Dracula, fra storia e leggenda

"Dracula" è uno dei romanzi più letti di tutti i tempi, il primo racconto sui vampiri che ci affascinano ancora oggi. L'uomo a cui si ispirò Bram Stoker arrivò perfino a superare la crudeltà del conte vampiro.
Dracula, fra storia e leggenda
Juan Fernández

Scritto e verificato lo storico Juan Fernández.

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

 

Nel 1897 l’irlandese Bram Stoker pubblicò a Londra Dracula, l’opera con la quale passerà alla storia della letteratura e che darà vita alla leggenda del famoso vampiro. Il racconto ovviamente è fittizio, ma la sua ispirazione ha inquietato per decenni i ricercatori.

È forse esistito un personaggio così infame e sadico da potere essere paragonato a un vampiro? Non potremo mai saperlo con certezza, ma esistono indizi che spiegano perché Stoker scelse quello che è oggi l’eroe nazionale romeno.

Più di quattro  secoli prima nacque a Sighișoara, Valacchia, Vlad Tepes, figlio di Vlad II Dracul. Lo pseudonimo di suo padre si riferisce all’Ordine del Drago, di cui era membro. Con il tempo suo figlio sarebbe stato soprannominato Draculea, figlio del drago o demonio, da cui forse provenne il “Dracula” di Stoker. La sua biografia è appassionante e i suoi parallelismi con il conte vampiro sono evidenti.

Statua di vlad tepes.

Valacchia, frontiera dell’Europa

La Valacchia è una regione balcanica che occupa il centro dell’attuale Romania. Nel XV secolo faceva parte di un insieme di territori disputati tra il Sacro Romano Impero e l’Impero Ottomano. In pratica costituiva una frontiera dell’Europa cristiana di fronte all’Islam.

Gli intrighi e i tradimenti di corte furono una costante nella vita di Vlad, così come le alleanze o le ostilità con il vicino ottomano. Nella sua infanzia venne consegnato come ostaggio alla corte turca, epoca in cui conobbe la tortura che caratterizzò il suo governo: l’impalamento.

Certamente salire al trono ereditato dal padre non fu facile. Malgrado il sostegno turco, i suoi oppositori lo espulsero lo stesso anno in cui salì al potere.

In un  complicato equilibrio di poteri, recupererà il trono nel 1453, cinque anni dopo la sua espulsione per perderlo nuovamente nel 1461 e recuperarlo fugacemente dieci anni più tardi. Nel frattempo visse in cattività per mano dei suoi nemici, godette dell’appoggio poco costante della Moldavia, dell’Ungheria e della Turchia. Visse perfino una conversione religiosa per interessi politici.

La crudeltà di Dracula

Ma Vlad Tepes fu noto ai suoi tempi per il castigo che applicò più frequentemente, tanto da dargli il suo soprannome, Vlad l’Impalatore. La frequenza con cui praticò questa tortura, l’impalamento, fu tale che si calcola che in un territorio di mezzo milione di persone arrivò ad impalarne ottantamila, contando anche i turchi catturati. Questo senza dubbio contribuì alla sua fama, arrivando a castigare paesi interi per un crimine da risolvere.

Secondo quanto riportano le cronache del tempo, un Sultano che stava per attaccare la Valacchia, si ritirò vedendo il bosco di pali, non sentendosi pronto ad affrontare il diavolo in persona. Queste non furono le sue uniche gesta. Nelle campagne del 1461, incendiò dei raccolti e mise del veleno in molti pozzi per sconfiggere i suoi rivali turchi. Dopo aver impalato molti dei suoi prigionieri, decise di inviare due sacchi di nasi e orecchie al re d’Ungheria.

La tragica fine della moglie, che si suicidò durante un attacco turco, o l’umiliante morte di Dracula per mano di un traditore hanno alimentato l’immaginazione di Bram Stoker. Pochi personaggi storici hanno una storia tanto convulsa o hanno dimostrato di essere tanto spietati per mantenere il potere.

Vlad tepes turchi.
Vlad Tepes e gli inviati turchi di Theodor Aman.

Vlad, il vampiro

Molti ricercatori sono unanimi nell’affermare che Stoker non fu il primo a paragonare Dracula ad un vampiro. Queste creature sono comuni nella tradizione slava e balcanica. Rappresentano la quintessenza della crudeltà, e come il suo pseudonimo, sono correlate ai draghi e ai demoni.

Al mito contribuì la mancanza della sua tomba. Anche se si suppone che sia stato sepolto a Snagov, è certo che il suo corpo non si trovò mai. Forse l’autore irlandese si rifece ad una tradizione orale.

“Odiato e temuto. Sono morto per tutto il mondo. Ascoltami. Io sono il mostro che gli uomini vivi ucciderebbero. Io sono Dracula”.

-Dracula, Bram Stoker-

La lezione di Dracula

Come fa la buona letteratura, questo romanzo ha la capacità di farci riflettere sulla realtà a partire dalla finzione. La descrizione del personaggio e della sua controparte storica si adattano alla perfezione a quella di uno psicopatico.

Le interpretazioni morali del passato possono essere inutili, ma il racconto di Dracula continua ad essere  fondamentalmente una biografia della crudeltà umana. Perfino dagli episodi più amari della Storia possiamo ottenere delle lezioni affascinanti.

Senza dubbio, Vlad Tepes non praticò mai il vampirismo, non letteralmente, ma il suo governo, come quello di molti principi del suo tempo, si alimentò di fiumi di sangue.


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  • Stoker, Bram (1994) Drácula, Cátedra
  • Ralf-Peter, Märtin (1983) Conde Drácula, historia y leyenda de Vlad el Empalador, Tusquets.

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