Formazione reattiva: un meccanismo di difesa
La formazione reattiva è un meccanismo di difesa. Si verifica quando una persona prova un desiderio istintivo e comunque inconscio, che però rifiuta consapevolmente. Ciò la porta a sviluppare un impulso opposto a quello che rifiuta.
Un esempio può aiutarci a capire meglio. Immaginiamo che una donna non condivide l’atteggiamento della propria madre, autoritaria. Tale rifiuto la porta a covare odio per il modo in cui la madre cerca di imporsi e di porre limiti alla sua vita di figlia. Tale odio viene percepito come ripugnante: in fondo, la figlia si sente una cattiva persona per il fatto stesso di provare odio nei confronti della madre. Allora sviluppa una condotta di formazione reattiva: si fa in quattro per compiacere la madre e per prendersi cura di lei.
La formazione reattiva è un complesso meccanismo di difesa mediante il quale i sentimenti e gli impulsi inaccettabili vengono modificati in modo da diventare accettabili.
-Robert Isaacson-
Ovviamente questo meccanismo di formazione reattiva nasce e si sviluppa nell’inconscio. Il soggetto non si rende conto di averlo sviluppato. Semplicemente, come succede nel nostro esempio, si prova un forte impulso ad agire in un determinato modo. A rivelare la presenza di questo processo è l’esagerazione delle manifestazioni.
Formazione reattiva, iperprotezione e lassismo
Uno dei casi più tipici di formazione reattiva è opposto all’esempio precedente. Si verifica quando un genitore cova risentimento o rifiuto verso i propri figli. Tutte le norme sociali impongono loro un amore incondizionato. Per questo motivo, l’ostilità verso i propri figli dà origine a un senso di colpa inconscio.
In questi casi la formazione reattiva scatena un forte bisogno di iperprotezione. Ma da cosa li proteggono così tanto in realtà? Dai sentimenti di ostilità che loro stessi provano verso i figli. Temono che il rifiuto faccia loro male. Proteggerli troppo è un modo per evitare questo danno, o di correre ai ripari. Ecco quindi comparire genitori autoritari, che alimentano la dipendenza nei propri figli.
Si verifica anche la situazione opposta, ovvero il senso di colpa inconscio dà origine a un lassismo sconfinato. Si lascia fare ai figli quello che vogliono. Non viene posto loro alcun limite, secondo un meccanismo sbagliato di compensazione. Di conseguenza, finiscono per fomentare nei propri figli atteggiamenti irresponsabili e comportamenti nocivi. Li trasformano in persone pretenziose e dipendenti.
Altri casi di formazione reattiva
Altri casi frequenti di formazione reattiva sono propri degli uomini maschilisti o nelle donne cosiddette femministe. A volte, un uomo non tollera la propria fragilità, perché gli è stato insegnato che qualunque manifestazione di sensibilità o di tenerezza metterebbe in dubbio la sua virilità. Per questo motivo, è diventato una persona fintamente dura e temeraria, imponendo a se stesso angosce e sfide inutili. Qualcosa di simile succede con le donne che si mostrano ipersensibili a qualunque manifestazione di virilità.
Ci sono anche casi che si spingono oltre i limiti. Sono realtà in cui il meccanismo di difesa è più forte e radicato, e dà origine a comportamenti estremamente rigidi, che diventano compulsivi.
Ecco che entrano in gioco le persone comunemente definite “personalità fanatiche”. Sentono forti impulsi sessuali e si trasformano nei portabandiera della castità. Si fustigano persino per avere fantasie “spinte”. C’è poi anche chi vive sacrificandosi per gli altri, raggiungendo risultati estremi. Probabilmente cerca di liberarsi di un senso di colpa inconscia.
Conoscersi, conoscersi sempre…
È importante insistere sul fatto che le persone non sono coscienti del processo descritto. Non sanno riconoscere i sentimenti o i desideri che rifiutano e non si rendono conto di aver sviluppato degli impulsi per nasconderli. Si crea una situazione di autoinganno e anche un comportamento poco chiaro verso gli altri, ma il tutto è inconsapevole.
A volte la formazione reattiva è una difesa non solo dell’individuo, ma anche della collettività. Una famiglia, un gruppo con una idea comune, un gruppo di colleghi di lavoro e così via. Questi contesti a volte alimentano il senso di colpa rispetto ad alcune realtà soggettive. Ad esempio, idealizzano l’amore o lo pongono sul piano della perfezione e non su quello umano, dell’imperfezione. Queste realtà favoriscono l’insorgere di questi meccanismi di difesa.
Ci sono casi in cui la formazione reattiva si trasforma in un ostacolo talmente potente da impedirci di progredire. Si impone e arriva persino a influire sull’intera vita di una persona. In queste situazioni, può diventare un rischio per la salute fisica e mentale.
Giunti a questo punto, l’unica soluzione ragionevole è sottoporsi alla psicoterapia, in modo che questa risvegli i campanelli d’allarme e stimoli la presa di coscienza di contenuti inconsci.
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