Disprezzo: un'arma pericolosa per la psiche
Il disprezzo prende spesso la forma di parole che feriscono e demoralizzano. Può anche essere un gesto, la posizione delle labbra o delle sopracciglia che riflettono rifiuto per quello che stiamo dicendo o facendo. Pochi comportamenti risultano dannosi per l’integrità psicologica come quelli che, a poco a poco, finiscono per far finire una relazione o segnano per sempre lo sviluppo di un bambino.
Forse siamo più abituati a parlare o a leggere riflessioni che riguardano l’odio o l’indifferenza ma, il disprezzo è una delle emozioni più letali. È un’arma di distruzione con aspetti sofisticati. Così, mentre la rabbia o l’indifferenza possono essere reazioni immediate e temporanee, il disprezzo è un’emozione più subdola e oscura.
Chi disprezza ha la precisa intenzione di umiliare. Cerca di ridicolizzare, minimizzare o addirittura annullare l’altro in modo aperto e manifesto. Lo fa cercando l’occasione propizia e ci riesce un po’ tutti i giorni, fino a lasciare una ferita nella psiche, a far a pezzi l’amor proprio e a spezzare per sempre il legame di fiducia.
Padri, madri, partner, colleghi… Il disprezzo espresso apertamente oppure in modo discreto e sibillino. Qualunque sia la sua modalità, chi disprezza fa mostra di quel tipo di vigliaccheria che si nutre di risentimento e di mancanza di maturità emotiva.
“Se riesci a non disprezzare nessuno, sarai sfuggito al pericolo di molte debolezze.”
-Charles Dickens-
Il disprezzo quotidiano che uccide le relazioni
Chiunque può portare con sé il ricordo di una situazione in cui gli è stata inferta la ferita del disprezzo. Forse durante l’infanzia, quando qualcuno non ha capito con quanto impegno avevamo fatto quel disegno, un momento in cui ci siamo sentiti criticati e ridicolizzati. È anche possibile che uno dei nostri genitori abbia la particolare abilità di disprezzare qualunque cosa facciamo, diciamo, desideriamo.
Qualcuno avrà avuto una storia d’amore con un partner che aveva l’abitudine di fare una smorfia a ogni commento, di criticare i gusti, disprezzare le opinioni, ironizzare su ogni inezia, su cose fatte o non fatte. Non a caso John Gottmann, psicologo ed esperto in relazioni di coppia, ha dichiarato, dopo una ricerca che è durata quasi quarant’anni, che il disprezzo è indubbiamente uno dei principali fattori che porta a una rottura di coppia.
Vediamo, quindi, quali dimensioni definiscono l’atto del disprezzare.
L’anatomia del disprezzo
Il disprezzo è l’opposto dell’empatia. Mentre quest’ultima è la capacità di aprirci agli altri e di connetterci con la loro realtà e i loro bisogni, il disprezzo fa il contrario. Per prima cosa innalza un muro e poi si posiziona su di esso in un atteggiamento tale da denigrare e sminuire l’altro.
I bambini che crescono in ambienti caratterizzati da disprezzo e umiliazione hanno maggiori probabilità di sviluppare una bassa autostima, sensi di colpa e vergogna, disturbi da stress e ansia.
D’altra parte, le persone abituate a disprezzare hanno spesso alcuni punti in comune. Non accettano chi è in disaccordo e non prendono in considerazione i bisogni altrui. È tipica in loro anche l’incapacità di comunicare, quindi ricorrono a smorfie, sospirano, ci mostrano con la postura e lo sguardo il loro profondo disprezzo.
Questi profili nascondono di solito precise dimensioni psicologiche. Sono persone piene di frustrazione e persino rabbia. L’esercizio del disprezzo serve a proiettare e riversare sugli altri le proprie emozioni negative, la propria insoddisfazione personale.
Disprezzo e danno psicologico
Il continuo disprezzo genera non solo danni psicologici, ma influisce anche sulla salute. L’Università della Pennsylvania ha condotto nelle scuole un interessante studio in proposito. Il primo elemento a emergere è stato indubbiamente l’effetto sull’autostima: tutti gli studenti che erano state vittime di umiliazioni e disprezzo avevano una visione più debole e negativa di sé.
Allo stesso modo, il disprezzo, le situazioni stressanti e le continue violenze hanno un grave effetto sulle nostre difese immunitarie. Questo significa che si più propensi a soffrire di raffreddore, allergie, problemi digestivi, infezioni, ecc.
Tutto ciò ci obbliga quasi a sviluppare in noi lo stesso difetto, la tendenza a disprezzare con le parole o ridicolizzare.
È importante sapere che il disprezzo è la dimensione più nociva che possiamo ricevere e offrire agli altri. È il modo più sicuro per annichilire, è un’assoluta mancanza di compassione ed empatia, causa dolore, fa germogliare i semi dell’angoscia e della paura. La stessa dimensione che finisce per distruggere i nostri rapporti affettivi e che fa crescere un bambino con paura e un concetto di sé frammentato e debole.
Terminiamo con una frase di Honoré de Balzac: “Le ferite incurabili sono quelle inflitte dalla lingua, dagli occhi, dalla derisione e dal disprezzo”.