscolari dolorose.
- Si utilizza per trattare diverse paresi muscolari dovute a lesioni o problemi cerebrali.
- È sempre presente negli ambulatori o negli ospedali dove viene somministrato come sedativo prima di un’operazione.
Come agisce il Diazepam?
Il diazepam è un farmaco che agisce come sedativo del sistema nervoso. Cosa significa? Che lo vogliamo o no, il famoso Valium, come il resto delle benzodiazepine, riduce l’attività del cervello. Lo fa agendo su diverse parti del sistema limbico, del talamo e dell’ipotalamo, inducendo in questo modo effetti ansiolitici.
I neuroscienziati deducono che la sua azione abbia inizio dalla sua unione coi recettori GABA. Dopodiché, il funzionamento di certe aree cerebrali risulta rallentato e si sperimenta un prolungato stato di sonnolenza, diminuzione dell’ansia e rilassamento dei muscoli .
Quali sono gli effetti collaterali del diazepam?
Li abbiamo segnalati all’inizio: la durata della cura deve essere breve, supervisionata dal nostro medico, non deve superare le 8-12 settimane e non si devono mai eccedere le dosi prescritte. Superato questo periodo di tempo e la quantità raccomandata (o combiniamo il farmaco con altri per conto nostro), le conseguenze possono essere gravi.
Vediamo adesso quali sono gli effetti collaterali del Diazepam, i quali sono comuni alla maggior parte delle benzodiazepine.
Effetti collaterali più comuni del diazepam
- Sonnolenza.
- Funzione motoria deteriorata.
- Problemi di coordinazione.
- Problemi di equilibrio.
- Nausea.
- Bocca secca.
- Piccoli vuoti di memoria.
Effetto del diazepam per un principio di dipendenza lieve
- Tremolio e problemi più evidenti di coordinazione.
- Nervosismo, irritabilità.
- Insonnia.
- Cefalee.
- Crampi muscolari.
- Problemi a guidare in sicurezza.
- Difficoltà a parlare in modo fluido.
- Problemi di concentrazione.
- Amnesia anterograda.
Sintomi gravi di dipendenza dal Diazepam
- Tachicardia.
- Stati paradossali di coscienza.
- Respirazione irregolare, rapida o lenta.
- Mancanza di coordinazione.
- Perdite di coscienza.
- Debolezza muscolare.
- Sonnolenza estrema.
- Dolori muscolari.
- Sfumature bluastre nelle unghie per una mancanza di ossigeno nel sangue.
Per concludere, dobbiamo pensare che buona parte della popolazione che riceve questa cura per trattare l’ansia è solita assumere il diazepam per periodi piuttosto lunghi, il che presuppone che spesso si crei dipendenza e tolleranza al farmaco. Questo significa che, a poco a poco, avremo bisogno di dosi più alte per raggiungere il medesimo effetto e sarà la nostra salute a rimetterci.
Gli psicofarmaci, sebbene siano validi in molti casi, non sono sempre una risposta o la risposta completa ai nostri buchi neri. La chimica addormenta, rilassa e attenua le preoccupazioni, ma difficilmente risolve i problemi. È come usare le stampelle dopo che ci hanno sparato in una gamba: le stampelle ci permettono di camminare ma, una volta che le lasciamo, se non si ricorre a interventi di natura diversa, continueremo a camminare con difficoltà.
In questo senso, utilizziamo le stampelle, ma non rinunciamo all’operazione (trattamento psicologico). Dobbiamo dare spazio a un approccio psicologico e dare l’opportunità al nostro corpo e alla nostra salute di non diventare dipendenti per vivere.
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