Segnali di un disturbo alimentare: domande per individuarli
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) costituiscono un importante problema medico-psicologico. La loro incidenza negli ultimi tempi è aumentata e, tuttavia, sono molti i casi in cui il problema non viene rilevato in tempo. Trattandosi di patologie con tendenza alla cronicizzazione e ad alto rischio di morbilità e mortalità, è fondamentale intervenire il prima possibile. Pertanto, vogliamo mostrarvi alcune domande che possono aiutare a rilevare i segnali di un disturbo alimentare.
Questi tipi di condizioni colpiscono principalmente adolescenti e giovani adulti; tuttavia, sempre più casi vengono rilevati nelle persone anziane e nei bambini sotto i 12 anni. Inoltre, nonostante siano più frequenti nelle donne, gli uomini non ne sono esenti.
In generale, si calcola che circa il 6% della popolazione soffra di un disturbo alimentare e un numero molto più elevato sia a rischio di svilupparlo o presenti già comportamenti problematici. Per questo motivo, e sebbene la diagnosi possa essere fatta solo da un professionista, è opportuno che l’ambiente sia preparato per identificare i primi segni.
Domande per rilevare i segnali di un disturbo alimentare
Prima di tutto, vale la pena ricordare che nell’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) sono state apportate alcune modifiche per quanto riguarda i disturbi alimentari. Vengono così mantenute le diagnosi tradizionali, ma ne vengono incluse anche altre meno note. Principalmente, troviamo quanto segue:
- Anoressia nervosa.
- Bulimia nervosa.
- Disturbo da alimentazione incontrollata.
- Fame nervosa.
- Ruminazione.
- Disturbo di restrizione/evitamento dell’assunzione di cibo.
- Sindrome da alimentazione notturna.
- Così come altri disturbi alimentari che non soddisfano i criteri per nessuno dei precedenti.
Ciò significa che un disturbo alimentare non è una singola categoria, ma piuttosto un termine che accoglie una moltitudine di manifestazioni e problemi diversi. Ecco perché anche comportamenti che potremmo non associare a un disturbo alimentare possono essere un indizio.
Pertanto, ci sono alcune domande chiave da valutare che possono aiutarci a determinare se qualcosa sta realmente accadendo con la persona:
Segnali di un disturbo alimentare: cosa mangia
La scelta del cibo è una delle grandi indicazioni che possono avvisarci della presenza di vari disturbi alimentari. Per esempio:
- Le persone con fame incontrollata mangiano gesso, sapone, ghiaccio e altre sostanze non commestibili e non nutritive.
- Se l’assunzione si limita ad un’alimentazione scrupolosamente pulita e sana, biologica, naturale e priva di qualsiasi tipo di sostanza e lavorazione, potrebbe essere sottostante una forma di ortoressia.
- Quando si evitano più alimenti o se ne assume solo una varietà molto limitata, si potrebbe parlare di un disturbo alimentare selettivo o restrittivo.
- Le persone con anoressia generalmente optano per cibi a basso contenuto di grassi e calorie ed evitano a tutti i costi quelli che non soddisfano questi parametri.
- Chi soffre di bulimia o disturbo da alimentazione incontrollata, invece, sceglie solitamente alimenti molto calorici e ricchi di zuccheri e grassi ; quei “cibi proibiti” che normalmente non sono consentiti per non ingrassare.
Quanto mangiamo
La quantità è un altro punto fondamentale da valutare, e bisogna sempre tenere conto del fabbisogno energetico di ogni persona (a seconda della sua età e costituzione) e della sua storia pregressa. In altre parole, non è solo la quantità particolarmente eccessiva o insufficiente di cibo che dovrebbe allertarci, ma il fatto che ci sia un improvviso cambiamento nell’assunzione.
Ad esempio, le persone con disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo mangiano molto poco e spesso adottano questo modello fin dall’infanzia. Chi soffre di anoressia, allo stesso modo, restringe e limita notevolmente le porzioni di cibo, in questo caso motivato dalla paura di ingrassare.
Al contrario, le persone con disturbo da alimentazione incontrollata tendono a mangiare quantità insolitamente elevate di cibo (soprattutto durante determinati periodi) e continuano a mangiare anche quando si sentono sazi. Nella bulimia, invece, si alternano periodi di restrizione alimentare ad altri di abbuffate e purghe.
Quando mangiamo: segnali di un disturbo alimentare
I due fattori precedenti sono i più sorprendenti e quelli a cui tendiamo a prestare attenzione quando cerchiamo segni di un disturbo alimentare; ma, osservare quando la persona mangia ci dà anche importanti indizi. La cosa logica e salutare sarebbe che la persona mangiasse quando si sentiva affamata, ma nei disturbi alimentari questo schema naturale è alterato.
Pertanto, la persona può mangiare quando ha emozioni traboccanti come ansia, paura, stress o delusione (e usare il cibo per regolare emotivamente). Oppure puoi mangiare solo quando ti è permesso, che può essere solo una o due volte al giorno.
Come mangiamo
Infine, dobbiamo guardare al contesto che accompagna il momento del pasto. Idealmente, una persona dovrebbe mangiare con calma, consapevolmente e con piacere. Per questo, quando la persona mangia con senso di colpa, angoscia e preoccupazione, dovremmo prenderlo come un segno importante. Soprattutto se, al contrario, quando hai lo stomaco vuoto, ti senti appagato e gratificato.
Allo stesso modo, se mangia avidamente e in modo incontrollabile, se tende a nascondersi o isolarsi per mangiare, o si sente in imbarazzo quando gli altri la vedono mangiare, dovremmo anche stare attenti.
Agire ai primi segnali di un disturbo alimentare
Sfortunatamente, una grande percentuale di persone con disturbi alimentari non riceve una diagnosi o un aiuto adeguati. Ciò può essere dovuto a una mancanza di consapevolezza della propria malattia, forse a causa di diete normalizzate, digiuni o abbuffate e non sapendo che costituiscono un segno patologico.
Ma può anche accadere per paura o vergogna di esprimere ciò che sta accadendo loro o per rifiutarsi di accettare di aver bisogno di aiuto.
Per questo il supporto dell’ambiente è fondamentale per aiutare la persona a prendere coscienza e mettersi nelle mani di professionisti. Se rilevate uno dei suddetti segni di un disturbo alimentare in una persona a voi vicina, non esitate a parlarne con lei, a informarvi sul suo stato emotivo, sulla sua immagine di sé o sulle sue preoccupazioni. Infine, non esitate a accomandarle di cercare aiuto per sentirsi meglio.
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