Frasi di Nicanor Parra, l'antipoeta
Le frasi di Nicanor Parra non parlano di poesia, ma di antipoesia, come lui stesso ha dichiarato. È stato un letterato che ha vissuto più di un secolo senza mai smettere di sorprendere i lettori con il suo modo particolare di vedere e di esprimere il mondo.
L’antipoeta Nicanor Parra nacque il 5 settembre 1914 a San Fabián de Alico, in Cile. Figlio di un musicista e maestro elementare e di una sarta di origini contadine, fin da piccolo venne stimolato ad apprezzare l’arte popolare. I genitori gli inculcarono una forte coscienza sociale che traspare fortemente dalle sue opere.
Né molto sveglio né stupido da legare. Fui quello che fui: un miscuglio di olio e aceto da mangiare. Un insaccato di angelo e bestia!
Nicanor Parra
Vinse il Premio Nacional de Literatura 1969, il Premio Reina Sofía per la poesia nel 2001 e il Premio Cervantes nel 2011. Eterno candidato al Premio Nobel, non lo vinse mai. Morì a 103 anni, circondato dall’amore dei suoi lettori. Ecco alcune delle sue frasi più belle e indimenticabili.
Frasi di Nicanor Parra
Statistica
L’antipoesia è caratterizzata da un marcato distacco dalla poesia tradizionale. Utilizza temi, strutture e linguaggi bizzarri. Si tratta di una corrente che vuole dimostrare che la poesia non sempre si fa con complicati giochi di parole.
Le frasi di Nicanor Parra sono antipoetiche e non seguono alcuna metrica. “Ci sono due pagnotte. Lei ne mangia due. Io nessuna. Consumo medio: una pagnotta per persona”. Con ironia e umorismo, Parra fa riferimento alle contraddizioni della statistica applicata all’ambito sociale.
La risposta dell’oracolo
Uno degli aspetti a cui si dedica l’antipoesia di Nicanor Parra è l’assurdo. L’esplorazione di questa dimensione emerge in molti delle sue antipoesie e frasi: “Risposta dell’oracolo. Qualunque cosa tu faccia te ne pentirai”.
È un bellissimo modo di affermare che non ha importanza ciò che accade o ciò che facciamo. Ci sarà sempre qualcosa di imperfetto o sbagliato in qualche misura. Fare qualcosa implica lasciare da parte qualcos’altro e in qualche modo questo comporta anche un certo grado di pentimento.
La colpa e il perdono
Una delle frasi più famose di Nicanor Parra è “Rubando fiori al chiaro di luna, chiedo perdono a destra e a manca, ma non mi dichiaro colpevole”. I fiori rubati al buio sono fatti di luce, per questo si chiede scusa.
Chi chiede scusa, a ogni modo, non si dichiara colpevole. Che bel modo di dichiarare che, pur avendo commesso un errore, non esiste alcuna forma di pentimento per ciò che si è fatto! È una dichiarazione di intenti: si agisce con convinzione e consapevoli di poter danneggiare gli altri.
Esistono i paesi o è un’illusione?
Il tema politico è ricorrente nell’antipoesia di Nicanor Parra. Non era esattamente sostenitore di alcuna causa, più che altro denunciava le contraddizioni del potere. Il suo era un punto di vista anarchico: né di destra né di sinistra, ma dalla parte della ragione e dell’essere umano.
Un’altra importante citazione di Nicanor Parra recita “Crediamo di essere un paese, ma la verità è che siamo a malapena una paesaggio”. Questa affermazione è un chiaro rifiuto dei concetti politico-amministrativi creati dall’uomo. La terra non distingue paesi e stati. Sono gli uomini a mettere confini. In realtà, esiste solo un paesaggio.
I nomi delle cose
L’antipoeta Parra riflette anche sulla poesia e sul ruolo del poeta. Una delle sue frasi recita “Il poeta non mantiene la parola data se non cambia i nomi delle cose”.
Poesia è innanzitutto dare nomi nuovi al mondo e alla realtà. Battezzare nuovamente gli oggetti fisici e mentali. In altre parole, dire le cose in maniera diversa da come sono state dette fino al momento attuale e guardare ciò che esiste con una prospettiva nuova.
Vi abbiamo riportato solo alcune delle più belle frasi di Nicanor Parra, l’antipoeta. La sua terra natale e il mondo intero piangono la sua scomparsa. Tuttavia, rimane ai posteri la testimonianza di un uomo che ha fatto della parola un’autentica creazione.