Gli effetti della cocaina sul cervello
Vi siete mai chiesti quali sono gli effetti della cocaina sul cervello? Cercheremo di dare una risposta a questa domanda nelle prossime righe.
Secondo un studio recente, che ha analizzato i reflui urbani, la cocaina è la droga più consumata in Italia. Un vero problema sanitario nell’ambito delle tossicodipendenze. Questa sostanza, sintetizzata dalla foglia della pianta di coca, provoca una sensazione di euforia, energia e prontezza mentale in chi la consuma. Inoltre, agisce riducendo l’appetito così come la necessità di dormire.
Oltre a questi effetti a breve termine, Il consumo di cocaina produce notevoli conseguenze negative a lungo termine, come disturbi emotivi o comportamentali. A seguire descriveremo gli effetti della cocaina sul cervello a livello anatomico, metabolico e funzionale.
Gli effetti anatomici e metabolici della cocaina sul cervello
Questa sostanza influenza i sistemi noradrenergico e dopaminergico del cervello. Nello specifico, il suo meccanismo consiste nel favorire il rilascio di noradrenalina, inibendo al contempo il riassorbimento di serotonina, dopamina e noradrenalina nelle sinapsi. Di conseguenza, nello spazio esistente tra due neuroni in comunicazione, noto anche come schisi sinaptica, la disponibilità di questi neurotrasmettitori risulta maggiore.
Tale effetto si traduce in una serie di modificazioni cerebrali a lungo termine. Negli esami post mortem è stato osservato che il cervello dei consumatori di cocaina presentava una minore quantità di dopamina nel corpo striato, una minore densità di monoammine e dell’espressione dell’RNA che codifica per il trasportatore della dopamina. È stato rilevato anche un aumento di microglia e macrofagi. Ovvero, il consumo di cocaina è correlato alla perdita dei terminali dopaminergici e di interi neuroni.
Il danno cellulare fa sì che il circuito di ricompensa, di cui fa parte la via dopaminergica, alteri la sua funzionalità, producendo il consumo compulsivo. Analogamente, la minore presenza di dopamina endogena, o ipodopaminergia, provoca sintomi di astinenza, depressione e craving.
In secondo luogo, si è osservato che il consumo di cocaina e di altre sostanze stupefacenti incrementa la presenza di radicali liberi e di stress ossidativo. Queste cellule, nonostante siano necessarie, in eccesso sono correlate all’invecchiamento e al danno cellulare. Interferiscono, inoltre, con la funzione della barriera emato-encefalica, fondamentale per proteggere il cervello da agenti esterni nocivi e mantenere l’omeostasi.
Il consumo di cocaina, infine, altera la vascolarizzazione cerebrale, rendendo più probabile il verificarsi di un ictus, così come l’aumento del fattore di necrosi tumorale.
Effetti funzionali
Le modifiche e i danni sopra menzionati producono una serie di conseguenze sul funzionamento neuropsicologico del consumatore. In generale, le persone che fanno uso di cocaina presentano prestazioni inferiori nei test di valutazione neuropsicologica. Tali effetti sono stati rilevati soprattutto nella sfera dell’attenzione, della memoria, dell’inibizione della risposta e delle funzioni esecutive.
Più nello specifico, la cocaina influenza i meccanismi di attenzione selettiva e prolungata, la memoria di lavoro, la memoria visiva e la capacità di apprendimento. Tali effetti divengono più evidenti nei periodi di astinenza.
Per quanto riguarda le funzioni esecutive, i consumatori di cocaina mostrano maggiori insuccessi nel tentativo di inibire le risposte, più impulsività e risultano meno abili nel prendere decisioni. Questo insieme a una minore flessibilità di fronte al cambiamento, una peggiore capacità di elaborare gli errori e di gestire le contingenze.
In sintesi, il consumo di cocaina, probabilmente una delle droghe che causa maggiore dipendenza, nuoce al consumatore a diversi livelli. Oltre agli effetti appena descritti, si verificano anche un gran numero di conseguenze emotive, comportamentali e sociali che influenzano la qualità della vita della persona che ne fa uso.
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