Effetto riflettore: sentirsi osservati

Vi è capitato di sentirvi i protagonisti di "The Truman Show"? Non vuol dire che siete degli egocentrici o paranoici, semplicemente questo fatto è noto come effetto riflettore e consiste in una sopravvalutazione della propria presenza e delle attenzioni che gli altri ci dedicano.
Effetto riflettore: sentirsi osservati
Cristina Roda Rivera

Scritto e verificato la psicologa Cristina Roda Rivera.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

L’effetto riflettore indica la tendenza a pensare che chi ci circonda ci dedichi più attenzioni di quanto non faccia in realtà. Dozzine di studi in psicologia sociale supportano l’esistenza di questo fenomeno. A cosa si deve l’effetto riflettore? In parole semplici, è il risultato del nostro egocentrismo galoppante.

Siamo tutti il centro del nostro universo, ma questo non vuol dire che siamo arroganti o che in una prova di arroganza ci consideriamo migliori degli altri. Significa piuttosto che la nostra intera esistenza viene analizzata a partire dalle nostre stesse esperienze.

Proviamo queste sensazioni rispetto al mondo che ci guarda o ci osserva per valutare il mondo che ci circonda, incluse le altre persone. Tuttavia, gli altri non solo non conoscono le nostre opinioni soggettive e la nostra situazione personale, bensì a loro volta sono al centro del loro universo, oltre a dover contare su altre “distrazioni”.

Quando siamo concentrati su una preoccupazione, spesso diamo per scontato che meriti anche l’attenzione degli altri. Questo è il cuore di ciò che gli psicologici sociali chiamano effetto riflettore.

Uomo egocentrico

Effetto riflettore: la maglia di Barry Manilow

In un’università degli Stati Uniti è stato condotto il cosiddetto esperimento della maglietta di Barry Manilow. Furono dieci le persone convocate al dipartimento di psicologia. A nove di queste fu dato l’orario esatto, quindi vennero condotte in una sala per compilare dei formulari.

A una di loro fu dato un appuntamento con quindici minuti di ritardo. Questa persona entrò nello studio di uno dei responsabili dell’esperimento. Le fu chiesto di indossare sui suoi vestiti una maglietta con una foto del cantante Barry Manilow, cosa che molti considererebbero pacchiano e appariscente .

Dopo aver indossato la maglietta, le fu chiesto di spostarsi nella sala dove tutti gli altri stavano compilando il formulario. Trascorsi 5 minuti, le dissero che non c’era alcun problema perché era arrivata tardi e di iniziare a compilare gli stessi formulari.

Cinque minuti dopo, però, le fu detto che il suo ingresso in sala in ritardo avrebbe influito sui risultati e che sarebbe stato meglio che si fosse ritirata dalla prova.

Infine, le fu chiesto di provare a calcolare il numero di persone che avevano notato che indossava la maglia di Barry Manilow. L’esperimento fu ripetuto più volte e tutti i soggetti con indosso la maglia dissero, con una certa coerenza, che l’avevano notata circa 8 persone.

Quindi, fu intervistata la restante parte che stava solo compilando il formulario e la verità è che nessuno di loro aveva fatto caso alla maglietta.

L’effetto riflettore: sopravvalutare la mia presenza

I partecipanti avevano sopravvalutato il numero di persone nella stanza che avevano notato la maglietta. Se proviamo a metterci nei loro panni, il giudizio ha senso. Se ci avessero obbligato a entrare in una stanza con una maglietta che riteniamo ridicola, penseremo che la noteranno tutti.

Lo stesso esperimento fu poi ripetuto con una maglietta di Vanilla Ice. I ricercatori hanno pubblicato sarcasticamente che Vanilla Ice era una “icona pop i cui 15 minuti di fama erano già finiti al momento della realizzazione dello studio”.

Per spegnere l’effetto riflettore

Esiste tuttavia un dato contraddittorio che vale la pena di riportare. In un altro studio, i partecipanti non si sono dimostrati così vulnerabili all’effetto riflettore quando i ricercatori hanno lasciato loro del tempo per abituarsi all’idea di indossare i loro nuovi vestiti prima di spostarsi nell’altra stanza.

Questo dato è importante perché ci dà un’idea del perché si verifichi l’effetto riflettore: perché la gente è molto concentrata sulla propria persona. Se ci distraiamo o ci abituiamo, l’effetto riflettore si riduce.

Allora, quando vi trovate a pensare che tutti stiano prestando attenzione a ciò che avete fatto, chiedetevi se semplicemente ne siete ossessionati. La verità è che tutte quelle persone che pensate vi stiano guardando si preoccupano per il loro comportamento e pensano che siamo noi a prestare particolare attenzione a loro.

Donna pensierosa appoggiata al muro

Ruota tutto intorno a noi?

Una delle convinzioni più limitanti degli esseri umani è l’infinita capacità di pensare che tutto ruoti intorno a sé. In molti aspetti della nostra vita, avvertiamo come un’intensa luce che illumina ogni minimo movimento che facciamo. Ci sentiamo monitorati, come se tutto il resto del mondo dipendesse da noi.

Ciò causa un enorme problema, visto che questa nostra percezione ci limita notevolmente nel raggio di azione. Quando ci sentiamo “osservati”, vogliamo compiacere gli altri; non vogliamo essere guardati male da nessuno e sprechiamo un’enorme quantità di energia nel tentativo di bilanciare le aspettative di tutti quelli che ci circondano.

L’aspetto peggiore è che ci sono prove scientifiche a sostegno del fatto che non tutti pendono dalle nostre labbra. Ci auguriamo che le informazioni scientifiche riportate in questo articolo possano esservi di aiuto.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.