Essere responsabili rende liberi

Ognuno è responsabile delle proprie scelte, in ogni momento; che siano giuste o sbagliate, segnano il nostro destino. Ciò ci rende liberi e capaci di imparare lungo quel viaggio che è la vita. Impariamo a sviluppare questa competenza.
Essere responsabili rende liberi
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Essere responsabili di noi stessi ci rende liberi. Noi rispondiamo delle nostre azioni, noi paghiamo le conseguenze delle nostre parole, azioni e decisioni, in ogni momento. Solo la nostra mente e il nostro cuore possono dirci cosa fare, e questo fa di noi persone capaci di costruire il proprio destino.

Diceva Viktor Frankl che la libertà è inseparabile dal concetto di responsabilità. È un’evidente verità che spesso trascuriamo. Molti di noi si considerano persone mature e realizzate, uomini e donne capaci di raggiungere gli obiettivi prefissati. Troppo spesso, tuttavia, avviene qualcos’altro.

Continuiamo a dare la colpa agli altri del nostro malessere, dei nostri insuccessi e della nostra sofferenza. A volte la nostra infelicità è il risultato di una relazione tossica o di dipendenza (ma da cui non osiamo uscire). “La mia insicurezza e le mie paure si devono all’educazione autoritaria che ho ricevuto da bambino”… la stessa che non ho ancora affrontato né risolto per poter diventare la persona che desidero essere.

Diamo la colpa ad altri di cose che dovremmo affrontare in quanto persone responsabili. Secondo lo psicoterapeuta Albert Ellis, i migliori anni della nostra vita sono quelli in cui finalmente ci rendiamo conto che i problemi che ci fanno soffrire sono solo nostri. Non hanno colpa nostra madre, la politica o la società. Una volta capito ciò, riprendiamo il controllo sul nostro destino.

Quando capiamo di essere responsabili di noi stessi, la nostra vita cambia

La responsabilità è una competenza psicologica di grande valore. Conferisce sicurezza a chi ne fa un uso quotidiano, definisce le persone impegnate con se stesse che agiscono in base ai propri valori; quelle consapevoli dei loro errori e che fanno ammenda per imparare e crescere.

C’è chi fa proprio questo principio sin da subito, grazie all’educazione o alla personalità. Ma capita spesso di osservare persone che non hanno ancora sviluppato questa capacità essenziale. Si tratta di un aspetto che emerge con frequenza in terapia.

È molto complicato, per esempio, far capire ai pazienti che bisogna smettere di focalizzare l’attenzione su quello che fanno o meno le altre persone e spostarla, invece, su se stessi.

“In che modo?”, chiedono. “Il mio capo mi stressa di continuo, mio suocero, la mia amica narcisista o mio figlio adolescente non smette di chiedere soldi ma non fa niente in casa”. Come possiamo intuire, a volte è più facile rivolgere la nostra attenzione verso l’esterno, proiettando sugli altri la colpa della nostra infelicità.

Cosa facciamo, però, per venire a capo di tutti questo conflitti? Il nostro ruolo è unicamente quello di “vittima passiva?”. Evidentemente no.

Siamo obbligati a rispondere di quello che ci succede

La parola responsabilità deriva dal latino responsum. Significa rispondere di fronte a qualcosa o a qualcuno. Allo stesso tempo, da un punto di vista psicologico ci collega in modo diretto a un’importante sfera della nostra vita: l’impegno.

Essere responsabili, dunque, vuol dire imparare a prendere decisioni volte al nostro benessere o alla realizzazione personale. Significa, inoltre, accettare le conseguenze delle nostre azioni e saper reagire agli eventi senza incolpare gli altri.

Non bisogna aspettare che siano gli altri a risolvere i nostri problemi. Lo scopo ultimo di ogni psicoterapia è fare in modo che il paziente si assuma le proprie responsabilità, imparando a muoversi senza paura. È un processo complesso, è vero, ma quando lo realizziamo succede qualcosa: ci sentiamo liberi.

Donna con il cappello nel bosco.

Abraham Maslow inserì il senso di responsabilità tra le dimensioni essenziali nella piramide dei bisogni dell’essere umano. Nel suo saggio Verso una psicologia dell’essere, sostiene che quando sviluppiamo un buon livello di responsabilità personale, siamo in grado di raggiungere i nostri obiettivi e di autorealizzarci.

Potremo così raggiungere quella vetta in cui stiamo bene con noi stessi, con le persone vicino a noi e siamo soddisfatti degli obiettivi raggiunti.

Come raggiungere questa vetta?

A tale scopo, bisogna tenere conto di alcuni aspetti:

  • Siamo liberi di scegliere la vita che desideriamo. Ma per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo concentrare tutte le risorse, le energie e le speranze su noi stessi. Nessuno è obbligato ad aiutarci o a facilitarci tale impresa. La responsabilità è solo nostra.
  • Fissare obiettivi giornalieri e raggiungerli. Ogni giorno dobbiamo dimostrare a noi stessi di essere capaci di lavorare per il benessere, nostro e dei nostri cari.
  • Se qualcosa ci infastidisce, ci priva della calma o ci turba, risolviamolo. Facciamolo il prima possibile. Non lasciamo passare del tempo e non aspettiamo che qualcuno lo risolva per noi.
  • Accettiamo i nostri errori e impariamo da essi.
  • Impegniamoci ogni giorno per migliorare, per essere più autonomi. Dobbiamo essere coraggiosi e affrontare le nostre paure, essere assertivi nel difenderci, umili nell’essere capaci di imparare, rispettosi e gentili con noi stessi e con le altre persone, anche se a volte non si comportano come vorremmo.

Imparare a essere responsabili richiede tempo ed esige un impegno costante. Tuttavia, quando ci riusciamo, la sensazione di libertà è assoluta. Vi invitiamo a lavorare per sviluppare questa competenza.


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  • Maslow A. (1966) El hombre autorrealizado. Kairós

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