DOC: cause e sviluppo del disturbo
Il disturbo ossessivo-compulsivo, noto anche come DOC, è una condizione psicologica caratterizzata dall’attivazione di determinati meccanismi per prevenire l’ansia di fronte a idee, immagini e pensieri che sono diventati un’ossessione.
Il disagio generato da queste ossessioni è tale che la persona fa uso di gesti e rituali per contrastare e neutralizzare quell’ossessione.
Attraverso l’atteggiamento ossessivo-compulsivo il soggetto riesce a fermare l’ansia e il disagio. In questo articolo parliamo del DOC, cercando di capire come nasce e come si sviluppa questa patologia.
Una persona può essere ossessionata dall’idea che uno dei suoi parenti possa essere investito da un’auto. Questa idea è così persistente, fuori controllo e ripetitiva che la persona mette in moto dei meccanismi per far sì che non avvenga nella realtà.
Questi meccanismi possono variare dal contare dieci volte da uno a cento solo i numeri pari, contare le macchine rosse per strada fino a sessantasette o strapparsi ciocche di capelli.
Ciò che rende davvero difficile la vita alle persone che soffrono di un disturbo ossessivo-compulsivo è che i rituali tendono a intensificarsi per evitare l’ansia.
La persona che tutte le volte che vede un’auto rossa deve contare fino a sessanta affinché la sorella non venga investita da un’auto, vive intrappolata nella sua stessa ossessione. I rituali consumano gran parte delle sue risorse, quindi non può svolgere normalmente la sua routine.
Le ossessioni del disturbo ossessivo-compulsivo sono state ampiamente studiate e suddivise in somatiche, pensieri sulla morte, preoccupazioni sessuali, ossessioni sulla violenza, idee contaminanti. Così come i rituali: controllare, pulire, ordinare, eccetera.
Tuttavia, non è del tutto chiaro quando e soprattutto perché sorgono le ossessioni. Approfondiamo l’argomento in questo articolo.
Neurochimica e neuroanatomia del DOC
A livello chimico, gli studi sul DOC mostrano che il neurotrasmettitore maggiormente coinvolto in questa patologia è la serotonina.
Nel DOC solitamente si riscontra un deficit o una diminuzione di questo neurotrasmettitore o un’alterazione dei recettori della serotonina. È stata considerata anche la possibilità che ci siano dei livelli eccessivi di dopamina.
Per quanto riguarda invece le strutture cerebrali, sembra esserci un problema nell’attivazione dei gangli della base, che attivano i neuroni del talamo.
Il talamo, a sua volta, aumenta l’attivazione della corteccia orbitofrontale, con la conseguente incapacità di distogliere l’attenzione dal pensiero ruminante.
Modello comportamentale: il circolo vizioso dell’ossessione
Il modello comportamentale che caratterizza il DOC è quello del paradosso ansia-evitamento-ansia. Quando appare un’idea che genera disagio, la persona inizia a provare ansia nei confronti del contenuto di quell’idea.
L’angoscia si estingue se il soggetto viene esposto allo stimolo ansioso, cioè all’idea ossessiva, per un tempo sufficientemente lungo. Tuttavia, quando i rituali iniziano a emergere come alternativa all’ansia, l’esposizione prolungata è più difficile.
Secondo il modello comportamentale, i rituali sono comportamenti volontari che consentono di evitare di essere esposti a determinati pensieri. In questo modo le compulsioni vengono rinforzate negativamente, ovvero calmano, quindi si mantengono nel tempo.
Oltre a ciò, riducono la frequenza dell’esposizione ai pensieri ossessivi, rendendo difficile l’abitudine e l’estinzione a lungo termine dell’ansia.
Infine, nel momento in cui i rituali e le compulsioni consumano, di solito c’è una perdita di gratificazione e un deficit nelle attività sociali o piacevoli. Ciò contribuisce ad aumentare i livelli di depressione e ansia, che a loro volta aumentano la probabilità di idee intrusive. Il modello comportamentale considera il DOC come un circolo vizioso.
Modello cognitivo: l’importanza esorbitante nel DOC
Tutti possiamo avere, e del resto abbiamo, delle idee o dei pensieri intrusivi. Improvvisamente ci concentriamo su un’idea che può sembrare inappropriata, terribile o catastrofica.
Una persona che non soffre di un DOC di solito lascia andare quell’idea e non se ne preoccupa più. Non sviluppa un’ossessione e i conseguenti rituali.
Tuttavia, bisogna fare attenzione, perché le ossessioni hanno la loro origine nei pensieri, nelle idee e nelle cognizioni apparentemente più normali.
Alcune persone rimangono intrappolate da quell’idea. Il pensiero intrusivo è condizionato a una risposta di grande disagio.
Il contenuto di questi pensieri può essere acquisito dal condizionamento classico, dall’apprendimento indotto o dall’acquisizione di informazioni rilevanti per la minaccia, ad esempio le notizie sull’Ebola di qualche anno fa.
Ciò significa che la differenza tra i pensieri normali e quelli che diventano ossessivi non sta nel grado di controllo, ma nella capacità delle persone ossessive di dare a questi pensieri un significato esagerato.
L’esagerazione della responsabilità
Un pensiero intrusivo può essere valutato come una minaccia di rischio reale per se stessi o per gli altri. Si può anche arrivare a credere di essere responsabili di quel danno.
Quando manteniamo quell’idea nella testa, proveremo emozioni negative, dunque cercheremo di neutralizzare quel pensiero o “quel danno imminente di cui siamo responsabili”.
Un’esagerazione della responsabilità, perché la persona crede di poter arrecare danno ad altri o a se stessa se non mette in atto un comportamento preventivo o riparatore, ovvero il rituale. Altre convinzioni disadattive sono:
- La fusione pensiero-azione: convinzione che i pensieri possano influenzare gli eventi. La fusione pensiero-azione può anche basarsi su una probabilità, per cui il soggetto si convince che avere un pensiero intrusivo indesiderato aumenta la probabilità che questo pensiero si avveri.
- Per un paziente con DOC, è importante e necessario controllare i propri pensieri.
- Sopravvalutare la minaccia: esagerazione della probabilità di danno.
- Intolleranza all’incertezza o all’ambiguità.
- Perfezionismo e intolleranza verso gli errori.
Modello metacognitivo per spiegare il DOC: pensare al pensiero
Questo modello si rifà alla fusione pensiero-azione. La metacognizione è il pensare al pensiero. Le persone hanno determinate idee e convinzioni su cosa significhi pensare.
Le credenze metacognitive rilevanti per il DOC hanno a che fare con il pericolo che un pensiero può racchiudere, e anche con il significato di avere un pensiero.
Sono quindi queste convinzioni metacognitive ad offuscare la distanza tra pensiero ed eventi reali. Le credenze metacognitive legate al DOC, oltre alla fusione pensiero-azione spiegata sopra, sono:
- Fusione pensiero-evento: avere un pensiero fa sì che abbia luogo un evento.
- Pensiero fusione dell’oggetto: i pensieri possono essere trasmessi attraverso gli oggetti.
Conclusioni
I modelli per spiegare il DOC cercano in primis di capire in che modo nasce un DOC: ovvero in che modo un’idea apparentemente normale e banale diventa un mostro che consuma tempo e sforzi riservati alla vita di tutti i giorni.
Questi modelli non si escludono a vicenda, il che implica che sia la parte comportamentale, ossia la rottura con i rituali fino a quando non ci troviamo esposti a eventi ansiogeni, sia la parte cognitiva, ovvero la ristrutturazione delle idee metacognitive e l’attribuzione di responsabilità, sono ugualmente efficaci nella terapia per il disturbo ossessivo-compulsivo.