Fame d'amore: bisogno di nutrienti o affetto?

Siete sempre affamati? Forse il corpo richiede alcuni nutrienti che gli mancano. Nutrienti che non hanno nulla a che fare con la dieta, ma con la parte più emotiva di sé.
Fame d'amore: bisogno di nutrienti o affetto?
Sharon Laura Capeluto

Scritto e verificato la psicologa Sharon Laura Capeluto.

Ultimo aggiornamento: 12 febbraio, 2023

Alcune persone pensano di avere sempre fame, eppure la sensazione di appetito non si placa mangiando, perché in realtà non dipende dal cibo. Un appetito vorace e sproporzionato è associato piuttosto a carenze emotive, alla fame d’amore da parte degli altri o verso se stessi.

L’ottenimento di nutrienti non è l’unico motivo per cui si ha fame, ve ne sono molti altri e non tutti ugualmente sani. L’essere umano mangia per soddisfare il bisogno fondamentale della fame, ma anche per placare alcune emozioni e intensificarne altre.

Mangiamo per festeggiare, salutare, chiudere i cicli, perché si è felici, tristi, spaventati, ansiosi oppure annoiati. Mangiamo perché il partner non risponde a un messaggio su WhatsApp, perché non sentiamo da tempo il calore di un grande abbraccio o non riusciamo a guardarci con occhi compassionevoli. Sì, l’amore e la fame sembrano andare di pari passo.

Donna molto affamata a tutte le ore.
A volte la mancanza di affetto si traduce in eccesso di cibo.

Segni d’amore

Alla nascita ci vengono offerti nutrienti e amore attraverso il cibo. Dare da mangiare al neonato è un atto di amore, sostegno e protezione. Siamo nutriti organicamente ed emotivamente dal latte materno o da un biberon, momento spesso accompagnato da carezze, aromi, parole amorevoli e dolci melodie.

Fornire cibo a un bambino è uno degli atti di amore più sinceri. Chi lo riceverà si sentirà protetto e al sicuro. Se i suoi bisogni fisiologici e simbolici verranno soddisfatti, crescendo sarà capace di donare amore agli altri ea se stesso.

D’altra parte, se non viene soddisfatta la necessaria dose di amore, la persona può cercare di colmare tale lacuna attraverso ciò che lo fa sentire subito protetto: il cibo.

Crediamo che in questo modo il sentimento di tristezza o angoscia scomparirà, in realtà viene solo anestetizzato. Non è così inverosimile confondere il bisogno di amore con il bisogno di cibo.

Fame d’amore: mangiare le proprie emozioni

La fame non è necessariamente sinonimo di mancanza di amore, ma può esserlo. Spesso la carenza di affetto si traduce in un’eccessiva assunzione di cibo.

Quella volta che siamo andati in cucina alle tre del mattino in cerca di qualcosa di dolce, forse avevamo bisogno di un abbraccio. Quando non c’è nessuno ad ascoltarci, potremmo sostituirle quell’assenza abbuffandoci. Cerchiamo di mitigare la sensazione di solitudine ingerendo grandi quantità di cibo?

La fame compulsiva è un comportamento alimentare che può trasformarsi in un’abitudine e diventare un serio problema. A sua volta, può essere un avvertimento su stati emotivi spiacevoli e disfunzionali. La compulsione spesso nasce in risposta al sentirsi disperatamente soli, incompresi o abbandonati.

È capitato a tutti di cercare il benessere nel posto sbagliato. Ebbene, il cibo non può farci male né porci limiti né rifiutarci né arrabbiarsi con noi, a differenza della gente.

“La compulsione è la disperazione a livello emotivo. Le sostanze, le persone o le attività che ci fanno comportare in modo compulsivo sono quelle che riteniamo possano liberarci dalla disperazione”.

-Geneen Roth-

L’amore si trova fuori dal frigo

Come capire se è il caso di guardare dentro il frigo o fuori? Distinguendo il bisogno di cibo dal bisogno di amore. In altre parole, fame fisiologica e fame emotiva.

La prima è regolata dal sistema omeostatico, che ha il compito di mantenere in equilibrio energia e nutrienti all’interno del corpo. La seconda, invece, è regolata dal sistema edonico, associato alla ripetizione di determinati comportamenti come mezzo per ottenere piacere.

Una volta rilevato che la fame è emotiva, possiamo provare a soddisfarla in modo intelligente. Nasconde spesso un significato più profondo: il bisogno di accettarci, amarci e trattarci con gentilezza.

La sensazione di vuoto e di insoddisfazione personale spesso assume le sembianza di appetito. Scegliamo di consumare rapidamente e inconsciamente ciò che crediamo ci farà sentire meglio.

A sua volta, la fame di amor proprio non riguarda solo la dieta, ma anche la condotta sociale. Cosa significa? Che siamo insoddisfatti di noi stessi, chiediamo agli altri quell’amore che sentiamo ci manca. Ci avvicineremo agli altri, dunque, per bisogno e non per scelta.

Donna triste che pensa che non sono bravo in niente.
La mancanza di amor proprio produce un senso di vuoto che a volte è mascherato da fame.

Fame d’amore: l’importanza di guardare se stessi

Per quanto le persone che ci accompagnano siano intenzionate a “guarire” la nostra mancanza di amor proprio, difficilmente ci riusciranno: non basteranno i loro tentativi di colmare le nostre mancanze, perché il vuoto è solo di chi lo porta dentro. Né l’eccesso di cibo né l’eccessivo desiderio di essere amati basteranno a placare la fame d’amore.

Iniziamo a guardarci con occhi diversi. Sebbene i legami interpersonali rappresentino una parte fondamentale del benessere, l’amore per se stessi è essenziale. Che ne dite di iniziare a coltivarlo?


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  • Roth, Geneen. (1991). Cuando la comida sustituye al amor. La relación entre las
    carencias afectivas y nuestra actitud ante la comida.
    Barcelona, (2014). Ediciones Urano, S.A.
  • Palomino-Pérez, Ana María. (2020). Rol de la emoción en la conducta alimentaria. Revista chilena de nutrición.

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