Effetto del lago Wobegon: considerarsi al di sopra della media

Avere una visione positiva delle proprie capacità non è un male né significa essere egoisti o ignoranti. Bisogna, tuttavia, saper porre un limite per non imbattersi nell'effetto del lago Wobegon.
Effetto del lago Wobegon: considerarsi al di sopra della media
Fátima Servián Franco

Scritto e verificato la psicologa Fátima Servián Franco.

Ultimo aggiornamento: 25 gennaio, 2023

Lo scrittore Garrison Keillor ha descritto una città immaginaria chiamata “Lago di Wobegon”. Un luogo dove, secondo le sue parole, tutte le donne sono forti, tutti gli uomini sono belli e tutti i bambini sono al di sopra della media. Questa definizione ha dato il nome a un pregiudizio cognitivo noto come effetto del lago Wobegon, che consiste nel sovrastimare le capacità positive e sottovalutare quelle negative.

Questo fenomeno è stato anche chiamato pregiudizio ottimistico ed è un effetto molto comune. In particolare, il 95% delle persone si considera al di sopra degli altri; proprio come la maggior parte degli studenti.

Pensare di essere al di sopra della media è molto comune. Spesso, di fatto, giudichiamo noi stessi in base ai nostri meriti, stereotipi e atteggiamenti inconsci.

Come ci consideriamo?

Se ci chiedessero di valutare il nostro livello di intelligenza rispetto agli altri, la maggior parte di noi direbbe che siamo al di sopra della media. Alcuni potrebbero essere più portati a pensarlo, ma in pochi riconoscerebbero di essere al di sotto.

L’effetto del lago Wobegon è legato anche alla superiorità illusoria, cioè alla convinzione di considerarsi superiori agli altri evitando di considerare i propri difetti ed errori.

In questo modo l’individuo stabilisce una falsa superiorità in relazione a vari aspetti come l’intelligenza, la bellezza o il comportamento.

“Molti noi attraversano la vita supponendo di avere essenzialmente ragione, sempre e su tutto: le nostre convinzioni politiche e intellettuali, le nostre convinzioni religiose e morali, il nostro apprezzamento per gli altri, i nostri ricordi, il nostro modo di capire cosa succede. Se ci fermiamo a pensarci, qualcuno direbbe che la nostra situazione abituale è quella di dare inconsciamente per scontato di essere molto vicini all’onniscienza”.

-Kathryn Schulz-

Persona che si atteggia.

L’illusoria superiorità

Come affermò Charles Darwin, “l’ignoranza genera più fiducia che conoscenza”. La superiorità illusoria, pertanto, tende a manifestarsi più nelle persone incompetenti che tendono a sopravvalutare le proprie capacità. Sono persone cieche, che non sanno riconoscere adeguatamente le capacità personali e altrui.

Questo autoinganno è un errore di consapevolezza cognitiva solitamente legato alla vanità tipico di queste persone. Oltre a considerarsi superiori, non sono in grado di riconoscere i propri difetti. È difficile per loro accettare di non sapere qualcosa o di non godere di determinate abilità e competenze.

L’aspetto più interessante di questo pregiudizio cognitivo è che più si è incompetenti, meno ne siamo consapevoli. Di solito sono persone che si vantano delle loro capacità intellettuali, della loro cultura e della loro intelligenza, quando in realtà non hanno tali capacità cognitive o culturali. E, quel che è peggio, non ne sono consapevoli e sono animate dall’insicurezza, anche se non lo mostrano.

Avere una visione positiva delle proprie capacità non è un male, né significa essere egoisti o ignoranti; al contrario, ci aiuta. Il problema nasce quando non sappiamo fissare un limite concreto e crediamo di essere i migliori in tutto, dimenticando che abbiamo anche dei difetti e che ci sono molte altre persone con delle buone qualità.

“Molte delle difficoltà che il mondo sta attraversando sono dovute al fatto che gli ignoranti sono sicuri di sé, mentre gli intelligenti sono pieno di dubbi.”

-Bertrand Russell-

Le conseguenze dell’effetto del lago Wobegon

Gli psicologi Justin Krugger e David Dunning della Cornell University di New York hanno scoperto che in genee coloro i quali sono chiaramente al di sotto della media in termini di capacità intellettuali e conoscenza si credono i più intelligenti.

Nietzsche chiamava questo gruppo di persone bildungsphilisters, o persone volgari che si credono colte, ignoranti che si vantano dei loro titoli e anni di esperienza.

In effetti, quattro dei più importanti studi sull’effetto del Lago Wobegon coincidono con questi risultati: un gruppo di persone con capacità leggermente basse tende a considerarsi esageratamente bravo, e ha anche grande difficoltà a riconoscere la propria incompetenza.

Al contrario, le persone con un rendimento leggermente più alto hanno più probabilità di percepirsi esageratamente inferiori rispetto al loro rendimento reale, cioè a sottovalutare le loro capacità.

Oltre a ciò, dubitando di se stessi tendono a essere più insicuri e dubbiosi di fronte agli altri, quindi ispirano meno fiducia.

L’effetto del lago Wobegon: sicurezza o competenza?

Il meccanismo che porta a sopravvalutare gli incompetenti e a sottovalutare le persone competenti in molti casi fa sì che i primi vengano maggiormente presi in considerazione poiché mostrano sicurezza e fiducia. Il che non significa che abbiano ragione, piuttosto che in generale abbiamo la tendenza a lasciarci trasportare dalle prime impressioni.

Inoltre, l’incapacità di identificare i limiti intellettuali dall’effetto del lago Wobegon porta a due problemi: un processo decisionale sbagliato e l’incapacità di essere autocritici. Il che implica un blocco nella capacità di crescere ed evolversi a livello personale.

L’effetto del Lago Wobegon ci porta a riflettere non solo sulla valutazione che operiamo su noi stessi, ma anche su come valutiamo gli altri. Guardiamo le capacità e le qualità delle persone o semplicemente ci fidiamo della sicurezza che dimostrano senza farci domande sulla loro effettiva veridicità e affidabilità?

“Ci sono due cose infinite: l’Universo e la stupidità umana. Dell’universo non ne sono sicuro”.

-Albert Einstein-


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