Come evitare che una preoccupazione diventi un'ossessione

La preoccupazione ossessiva raramente ci aiuta, ansi aumenta l'ansia e il rischio di esaurimento psicologico. Come evitare di raggiungere questi estremi?
Come evitare che una preoccupazione diventi un'ossessione
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio, 2023

Come evitare che una preoccupazione diventi un’ossessione? Certe idee ci danneggiano come un picchio che becca di continuo il tronco di un albero.

Non riusciamo a smettere di pensarvi. Diamo esse valore e presenza nella mente in modo burrascoso incapaci di evitare il flusso di pensieri.

Il cervello è come una fabbrica che non si ferma mai e basta dire a noi stessi “non voglio pensare a… ” per visualizzarlo. Alla luce di ciò, come disattivare i processi psicologici estenuanti? Esistono tecniche molto efficaci per frenare le preoccupazioni patologiche.

Viviamo in una società che usa la preoccupazione ossessiva come meccanismo per far fronte a qualsiasi problema. Tuttavia, il segreto non è “preoccuparsi troppo”, bensì pensare nel modo giusto.

Uomo che pensa a come evitare che una preoccupazione diventi un'ossessione.

Strategie per evitare che una preoccupazione diventi un’ossessione

Secondo un proverbio svedese, la preoccupazione ha il potere di proiettare grandi ombre su piccoli oggetti. Ed è proprio così, ma come non preoccuparsi se viviamo in una realtà esigente e piena di incertezze?

La verità è che abbiamo il diritto di preoccuparci, ma dobbiamo farlo correttamente, ovvero dirigere gli sforzi mentali verso la soluzione di ciò che ci rende calmi.

Come direbbe Viktor Frankl, in presenza di una situazione avversa, è nostro dovere affrontarla e trasformarla. Se non è possibile, il passo successivo è accettarla.

Qualcosa di così logico ed evidente può essere raggiunto solo attraverso un approccio calmo, realistico e concentrato. Spesso, tuttavia, ci risulta estremamente difficile.

Il lavoro di ricerca condotto presso il King’s College di Londra e l’Università dell’Australia occidentale indicati dati che supportano l’idea che gran parte delle nostre preoccupazioni sono basate su pregiudizi cognitivi. Molte persone pensano che preoccuparsi equivalga ad avere o dimostrare maggiore controllo. Al contrario, rilassandosi temono di essere sorpresi dall’imprevisto.

È tempo di cambiare queste idee, questi pregiudizi. Vediamo, dunque, come evitare che una preoccupazione diventi un’ossessione.

1. Comprendere il meccanismo della preoccupazione

La preoccupazione ha uno scopo: aumentare la nostra attivazione in modo da poter agire sulle minacce che ci circondano. L’obiettivo finale è agire e per questo vanno escogitate soluzioni. Tuttavia, invece di agire o accettare una realtà concreta, tendiamo ad amplificare ulteriormente le minacce stressanti.

Lo facciamo attraverso la ruminazione, un tipo di preoccupazione persistente e ripetitiva che invece di cercare risposte ai problemi, pone più domande. La ruminazione amplifica le emozioni a valenza negativa e il disagio. In questo modo cadiamo sempre di più nei labirinti dell’ansia.

Per evitare che una preoccupazione diventi un’ossessione, dobbiamo tenere presente che alimentando la ruminazione rimarremo bloccati e incapaci di risolvere il problema.

Preoccupazione, ruminazione e ossessione sono il risultato dell’attività dell’amigdala e della corteccia prefrontale.

2. Accettare il pensiero ossessivo, ma non stare al suo gioco

Dobbiamo essere chiari al riguardo, frasi come “non ci penserò più” o “questa sarà l’ultima volta che ci penserò” ci saranno di scarsa utilità. Perché la mente vi tornerà sempre, come il cucciolo che rincorre la sua palla. I pensieri sono automatici e non è facile controllarli.

L’ideale è lasciarli fluire, accettarli. I ricercatori dell’Università di Amburgo indicano in uno studio che dovremmo vedere i pensieri ossessivi come fenomeni mentali che vanno e vengono.

Come il flusso di un fiume impetuoso. Conviene, dunque, non dare essi importanza né rafforzarli. Se ci sono, lasciamoli scorrere.

3. Non giudicarsi, essere compassionevole con se stessi per evitare che una preoccupazione diventi un’ossessione

Il dialogo interiore che ci giudica e ci critica è come il motore che alimenta la fabbrica delle preoccupazioni. Se vogliamo evitare che una preoccupazione diventi un’ossessione, dobbiamo essere gentili e compassionevoli con noi stessi. Ne abbiamo passate tante in questa vita, non c’è dubbio.

Facciamo affidamento alla nostra esperienza per affrontare le sfide che ci si presentano. Invece di preoccuparci, affrontiamo ciò che ci preoccupa avviando cambiamenti, pensando a nuove formule per risolvere i problemi.

4. Apportare modifiche alla routine che vanno contro l’ossessione

Se temiamo di perdere il lavoro, iniziamo a cercare nuove opzioni. Se siamo preoccupato per ciò che potrebbe portare il futuro, iniziamo nuove esperienze nel presente. Fare nuove amicizie, iniziare un corso, imparare qualcosa di diverso… Tutto ciò è positivo.

I piccoli cambiamenti quotidiani sono nuovi stimoli per la mente, in questo modo riusciamo a separarla dal fulcro dell’ossessione e della preoccupazione.

Persona che cammina per evitare che una preoccupazione diventi un'ossessione.

5. Uscire dall’universo ossessivo ed esprimere quello che proviamo

Usciamo dalla mente per immergerci nella vita. Come si ottiene una cosa del genere? L’arte in tutte le sue forme e dimensioni è ideale per evitare che una preoccupazione diventi un’ossessione.

Dipingere, disegnare, scolpire, tessere, cucire, comporre, scrivere… Ci sono molteplici possibilità che possono aiutarci a calmare la mente, permetterle di andare oltre il suo labirinto di preoccupazioni per apprezzare la vita. Ogni persona deve trovare il proprio mezzo, la propria tela personale.

6. Sfogarsi per evitare che una preoccupazione diventi un’ossessione

Non dimentichiamo di condividere il tempo con le persone che sanno ascoltare. Anche parlare di ciò che ci preoccupa è necessario e salutare.

Smettiamo di vivere nelle nostre isole di solitudine mentale in cui cresce solo l’angoscia e connettiamoci con ciò che ci circonda in modo attivo e pieno di speranza.


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