Émile Zola: biografia di un uomo coraggioso

Émile Zola ha segnato due tappe importanti. In primo luogo, in quanto pioniere del Naturalismo, tendenza letteraria dall'impatto mondiale. In secondo luogo, come protagonista di uno dei casi giudiziari più famosi della Francia. Lo scrittore, di fatto, fu probabilmente assassinato.
Émile Zola: biografia di un uomo coraggioso
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

Émile Zola è una delle grandi figure della letteratura francese, la cui vita, ma anche la morte, sono state segnate dalla controversia. Il suo lavoro, le sue opinioni e la sua attività intellettuale e politica hanno dato molto di cui parlare ai suoi tempi. In breve, fu un uomo demonizzato da alcuni e adorato da altri, con la medesima passione da entrambe le parti.

Uno degli aspetti sorprendenti della vita di Émile Zola fu che non andò mai all’università. Divenne una figura letteraria del XIX e XX secolo sebbene non avesse un’istruzione superiore formale.

Non superò, di fatto, l’esame di maturità e per non diventare un peso per la madre decise di allontanarsi dalla vita accademica e iniziare a lavorare.

“Il mio dovere è quello di parlare, non voglio essere complice. Le mie notti sarebbero perseguitate dallo spettro dell’innocente che, soffrendo il più orribile calvario, muore per un crimine che non ha commesso”.

-Émile Zola-

Émile Zola ebbe una vita difficile e produsse un’opera vibrante. È tuttora considerato il padre del Naturalismo, corrente letteraria fortemente influenzata dalla scienza che mira a mostrare gli esseri umani e le società in tutta la loro crudezza. Proprio questo, in linea di massima, gli valse l’antipatia dei settori più conservatori dell’epoca.

Libro antico.

L’infanzia di Émile Zola

Émile Zola nacque a Parigi il 2 aprile 1840. Il padre Francesco Zola era un ingegnere di origini italiane, la madre, Émilie Aubert, era una donna colta e illuminata, proveniente dalla borghesia francese.

Zola fu compagno di classe di Paul Cézanne durante i primi anni di scuola. I due strinsero una bella amicizia che durò per molti anni. Si dice che entrambi nutrissero un grande amore per la letteratura e che condivisero le prime letture degli autori romantici dell’epoca, principalmente Victor Hugo e Alfred de Musset.

Il padre morì quando Émile Zola aveva solo sette anni. Questo evento ebbe un grande impatto sulla situazione finanziaria della famiglia, che dovette trasferirsi in un villaggio di Parigi.

L’amicizia con Cézanne continuò, ma Zola ebbe grandi difficoltà. Come già detto, non riuscì a superare l’esame di maturità per due volte, di conseguenza decise di dimettersi dal mondo accademico.

Lo sviluppo letterario

Inizialmente Zola lavorò alla dogana, lontano da tutto ciò che lo interessava. Tuttavia, nel 1842 ottenne un lavoro nel dipartimento di pubblicità della casa editrice Hachette e finalmente si sentì a suo agio. Fu allora che cominciò a produrre le sue prime opere letterarie, sebbene in principio passarono inosservate.

Émile Zola trascorreva più tempo a scrivere che a lavorare, e così fu licenziato dalla casa editrice. Ciononostante, non si demoralizzò e presto ottenne un lavoro come cronista e critico d’arte al giornale L’Événement. Qui iniziò una fervente difesa del movimento impressionista, all’epoca malvisto; difese soprattutto Manet.

Nel 1867 scrisse il romanzo Teresa Raquin, con il quale raggiunse una certa notorietà. Forse questo gli diede un nuovo impulso a definire meglio il suo stile e produrre tutta una serie di opere, in cui l’eredità genetica e il contesto sociale definivano il destino dei personaggi.

La sua opera suscitò l’entusiasmo di molti, ma anche l’avversione di altri, soprattutto della Chiesa cattolica.

Libro antico sul tavolo.

Il caso Dreyfus

Alfred Dreyfus fu un ebreo accusato ingiustamente di spionaggio. Il caso divenne popolarmente noto come l’Affare Dreyfus, contro il quale Émile Zola scrisse un pezzo classico intitolato J’Accuse.

Una lettera aperta al primo presidente francese, che fu pubblicata sulla prima pagina del giornale L’Aurore. Il testo aprì una forte controversia per via degli argomenti trattati.

J’Accuse fu letto in tutto il mondo e fu subito intentata una causa per diffamazione contro Zola, condannato a un anno di prigione e a una pesante multa. Zola andò poi in esilio a Londra, mentre veniva processato come imputato assente in Francia. La sua innocenza fu provata nel 1899 e gli fu permesso di tornare a Parigi.

Tornò di nuovo a scrivere, ma la morte lo sorprese il 29 settembre 1902 nella sua abitazione. Sembra che sia soffocato a causa di un incidente con il camino. Tuttavia, molti sospettarono che fosse stato ucciso. Uno dei suoi avvocati, di fatto, era stato vittima di un attentato poco prima della morte di Émile Zola.

Solo nel 1906 Alfred Dreyfus fu dimostrato innocente. Zola fu sepolto nel cimitero di Montmartre a Parigi. Vi rimase per sei anni e poi le sue spoglie furono trasferite al Pantheon, in tardivo omaggio allo scrittore.


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  • Galgani, J. (2011). Poner en marcha la verdad: Emile Zola y la novela social en Chile. Atenea (Concepción), (504), 95-110.


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