Drammi psicologici che il cinema ci ha donato
I drammi psicologici proiettati sul grande schermo sfidano lo spettatore e lo portano a porsi quesiti di un certo peso. In base all’argomento trattato, possono scatenare una serie di domande esistenziali nei giorni successivi alla visione e persino alterare lo stato d’animo. Dunque, un buon dramma è in grado di scuoterci e di lasciare un profondo segno nell’anima.
Un dramma psicologico ben fatto è una vera e propria perla di saggezza socratica che tira in ballo diversi argomenti di grande importanza per la nostra società. In questo articolo proponiamo la visione di alcuni drammi psicologici che affrontano argomenti di varia natura.
I migliori drammi psicologici da vedere per dibattere sulla società
In questa prima parte suggeriamo due drammi psicologici che ci mostrano fino a che punto può spingersi la società nei confronti dei suoi cittadini.
Joker, di Todd Phillips
Ha sbancato i botteghini nel 2019 e ha portato con sé un’anteprima dello strano mondo che avremmo vissuto mesi dopo. Un mondo in cui diseguaglianza, mancanza di risorse della sanità pubblica e abbandono della sanità mentale avrebbero spinto i cittadini al limite della sopportazione.
Il personaggio di Arthur Fleck ci ha toccato così profondamente da scuoterci. Riconosciamo nella sua follia molto di ciò che proviamo noi in prima persona in questa società capitalista, che adesca i più deboli e in cui non sei “nessuno” se non possiedi “qualcosa”.
Questo è il motivo per il quale il Joker di Todd Phillips è un dramma psicologico di primo livello. Ripercorre la nostra consapevolezza sul mondo, dal generale al particolare.
Nell’anniversario della sua uscita nelle sale gli argomenti proposti nella pellicola sono più attuali che mai, e il mondo assomiglia di più a Gotham, quella città piena di caos e tristezza.
The Truman show, di Peter Weir
Il documentario di Netflix The Social dilemma ci ha lasciati spiazzati, soprattutto perché ci rappresenta come il vero bersaglio. Ci fa capire che siamo solo un prodotto dietro una tecnologia che ha sfruttato la psicologia per controllarci e renderci in parte più infelici.
Ricorda senz’altro The Truman show, film che ebbe un impatto non indifferente sul pubblico. Oggi sembra tutto tranne che una storia di fantascienza.
Una pellicola che ha messo in discussione i limiti della privacy e che ci porta a chiederci se non siamo forse diventati uno spettacolo per l’intrattenimento altrui; e gli altri, a loro volta, non conoscono se stessi.
Drammi psicologici nel cinema: i dilemmi morali
Alcuni drammi psicologici del grande schermo affrontano dilemmi morali che interessano tutti. Queste tematiche ci intristiscono e indignano al tempo stesso.
Il segreto di Vera Drake, di Mike Leigh
Una straordinaria interpretazione di Imelda Staunton che le ha fatto ottenere l’Oscar come migliore attrice, a cui si sono aggiunti i premi come miglior regia originale e migliore sceneggiatura.
Vera Drake è una donna di mezza età, dedica alla famiglia e alla madre malata. È adorata da tutti, in quanto considerata una donna nobile e altruista. Vera si guadagna da vivere pulendo le case, e pur appartenendo alla classe povera, è una donna piena di vita e che infonde felicità. La sua famiglia è unita e il suo matrimonio è benedetto da un amore puro e solido.
Quello che né la sua famiglia né lo spettatore si aspettano è che Vera sia dedita alla pratica dell’aborto clandestino, senza alcuna ricompensa economica per il lavoro svolto. Sente che è suo dovere aiutare le donne a correggere quei piccoli “ritardi” nel ciclo, e non riconosce di eseguire delle interruzioni di gravidanza.
Donne di qualunque condizione e livello socioeconomico si rivolgono a Vera e confidano nelle sue abilità e nelle sue cure amorevoli. Tuttavia, un incidente farà venire tutto alla luce. Vedremo come l’ipocrisia della società condannerà Vera quando, in realtà, dovrebbe esserle grata per quello che fa e per come lo fa.
Mare dentro, di Alejandro Amenábar
Uno dei classici del cinema spagnolo, tratto da una storia vera che ha commosso gli spettatori. Javier Barden interpreta Ramón Sampedro, un uomo che a seguito di un violento urto contro uno scoglio rimane tetraplegico per 30 anni.
Non riuscendo più a sopportare questa situazione, chiede aiuto alla vicina Rosa (Lola Dueñas) per ottenere l’autorizzazione per l’eutanasia, e a un avvocato che sostiene la sua causa (Belén Rueda). Il film mette necessariamente in campo tantissimi dilemmi morali.
Vanno rispettati la libertà e il diritto a scegliere del proprio destino, ma non c’è dubbio che l’eutanasia rappresenti un dilemma etico sul come e a quali condizioni sia giusto praticarla.
Drammi psicologici sul grande schermo: violenza e abusi
I drammi psicologi dal maggiore impatto emotivo sono quelli che trattano di abuso e maltrattamento. Sono film che ci mostrano il volto più oscuro dell’essere umano, quello che non vorremmo incrociare mai.
Sleepers, di Barry Levinson
Pur non essendo considerato un capolavoro, Sleepers un film degli anni ’90 da vedere. Mette in scena un argomento molto duro, ma l’incredibile cast e l’assenza di morbosità lo rendono, per così dire, di “facile” visione.
John, Lorenzo, Michael e Tommy sono quattro amici di un quartiere nei sobborghi di New York. Contano sulla loro guida spirituale: il parroco Robert Carrillo (Robert de Niro). Robert svolge lavori socialmente utili e fa quasi da padre ai ragazzi, che devono affrontare situazioni problematiche in casa.
Un pomeriggio i ragazzi rubano un pesante carretto di gelati. La fortuna non è dalla loro parte: non riuscendo a reggere il peso del carro, lo lasciano cadere giù per la scale della metropolitana. Proprio in quel momento, un uomo che passava di lì viene schiacciato dal carrello davanti allo sguardo attonito dei quattro ragazzi. Quell’istante cambierà il loro destino.
I ragazzi vengono rinchiusi in riformatorio, dove vivranno esperienze durissime. Anni dopo, un assassino e un processo faranno ricongiungere i quattro amici.
Dancer in the Dark, di Lars Von Trier
Difficilmente un film di Lars Von Trier lascia indifferenti. Amante dei drammi, il regista prova a superarsi con le riprese e la tematica trattata. La cantante Bjork non aveva mai recitato prima, eppure il 90% della pellicola è affidata proprio alla sua interpretazione.
Per fortuna, la cantante è riuscita a dimostrare non solo di essere particolarmente dotata nel canto, ma anche di recitare in modo superbo. Dancer in the Dark è una storia di innocenza, di malvagità e di avarizia in egual misura, la cui trama non delude.
Drammi psicologici dal contenuto esistenziale
I drammi psicologici possono trattare tante tematiche contemporaneamente, ma a volte è la perdita del senso dell’esistenza a prendere forma.
Il pianista, di Roman Polanski
Wladyslaw Szpilman (Adrien Brody) è il pianista di una stazione radio ebreo-polacca che vede Varsavia cambiare progressivamente di pari passo all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Szpilman viene confinato nel ghetto di Varsavia, ma si separa dalla sua famiglia durante l’Operazione Reinhard.
Da quel momento, fino a quando i prigionieri del campo di concentramento verranno liberati, Szpilman si nasconde in vari nascondigli tra le rovine di Varsavia. Vedremo come la desolazione più assoluta si posa su un uomo che perde tutto quello che lo rendeva umano.
Il pianista è una riflessione su come l’umanità sia capace di commettere i peggiori crimini per difendersi da se stessa. Al tempo stesso, racconta di come un uomo senza speranza e che non trova in nulla il senso della propria esistenza possa rivivere attraverso delle semplici note musicali.
Queste profonde tematiche ci permettono di osservare certe vicende da più punti di vista per scoprire così tutte le sfumature della stessa storia. Perché il cinema non è solo arte o intrattenimento, bensì un laboratorio di lezioni emotive.