Dimenticare o imparare a vivere con un ricordo

Dimenticare o imparare a vivere con un ricordo

Ultimo aggiornamento: 08 novembre, 2017

Si può dimenticare davvero quello che ci ha fatto soffrire? Dimentichiamo davvero o in realtà impariamo a metterlo da parte per poter vivere senza che continui a farci male? Forse dimenticare non è una questione di volontà, ma ciò non toglie che possiamo aiutare la nostra mente a perdere il ricordo.

Abbiamo vissuto tutti certe situazioni, relazioni e momenti che ci hanno reso felici, ma arriva un momento in cui la felicità si spezza, finisce. Alcune persone spariscono, altre volte finisce l’amore o la distanza mette degli ostacoli. Che cosa possiamo fare affinché questi ricordi smettano di farci male?

Forse la prima idea da tenere in considerazione è che cercare di dimenticare in modo forzato non funziona. Più cerchiamo di sopprimere un ricordo, più apparirà nella nostra mente sotto forma di pensiero ricorrente. È stato e continuerà ad esserlo anche se in modo diverso, ma il ricordo resta. Quello che occorre fare è imparare a prendere consapevolezza della sua esistenza, ma senza che faccia male.

Sta a noi conferire un valore nuovo a questo pensiero, integrarlo nella storia della nostra esistenza senza che provochi dolore. Un buon discorso a livello interiore è il seguente:

“Mi ha reso felice, ho imparato da tutte le cose brutte che sono successe e conservo nella mia memoria i bei ricordi. Se mi sforzo di dimenticare, apparirà con più forza nella mia coscienza e acquisirà più potere per provocare emozioni negative. Tutto quello che ha fatto parte del mio passato adesso fa parte della mia storia,per questo motivo dimenticarlo non dovrebbe essere un punto su cui lavorare”.

Smettere di parlarne non vuol dire dimenticare

Nonostante tutti gli sforzi che possiamo fare per scacciare dalla mente ciò che ci causa dolore, la cosa più probabile è che non ci riusciamo. Non parlare del dolore, dedicarci a conoscere gente nuova, non scrivere ad un’altra persona perché le serbiamo rancore o non perdonarle il dolore che gli altri ci hanno causato non significa dimenticare.

Uomo triste che guarda dalla finestra

Mantenere in sospeso o come ricorrenti i temi che ci fanno male non significa dimenticare, significa evitare che emergano in modo tale da poterne controllare gli effetti. Purtroppo, continueranno a rimanere tali, impacchettarli significa solo conservare i ricordi in un luogo poco sicuro, poiché solo sfiorandoli, inizieranno a far male.

Quando dimentichiamo, non fa più male, non ricordiamo più, non possiamo più provare quello che abbiamo provato in quel momento, ma non si tratta di allontanarlo, bensì di cancellarlo. Poiché questo è un compito impossibile (non abbiamo un pulsante nella nostra mente che mandi all’aria qualsiasi cosa spiacevole o indesiderata), sarebbe più opportuno sforzarsi di fare ciò che è nelle proprie mani. Di conseguenza, sarebbe utile riflettere sul valore che questo ricordo ha per noi, come vogliamo conservarlo, cosa continua a farci stare male e perché.

Ragazza che guarda vecchie fotografie

Abbiamo l’opportunità di elaborare le esperienze e possiamo evitare che queste assumano il controllo su di noi. Siamo più forti dei ricordi, dei pensieri, siamo noi a dare un significato alla nostra memoria, in quanto siamo noi, in sostanza, a darle forma.

Adesso c’è, ma non fa male

Dal momento in cui completiamo una lettura e la elaboriamo, il ricordo risiederà in noi. Ricorderemo com’era il tempo che trascorrevamo con i nostri nonni, ricorderemo quel primo amore che ci segnò così tanto, ricorderemo quando giocavamo o parlavamo al telefono con i nostri amici, i viaggi, le birre bevute d’estate. Questi ricordi continuano ad esistere dentro di noi, privati dell’associazione con altri ricordi negativi, dunque brilleranno di più.

Ragazza che fa bolle di sapone

Sforzarsi di dimenticare a tutti i costi mette in atto un lavoro che porta solo alla frustrazione. Non voglio dimenticare le cose belle, solo quelle che mi hanno fatto stare male e questo è un processo che richiede la nostra intelligenza, oltre ad un po’ di tempo e di pazienza.

D’altro canto, se ci fa male, vuol dire che è accaduto, perché lo sentiamo, perché siamo vivi. Non allontaniamolo dalla nostra mente, diamogli un nuovo valore, un nuovo luogo. Lasciamolo stare, ma priviamolo della’importanza che ha già perso, di tutto quello che ha di noi, integrandolo in un modo nuovo nella nostra storia.


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