Disturbi d'ansia: come aiutare davvero chi ne soffre

Disturbi d'ansia: come aiutare davvero chi ne soffre
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Aiutare chi soffre di disturbi d’ansia richiede tatto, empatia e intelligenza. Non serve a nulla dire “vieni qua, calmati, andrà tutto bene” oppure “non c’è nulla di cui preoccuparsi, devi solo vedere le cose da un altro punto di vista”. Chi soffre di questa patologia è tormentato da una serie di sensazioni fisiche ed emotive a causa delle quali non riesce a pensare con lucidità.

Bisogna tenerlo bene a mente: quando parliamo di stress o di disturbi d’ansia, non esistono vie d’uscita immediate. Non ci sono consigli o miracoli né strategie che diano un effetto immediato, nel giro di un paio di minuti.

Il cervello non funziona come dovrebbe, ogni suo componente è invaso da norepinefrina e cortisolo, due ormoni che annebbiano i pensieri e che ci fanno rimanere intrappolati sempre nelle stesse reazioni: evitare e fuggire.

Se vogliamo davvero aiutare una persona che soffre di ansia, la prima cosa da fare è manifestare empatia, la seconda è avere pazienza.

L’amigdala e l’ippocampo assumono il controllo totale del cervello e dal momento in cui questo succede, percepiamo solo due cose: la paura e la sensazione di essere minacciati da qualcosa.

Come se non bastasse, il corpo  è subordinato a una serie di effetti concatenati: tachicardia, sudorazione, mal di pancia, tensione muscolare. Considerando tutto questo, come possiamo rapportarci alle persone che soffrono di disturbi d’ansia senza dire loro “di calmarsi”?

Poco importa che ci siano buone intenzioni o presunto tatto. A volte con frasi del genere portiamo la persona cara ad alzare un muro davanti a noi e ci tiene a distanza. Vediamo quindi quali strategie ci possono guidare nel nostro tentativo di aiutare una persona affetta da disturbi d’ansia.

Donna con disturbi d'ansia

Come aiutare una persona che soffre di disturbi d’ansia

1. Prendere coscienza del suo mondo interiore

Convivere con una persona che soffre di ansia non è facile. L’umore cambia, la motivazione svanisce e i suoi messaggi e obiettivi diventano improvvisamente molto negativi. A ciò si aggiunge un’eccessiva sensibilità: si allarma al minimo cambiamento, non mancano i malintesi, la capacità di concentrazione si abbassa, è distratta e persino di cattivo umore.

Se  anche noi ci lasciamo travolgere dalle sue emozioni, non otterremo nulla. Se ci arrendiamo e agiamo mettendoci sulla difensiva dinnanzi a ogni sintomo d’ansia, intensificheremo il problema e creeremo un ambiente asfissiante. Per questo motivo, la prima cosa da fare è perseverare.

Il nostro patner, nostro padre, nostro fratello oppure quel buon amico di sempre, uno di loro sta vivendo un periodo difficile. Soffre di ansia e, di conseguenza, dobbiamo mostrarci più sensibili nei suoi confronti e approfondire il nostro livello di conoscenza di alcuni aspetti del problema.

Possiamo cercare su Google cosa è l’ansia. Tuttavia, quello che leggeremo potrebbe non corrispondere a quanto la persona a noi cara sta vivendo. Per prima cosa, è importante sapere che esistono molti tipi di ansia: attacchi di panico, ansia generalizzata, fobie, manie ossessivo-compulsive e così via.

L’ideale è contare su un aiuto professionale. Solo dal momento in cui il paziente avrà ricevuto la giusta diagnosi, potremo iniziare a comprendere a fondo quello che sta passando.

2. Rivolgersi in un certo modo a chi soffre di disturbi d’ansia

Ne parlavamo all’inizio. Per aiutare qualcuno che soffre di disturbi d’ansia, molte persone non esitano a utilizzare le frasi tipo: cambia disco, fatti forza, non fai nulla per stare meglio, c’è chi sta peggio di te e così via.

Per chi le riceve, queste asserzioni sono una sorta di B52 che bombarda l’autostima.

Qui di seguito, vi spieghiamo che cambiamenti dovremmo apportare al nostro modo di comunicare con la persona che soffre d’ansia:

  • Dimostrare sostegno incondizionato con frasi del tipo “Quando hai bisogno di me, ci sono. Voglio sostenerti e ti voglio bene. Ci sono in qualunque momento”.
  • Non dobbiamo giudicare, perché chi soffre d’ansia non desidera avere questo problema.
  • Cerchiamo di rendere la situazione più normale possibile: soffrire di disturbi d’ansia non è un marchio. Si tratta di una malattia che va affrontata, curata e gestita. Non dobbiamo fuggire da essa.
Coppia di spalle

3. Essere pazienti, non mettere pressione e non aspettare risultati immediati

Quando vogliamo aiutare una persona che soffre di disturbi d’ansia, spesso ci precipitiamo a comprare libri sul tema o a cercare informazioni su internet. Contemporaneamente, e con tutte le buone intenzioni, non esitiamo nemmeno a dispensare consigli alla persona in questione. Suggeriamo tecniche di respirazione, come gli esercizi di mindfulness più indicati, di fare sport, yoga e così via.

Nel dare questi consigli, ci aspettiamo che l’altra persona li segua e di vedere risultati immediati. Ma non sempre è così. E ciò perché vivere con l’ansia vuol dire desiderare, a volte, di passare un pomeriggio intero a letto, al buio e in silenzio. E una cosa del genere può essere frustrante per chi sta accanto.

Bisogna anche considerare un altro aspetto. Il processo di guarigione è soggettivo e può voler dire procede a piccoli passi.

Per questo motivo, l’unica cosa da fare in questi casi è dimostrare empatia e pazienza. Non bisogna aspettarsi che la persona  accetti e metta in pratica tutti i nostri suggerimenti. Ciò di cui ha più bisogno sono la nostra comprensione e la nostra vicinanza. Senza però doversi sentire sotto pressione.

4. Il nostro sostegno è importante, ma è necessario l’aiuto di uno specialista

Potremmo voler aiutare una persona con disturbi d’ansia, ma non sapere come fare. Non sempre possiamo contare su una formazione specifica che dia risposte concrete a questa condizione.

  • Dobbiamo tentare di convincere chi soffre di ansia a rivolgersi a un professionista.
  • Abbiamo bisogno di una diagnosi e una terapia idonea.
  • Allo stesso tempo, dobbiamo sostenere la persona in modo che segua i consigli dell’esperto: andare in terapia, prendere i medicinali e, se è il caso, seguire una dieta adatta. Per riuscirci, dobbiamo essere in grado di supervisionare senza mettere pressione, affinché il percorso di guarigione funzioni.
Dare sostegno emotivo

Vogliamo sempre il meglio per le persone che amiamo. Tuttavia, non siamo tutti esperti di psicologia. A volte, seppur intervenendo alla radice del problema, finiamo con il generare una risposta avversa. Proprio l’opposto di quello che volevamo.

Per aiutare una persona che soffre d’ansia, abbiamo bisogno di rendere la situazione più normale possibile e di avere a disposizione l’aiuto di un esperto. Solo così saremo in grado di agire e di relazionarci in modo più determinato, trasmettendo sicurezza con le nostre parole e con i nostri consigli. Allo stesso tempo, condividere con queste persone ogni progresso e vittoria vuol dire dare un sostegno stimolante grazie al quale sarà possibile percepire il cambiamento e rendere davvero effettivo ogni nuovo atteggiamento, ogni nuovo obiettivo.


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