Epidemiologia differenziale e intelligenza

I fattori che influiscono sull'utilizzo dei servizi sanitari e l'adesione al trattamento sono stati oggetto di studio dell'epidemiologia differenziale. Se ne presentano due, ossia i cinque tratti della personalità e il fattore g di intelligenza.
Epidemiologia differenziale e intelligenza

Ultimo aggiornamento: 07 giugno, 2020

L’obiettivo principale dell’ambito di studi dell’epidemiologia differenziale è stabilire il rapporto tra intelligenza (o fattore g) di una persona, i suoi tratti della personalità e la sua mortalità.

In uno studio condotto nel 2017 dai ricercatori dell’Università di Edimburgo sono state evidenziate prove a supporto della relazione tra il livello intellettivo di un campione di persone durante la loro infanzia e la loro previsione di morte. La conclusione a cui si è giunti è che a un maggiore grado di intelligenza riscontrato a 11 anni corrisponde una maggiore probabilità di superare gli 80 anni.

Sembra, quindi, che il fattore g di intelligenza sia associato all’attuazione di comportamenti salutari, all’assunzione delle dosi raccomandate di un farmaco, a seguire una terapia, alla pratica sportiva o a una dieta adeguata.

Per questo l’intelligenza, oltre a permetterci di ragionare, di pianificare, di risolvere problemi, di pensare in termini astratti o di comprendere idee complesse, è anche un buon indicatore di previsione della longevità di una persona.

Viene stabilito il punto limite a 85 punti di quoziente intellettivo (QI); se il fattore g è inferiore, si tramuterà in un fattore di rischio.

Il fattore g nell’epidemiologia differenziale

Il fattore g è associato non solo all’adesione alla terapia, una volta manifestatasi una malattia, ma anche alla prevenzione e all’anticipo di eventi di vita inaspettati.

Gli studi dimostrano come una persona con un QI inferiore a 85 abbia tre volte più possibilità di provocare o di morire in un incidente stradale, rispetto a quelle con un QI pari a 115.

Il problema principale nasce con le diseguaglianze sanitarie e con l’esistenza di un sistema sanitario che non contempla il fattore g dei suoi utenti in nessun momento. In tal senso, ad esempio, potremmo curarci particolarmente dell’adesione alla terapia delle persone che si posizionano ai centili inferiori della scala QI.

In questo caso, potremmo parlare di diseguaglianza nell’accessibilità cognitiva di tutti i servizi sanitari. Sebbene sembri poco intuitivo, affinché i trattamenti medici o psicologici siano più efficaci, non è necessario incrementare il numero di servizi offerti, bensì adattare tali servizi ai diversi fattori g e ai tratti di personalità esistenti.

Sagoma di testa a puzzle

Mortalità e tratti della personalità

Il fattore g di intelligenza non è l’unico che influisce sulla mortalità di una persona e il suo studio non è l’unico nell’epidemiologia differenziale. I tratti di personalità che Goldberg classifica come Apertura all’esperienza, Amicalità, Estroversione, Nevroticismo e Coscienziosità hanno anch’essi un ruolo rilevante nell’accessibilità cognitiva ai servizi sanitari e nell’attuazione di comportamenti che favoriscono stili di vita sani.

È stata studiata la probabile esistenza di fattori generali di personalità alla base di diversi disturbi. Per esempio, il tratto Coscienziosità sembrerebbe associato all’assunzione di sostanze alcoliche, alla cannabis e al tabacco; il Nevroticismo sembrerebbe associato alla depressione, all’ansia e alle fobie e l’Amicalità al disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), alle manie e alla schizofrenia.

Allo stesso tempo, sembra che i tratti della personalità e la salute siano associati anche a una versione più concreta. A partire da un modello integrativo della personalità, si è osservato che l’influenza di alcuni fattori è più rilevante rispetto a quella di altri.

Questo è il caso della Coscienziosità o Autocontrollo, che regola i sistemi dei temperamenti, definiti da altri tratti; ad esempio, l’Amicalità è associata all’uso della conoscenza irrazionale e all’aggressività e impulsività. Per questo motivo andrà tenuto conto dei livelli di Coscienziosità per definire un trattamento medico, oltre a passare in rassegna altri tratti a cui adattare tale trattamento.

Fenocopie con profili psicologici

L’importanza dell’epidemiologia differenziale è riscontrabile nella possibilità di adattare tutte le risorse sanitarie alla personalità e al fattore g dell’utente. Questo significa che se gli studi continuassero in questa direzione, si svilupperebbero profili a seconda dell’espressione dei geni di una persona e della sua interazione con l’ambiente.

Questo porterebbe a conoscere il modo in cui un individuo si relaziona all’ambiente circostante, influenzato, ovviamente, dalla propria intelligenza e dai propri tratti della personalità. Questo condurrebbe a un profilo psicologico a cui poter adeguare, idealmente, gli interventi medici, la terapia farmacologica o i giorni di controllo.

Epidemiologia differenziale e dna

Possibili misure da attuare

Lungi dal contare ancora su studi genetici individuali e sulla pratica dell’epidemiologia differenziale, possono essere messi in atto specifici cambiamenti negli interventi di pronto soccorso e nei trattamenti medici per eguagliare gli accessi cognitivi di persone con Quozienti Intellettivi diversi.

Alcune misure associate al fattore g possono essere variazioni facilmente attuabili, come non richiedere un livello di lettura di base, comunicare ciò che il paziente deve fare (e non deve fare), adattare le prescrizioni in modo che siano alla portata di tutti, usare un vocabolario semplice e divulgativo e omettere le informazioni ridondanti.

Per quanto riguarda i tratti della personalità, sarebbe importante personalizzare gli interventi sulla base dei livelli riscontrati in ogni individuo. Ad esempio, prescrivere la terapia adatta ai tratti della personalità e non prescrivere compresse che interferiscano con la vita sociale di una persona con elevati livelli di Estroversione.

Oppure, essere consapevoli di poter prescrivere farmaci che possono interferire con i livelli di concentrazione di persone con alta Coscienziosità, poiché dispongono di più risorse per far fronte a questi effetti; oppure lavorare in particolare sulla relazione terapeutica con pazienti dotati di minori livelli di Amicalità.

Epidemiologia differenziale: pianificazione del target

Tutte queste misure non solo aiuterebbero gli utenti a usufruire in modo adeguato dei servizi sanitari, ma renderebbero questi ultimi efficaci, rapidi e con un’elevata percentuale di adesioni al trattamento.

Infine, conoscendo i profili di personalità e l’intelligenza degli utenti di un sistema, è possibile proporre programmi e campagne di prevenzione di specifiche condotte poco salutari. Sapendo in che modo le persone gestiscono le proprie informazioni, è possibile sapere in anticipo in che modo offrirle e a quale gruppo target.


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