Fare esperienza del dolore e della sofferenza, cosa significa?
Ci sono momenti in cui ci si chiede: cos’è il dolore? Quali sono i fenomeni che accompagnano la sofferenza umana? Cosa significare fare esperienza del dolore?
Il dolore e la sofferenza hanno un significato e un significato al di là dell’elemento negativo che va oltre il meccanismo del sentimento doloroso e della sua risposta, così come la passività o ricettività del corpo e della mente.
Ci sono dolori che provocano altrettanta o maggiore sofferenza del fisico, che lacerano senza pietà i tessuti della mente e producono frammenti dissociati nell’anima.
Per Di Pierro il vero dolore si verifica quando ciò che si prova è l’autentica presenza del disagio, mentre il resto del dolore, della sofferenza e del disagio sono solo segni, echi o preannunci di dolore.
“Il dolore è la conseguenza di uno stato di disfunzione locale nel tessuto vivente, la conseguenza di uno stimolo che provoca una sensazione di dolore, ma che provoca anche risposte regolatorie come i riflessi, e può includere anche le emozioni da solo”.
-Antonio Damasio-
Fenomenologia del dolore e della sofferenza
L’esperienza del dolore è disagio ed è analoga a “stare male“, “sentirsi male” o, curiosamente, “sentirsi male”. Inoltre, questa esperienza è solitamente legata alla sensazione di sofferenza, che supera e va oltre il semplice dolore. Così, la sofferenza è l’acqua che straripa dal fiume, allagando tutto ciò che incontra.
“Il principale elemento differenziale tra dolore e sofferenza è che il significato primario del dolore non si esaurisce nella sua funzione di alleviare il disagio”.
-Di Pierro-
Fare esperienza del dolore o della sofferenza?
Secondo Stanislaw Grygiel, di origine polacca, “nel dolore, quindi, non solo la malattia si rivela all’uomo, ma anche lo stato di fatto del suo essere. che non solo parla dei mali passati e dei momenti di felicità perduti, ma prevede anche le afflizioni che verranno: questo certamente si ripete e, inoltre, finisce con la morte».
In questo senso, va notato che, curiosamente, quando si parla di dolore ci si riferisce solitamente al dolore fisico, ma: perché ci è difficile riferirci al dolore dell’anima?
Per filosofi come Buytendijk, la differenza tra dolore e sofferenza potrebbe essere che il primo si riferisce a un livello corporeo, mentre il secondo allude alle grida strazianti dell’anima, perché coinvolge l’intera struttura personale dell’essere umano.
“Non c’è dolore fisico che si manifesta in tutto il corpo.”
-Buytendijk-
La sofferenza e la connessione con l’essere
Il dolore e la sofferenza non sono l’altra faccia della medaglia, che è il piacere. La presenza dell’uno non è necessariamente accompagnata dall’assenza dell’altro e, per di più, si dice che abbiano strutture asimmetriche.
In questo senso, per Buytendijk sono state descritte quattro esperienze negative di dispiacere :
- Le impressioni spiacevoli che otteniamo attraverso i sensi.
- I sentimenti vitali di dispiacere associati ai bisogni primari: freddo, stanchezza, fame o sete; e le sue trasformazioni soggettive in sentimenti.
- Dolore acuto e cronico prevalentemente fisico. Qui sarebbe il dolore fisico.
- sofferenza spirituale. Questo è un dolore diffuso, difficile da definire e difficile vedere dove inizia e dove finisce, a differenza del dolore fisico.
“La sofferenza spirituale è una forma di dolore dell’esistenza stessa, dell’anima ed è correlata ad un evento giustamente penoso o penoso, motivo per cui è comunemente chiamata anche dolore.”
-Di Pierro-
In questo senso si può dire che la sofferenza nell’anima ci mette in contatto e in dialogo con il nostro corpo, e ciò ci permette di interrogarci sulla totalità del nostro essere. Va anche detto che il dolore (corporeo) e la sofferenza (spirituale) sono lungi dal manifestarsi sempre insieme, poiché il dolore fisico non sempre turba lo spirito.
In conclusione, alludendo alle riflessioni di Damasio, le emozioni, nonostante possano essere provocate dallo stesso stimolo, costituiscono una diversa conseguenza della stessa causa. Quindi, in seguito possiamo arrivare a sapere che abbiamo dolore e che stiamo vivendo un’emozione ad esso associata, collegando la nostra coscienza al momento presente.
“La filosofia che non nasce nella sofferenza non vede il mondo come una realtà orientata alla trascendenza, cancella la libertà e la responsabilità della persona umana. Una tale filosofia può essere tutt’altro che un’amicizia di saggezza”.
-Grygiel-
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Cabòs Teixidó, J. (2013). Fenomenología del Sufrimiento. Por una comprensión filosófica a partir de la obra de Arthur Schopenhauer.
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Di Pierro, E. G. (2018). Apuntes para una fenomenología del dolor y el sufrimiento. Revista del Centro de Investigación de la Universidad la Salle, 13(50), 13-30.