Edward Mani di Forbice: storia sull'accettazione

Edward Mani di Forbice: storia sull'accettazione
Leah Padalino

Scritto e verificato la critica cinematografica Leah Padalino.

Ultimo aggiornamento: 11 ottobre, 2022

Edward mani di forbice, diretto da Tim Burton nel 1990 e interpretato da dei giovanissimi Johnny Depp e Winona Ryder, è per molti il capolavoro di questo regista. Spicca la sua colonna sonora, composta da Danny Elfman.

L’estetica del film Edward mani di forbice attira l’attenzione, con oggetti ripresi in altre opere del regista, come Nightmare Before Christmas (1993). Muovendo i primi passi all’interno del film, l’immagine di un antico palazzo polveroso e al contempo magico, ci anticipano già che ci troviamo all’interno del più puro “Universo Burton”.

In forma di racconto, quasi di favola, mescolando la fantasia con il quotidiano, Burton ci presenta un film pieno di emozioni e sentimenti. Dà vita a una storia in cui spiccano due messaggi: l’importanza di accettare le differenze e quella di abbandonare i pregiudizi.

Edward mani di forbice è una narrazione molto personale, in chiave autobiografica, anche se si presenta come una fantasia. Lo stesso Burton ha parlato più volte di alcuni problemi durante l’infanzia. Di fatto ha sempre descritto sé stesso come solitario o addirittura “strano”. Anche la sua ex-moglie, Helena Bonham Carter, riconobbe in lui alcune caratteristiche della sindrome di Asperger.

Edward mani di forbice: una storia piena di contrasti

Burton presenta il film come il racconto di una donna anziana a sua nipote a partire dal quale ci addentriamo nella fantasia. Tutto inizia in un quartiere colorito pieno di giardini e villette familiari. In tutto il quartiere non c’è una macchina, né una porta, né un capo di abbigliamento nero. Tra tutto questo colore, spicca sul fondo, in cima a una collina, un vecchio palazzo, praticamente in rovina; grigio e nero, con un aspetto che ricorda molto il cinema espressionista tedesco.

Il primo personaggio che conosciamo è Peg, madre di due figli che lavora per la società di cosmetici Avon. In un disperato tentativo di vendere i suoi prodotti, Peg decide di addentrarsi nel misterioso palazzo. Al suo arrivo, incontra strani alberi che sono stati potati imitando forme di animali e umane.

Il palazzo, che sembrava così buio in lontananza, si presenta con uno splendido e colorato giardino del tutto inaspettato, che funge da segnale dello straordinario mondo interiore del suo abitante. La musica gioca un ruolo chiave mentre Peg si addentra nel palazzo.

Sicuramente Peg si aspettava di trovarsi faccia a faccia con qualcosa di spaventoso, raccapricciante. Tuttavia, si ritrova in un’atmosfera magica e meravigliosa, con sculture piene di sensibilità. Il palazzo è totalmente trascurato all’interno, pieno di polvere e ragnatele. Si vedono ritagli di giornale incollati su una parete, in cui è possibile leggere titoli come “Bambino nato senza occhi legge con le mani”. Poco dopo conosciamo Edward, lo strano abitante, il quale ha una particolarità inaspettata: ha delle forbici al posto delle mani.

Montagna con castello oscuro

Il contatto con il mondo e le relazioni sociali

Fin dall’inizio, Edward presenta una estrema innocenza. Lo fa quando si riferisce a suo padre dicendo che “non si è più svegliato”, in chiaro riferimento alla sua ignoranza del mondo, della vita e della morte. Peg, affascinata dalle cicatrici che gli hanno procurato le sue stesse forbici, decide di provare i suoi prodotti cosmetici e lo invita a casa.

Da questo momento, assistiamo a tutte le difficoltà di Edward a vivere in società, a distinguere il bene dal male; il profondo rifiuto che inizialmente genera tra i vicini di casa, e il loro successivo fascino quando scoprono che possono usufruire delle sue abilità come giardiniere e parrucchiere. Le vicine rappresentano la curiosità morbosa allo stato puro, mettono in scena il pensiero collettivo e sono il riflesso fedele di come questa idea si modifichi a seconda delle circostanze, cosicché la loro opinione su Edward non è individuale, ma collettiva.

Burton ci mostra quanto sia difficile essere accettato quando non si è come gli altri. Edward uscita curiosità in alcuni e paura in altri, vediamo come le vicine si dedichino a commentare tutto ciò che accade nel quartiere, a diffondere voci, a criticare Peg e il suo strano inquilino.

Edward si inserisce bene nella famiglia di Peg, riuscendo a stabilire un ottimo rapporto con il suo giovane figlio e con suo marito. Tuttavia, quando incontra Kim, figlia adolescente, in Edward si risvegliano certi sentimenti, ma non è in grado di esprimerli. Il rapporto con Kim è difficile in un primo momento a causa dei pregiudizi di lei, ma con il passare del tempo vedrà in Edward la persona che realmente è e il grande cuore che ha.

“-Kim: Stringimi.

-Edward: Non posso”.

Edward comincia a suscitare l’ammirazione tra i vicini di casa per la sua abilità come parrucchiere e giardiniere, la sua popolarità aumenta e gli offrono addirittura di aprire un salone di bellezza. Edward e Peg vengono invitati a partecipare a un programma televisivo in cui spiegano il caso di Edward, mentre il pubblico commenta e fa domande. È curioso come in questo momento vediamo che quando lo strano diventa un’attrazione, genera fascino. Edward non è diverso, è speciale.

“-Pubblico: Se avesse le mani sarebbe normale.

Edward: Questo lo so.

-Presentatore: È di spirito.

-Pubblico: Se fosse stato come gli altri, nessuno avrebbe pensato che lei è speciale.

Peg: Non credo, Edward sarebbe stato comunque speciale”.

Giardino con siepi tagliate a forma di animali

Ciò che è “diverso” spaventa

I conflitti tornano quando Edward accetta di aiutare Kim e il suo ragazzo a compiere un atto criminale. Da questo momento, la società comincia a vederlo come un mostro, da eliminare perché è pericoloso. I vicini che tanto ammiravano il suo talento, ora hanno paura, inventano storie su di lui e vogliono vederlo morto.

C’è un momento, un piccolo vezzo da mettere in evidenza. Si tratta di una scena in cui Edward è inseguito da tutto il vicinato, è solo, tutti vogliono vederlo morto… Ma un cane si siede accanto a lui. Lui gli taglia la frangia in modo che possa vedere meglio e l’animale gli mostra apprezzamento. Questo piccolo momento è davvero magico, qui Burton mostra come i pregiudizi sono sconosciuti agli animali, i quali a volte possono essere più comprensivi di molte persone.

Burton presenta un personaggio privo di malvagità, con problemi sociali perché ha vissuto isolato per troppo tempo a causa della sua particolare condizione. Sono pochi quelli che vedono Edward come un uomo buono e innocente. Il palazzo è un riflesso di quella personalità, con grandi, imponenti e scure porte che servono da armatura per proteggere il giardino magico pieno di sensibilità.

Molto è stato detto a proposito di Burton e la sindrome di Asperger, ed è difficile sapere con certezza come sono state l’infanzia e la vita del regista. Ma possiamo apprezzare alcune caratteristiche di questa sindrome nel personaggio di Edward, come la sua goffaggine con le mani, i suo problemi di adeguamento e il suo profondo mondo interiore. Non c’è dubbio che Edward mani di forbice ci lasci una meravigliosa lezione di accettazione, ci insegna a non avere paura di altre sensibilità e a guardare più a fondo nell’interiorità delle persone.

“A volte può vedermi ancora ballare tra quei fiocchi”

-Kim in Edward Mani di Forbice-


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