Disturbo d'ansia generalizzato nel bambino

Il disturbo d'ansia generalizzato sta diventando sempre più comune tra i bambini. I segnali che dovrebbero metterci in guardia sono i disturbi del sonno, le richieste costanti di andare in bagno e le paure.
Disturbo d'ansia generalizzato nel bambino
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Oggi il disturbo d’ansia generalizzato nel bambino è una delle condizioni cliniche più diffuse in età infantile. Sebbene la comparsa di paure e preoccupazioni sia comune tra i più piccoli, alcune possono sfociare in situazioni estremamente invalidanti. Si tratta di una realtà così complessa che finisce per incidere direttamente sulla qualità della vita.

Pensate che questo disturbo appare già intorno ai quattro, cinque anni. All’inizio molti genitori tendono a non dare troppa importanza alle paure e alle preoccupazioni dei figli, convinti che questa apprensione generale sia tipica della fase dello sviluppo e che con il tempo le loro insicurezze si attenueranno.

L’ansia che non viene affrontata durante l’infanzia li accompagnerà nell’adolescenza e nell’età adulta, con la probabilità che sfoci in un disturbo depressivo. D’altra parte, il disturbo d’ansia generalizzato influenza la vita sociale, il rendimento scolastico e lo sviluppo della personalità.

Il disturbo d’ansia generalizzato di solito esordisce nella prima infanzia. Una diagnosi precoce aiuterà il bambino a sbarazzarsi di questo problema.

Incidenza del disturbo d’ansia generalizzato nel bambino

Tra il 15 e il 20% della popolazione infantile e giovanile (3-18 anni) soffre di ansia: questo dato aumenta a mano a mano che si raggiunge l’adolescenza. Quando parliamo specificamente di disturbo d’ansia generalizzato, la prevalenza è del 3%.

La ricerca condotta presso la Tulane University di New Orleans indica che persino i bambini molto piccoli possono soffrire di questo disturbo. È molto probabile, dunque, che all’età di 5 anni manifestino già determinati comportamenti ansiosi, ma riceveranno una diagnosi di disturbo d’ansia generalizzato solo quando raggiungeranno la scuola primaria.

Allo stesso modo, è importante ricevere sempre una diagnosi corretta. Molti bambini soffrono di ansia da separazione o fobie. Si tratta di realtà cliniche che possono scomparire nel tempo, tuttavia il disturbo d’ansia generalizzato tende a diventare cronico.

Quali sono i sintomi?

Il disturbo d’ansia generalizzato nel bambino presenta sintomi diversi rispetto agli adulti. Ciò ci costringe a prendere coscienza di manifestazioni molto particolari che spesso possono essere confuse con altre realtà.

Un primo aspetto che dobbiamo considerare è che i bambini tendono a somatizzare, ovvero a convertire i problemi psichici in sintomi organici. Vediamo quindi come si manifesta in genere questa condizione clinica.

  • Grande preoccupazione per aspetti insignificanti.
  • Domande continue su eventi negativi che potrebbero accadere in futuro.
  • Insicurezze persistenti e paure su eventi che potrebbero accadere a loro o ai genitori.
  • Rifiuto di svolgere attività comuni (giocare per strada, andare a scuola, andare in piscina, fare escursioni, dormire in altre case, etc) per angoscia, insicurezza e paura di ciò che potrebbe accadere.
  • Difficoltà a concentrarsi.
  • Disturbi digestivi (mal di stomaco, nausea, etc) e intestinali come la diarrea.
  • Disturbi del sonno.
  • Mal di testa e vertigini.
  • Minzione continua.
  • Sensazione di avere un nodo in gola e non poter deglutire.
  • Stanchezza.
  • Ricerca di vicinanza e protezione da parte degli adulti.
  • Tendenza a essere irascibili e ad arrabbiarsi spesso, mancanza di pazienza.

Come si diagnostica il disturbo d’ansia generalizzato nel bambino?

Per valutare la presenza del disturbo d’ansia generalizzato nel bambino possiamo avvalerci del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V). Tuttavia, lo psicoterapeuta deve valutare una serie di aspetti che riguardano la vita quotidiana del bambino. Sono i seguenti:

  • Insorgere e sviluppo dei sintomi.
  • Valutazione dell’ansia (è generalizzata o si presenta a seguito di determinati stimoli?).
  • Impatto dei sintomi sulla vita quotidiana.
  • Scoprire i possibili fattori di stress psico-sociale (accade qualcosa nella vita del bambino che provoca la comparsa di queste reazioni?).
  • Eventuale presenza di altre realtà cliniche (depressione, ADHD, fobie, etc).
  • Storia evolutiva del bambino.
  • Precedenti familiari.
  • Rendimento scolastico.
  • Referti medici.
  • Colloquio con il bambino, osservazione del comportamento, test diagnostici, etc.

Quali sono le cause del disturbo d’ansia generalizzato nel bambino?

Allo stato attuale non è ancora chiara la causa esatta del disturbo d’ansia generalizzato nel bambino. L’unico dato certo è che entrano in gioco molteplici fattori, tra cui quelli genetici, che possono unirsi a quelli ambientali.

Fattori genetici

Lo studio condotto presso l’Unità di Psicologia Clinica dell’Università di Leiden, nei Paesi Bassi, dimostrano che il disturbo d’ansia generalizzato nei bambini nella stragrande maggioranza dei casi è di origine familiare.

Se i genitori ne soffrono, le probabilità che il bambino sviluppi questa condizione sono del 30%. Ma bisogna considerare anche un altro fattore.

Molte volte i bambini tendono a interiorizzare i comportamenti e le reazioni dei genitori, perpetrando un modello di comportamento molto specifico.

Come i virus, anche la preoccupazione eccessiva, le reazioni spropositate, così come le paure, possono essere trasmesse da una persona all’altra.

Traumi precoci

Una delle cause più comuni che possono spiegare il disturbo d’ansia generalizzato sono i traumi psicologici. L’abuso e la negligenza dei genitori provocano una profonda ferita emotiva che spesso si trasforma in problemi di ansia.

I bambini che hanno a che fare con il disturbo d’ansia generalizzato possono essere molto tranquilli e timidi, a volte, o mostrare di avere continui scoppi d’ira. Dobbiamo essere a conoscenza di queste realtà per capire cosa c’è dietro.

Bambino che ha paura.

Terapie e trattamenti per il disturbo d’ansia generalizzato nel bambino

A seguito di diagnosi di disturbo d’ansia generalizzato, l’approccio deve essere multidisciplinare per facilitare il miglioramento della qualità della vita del bambino. È dunque opportuno tenere conto delle seguenti variabili.

Terapia psicologica

La terapia cognitivo comportamentale per il trattamento dell’ansia infantile rimane la più efficace. Ogni approccio psicologico terrà conto in primis dall’età del bambino o dell’adolescente, ma in questi casi la psicoterapia aiuterà ad apportare cambiamenti come:

  • Sviluppo di un dialogo interiore positivo.
  • Gestione delle paure e sviluppo di pensieri più sani.
  • Comprensione e gestione delle emozioni.
  • Apprendimento di tecniche di rilassamento.
  • Miglioramento delle capacità di coping di fronte al disagio e alla preoccupazione.
  • Sviluppo delle abilità sociali e di un buon livello di autostima.

D’altra parte, è importante anche che i genitori prendano parte alla terapia per aiutare il bambino in ogni momento e comprendere molto meglio la sua realtà.

Approccio farmacologico

In alcuni casi il disturbo d’ansia generalizzato nei bambini potrebbe richiedere un trattamento farmacologico. I più utilizzati sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), che si sono dimostrati molto efficaci e con il minor numero di effetti collaterali.

Bisogna mostrare maggiore sensibilità verso i bisogni del bambino

I disturbi d’ansia sono sempre più diffusi tra la popolazione infantile. Oltre all’ansia generalizzata, ci sono i disturbi di panico, le fobie, l’ansia da separazione, ecc.

Sebbene in generale, i fattori biologici possono spiegare la comparsa di queste condizioni cliniche, la causa più ovvia risiede nei fattori psicosociali. In molti casi sono gli eventi nell’ambiente, i cambiamenti e alcune dinamiche familiari a determinare queste situazioni.

La diagnosi precoce, il supporto dei professionisti e la vicinanza dei genitori in ogni momento garantiranno senza dubbio un buon progresso terapeutico. A ogni modo, i genitori e gli educatori dovranno mostrarsi sensibili ai bisogni dei più piccoli.


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