Harry Potter e il fenomeno dei potteriani

Gli appassionati di Harry Potter costituiscono uno dei fandom più estesi, attivi e produttivi che si siano mai visti. Quale futuro e quale evoluzione li aspetta? Vi invitiamo a riflettere su questo fenomeno.
Harry Potter e il fenomeno dei potteriani
Leah Padalino

Scritto e verificato la critica cinematografica Leah Padalino.

Ultimo aggiornamento: 11 ottobre, 2022

Oggi parlare di Harry Potter è quasi come parlare dei Simpson. Vale a dire, è un fenomeno così popolare che siamo tutti in grado di riconoscere, ci piaccia o no, lo si conosca in profondità o no. Il mago più famoso degli ultimi decenni ha lasciato il segno nelle schiere di ammiratori di tutto il mondo.

È passato molto tempo dalla pubblicazione di Harry Potter e i Doni della Morte. Eppure, lungi dal cadere nell’oblio o essere ormai materia di nostalgia, il maghetto è tuttora presente nelle nostre vite, e conserva un fandom straordinariamente fedele e produttivo.

Come si è prodotto questo fenomeno e come evolverà nel futuro? In questo articolo proveremo a rispondere a queste domande.

Chi sono i fan?

A grandi linee, si definisce fan chi ammira o venera qualcuno. Il soggetto può essere uno sportivo, un cantante o un attore. Diciamo una persona famosa, nota ai media. Ma si può anche essere fan di un genere, una serie, un film o, come nel caso di Harry Potter, di una saga.

Il fenomeno fandom è particolarmente comune durante  l’adolescenza, fase in cui l’individuo crea una propria identità. I fan tendono a seguire o persino imitare l’oggetto della propria ammirazione. In qualche modo avviene un processo di identificazione con esso.

I fan interagiscono con il proprio idolo, si raggruppano in comunità, condividono codici di comunicazione, ecc. A loro volta, possono produrre storie o materiale audiovisivo che ha come centro l’oggetto di culto.

Internet ha favorito notevolmente la comunicazione tra i fan, di conseguenza ci imbattiamo in vere e proprie legioni di follower che producono, condividono, discutono e ricercano.

Le aziende di marketing sono perfettamente consapevoli del fenomeno dei fan di Harry Potter. In fin dei conti, non sono altro che consumatori e se un fenomeno raggiunge livelli così elevati, il business è più che servito.

Fan con libro di Harry Potter

Un personaggio con cui identificarsi

Abbiamo appena parlato del processo di identificazione tra i fan e l’oggetto di venerazione. Allo stesso modo, abbiamo detto che si tratta di un fenomeno che in genere ha il suo apice nell’adolescenza. Se facciamo convergere questi elementi al caso Harry Potter, ne emerge un fatto curioso.

Pensiamo, per un momento, a ogni singolo libro che compone la saga. Ogni episodio corrisponde a un anno scolastico di Harry Potter, di conseguenza a un’età ben precisa.

Quando nel 1997 uscì nel Regno Unito Harry Potter e la pietra filosofale, la strategia di marketing puntava totalmente a un pubblico infantile, ossia a chi era bambino alla fine degli anni 90.

Il maghetto non tardò a diventare famoso e i libri cominciarono a essere tradotti e venduti in tutto il mondo. J.K. Rowling era stata capace di restituire ai bambini il piacere della lettura, di creare una generazione di lettori.

I piccoli ammiratori aspettavano con ansia l’uscita del libro successivo. E l’aspetto interessante è che le trame diventavano via via più oscure, più complesse, e i libri più grossi. Harry, come i suoi fan, cresceva.

Harry Potter bambino

I film sono usciti nelle sale con cadenza annuale o biennale. Questo ha favorito un fenomeno straordinario: i giovani lettori sono approdati all’adolescenza come parte di un gruppo, una solida comunità con cui identificarsi. 

Gli adattamenti cinematografici, a loro volta, hanno contribuito a consolidare il fandom e, al tempo stesso ad aprirsi a un pubblico più ampio. Quello dei giovani che non avevano ancora letto i libri.

I fan di Harry Potter avevano un punto di riferimento, condividevano con il maghetto età e problemi, sebbene il loro universo fosse molto diverso.

Harry Potter, un eroe imperfetto

Tutti gli altri personaggi della saga, sebbene alle prese con l’epico, sembrano essere sbalzati dalla nostra realtà.

La Rowling ci ha presentato figure femminili con cui le ragazze potevano ampiamente identificarsi, con buoni elementi per una lettura in chiave femminista.

La figura di Harry Potter sembra corrispondere poco all’archetipo dell’eroe. Un eroe piuttosto imperfetto che incarna una nuova mascolinità, un modello di uomo che ha paura e piange, ma non se ne vergogna.

Harry Potter e Ron Weasley davanti a sfera di cristallo

Harry Potter: fan attivi e produttivi

Il mondo dei fan di Harry Potter ha mostrato di essere particolarmente attivo e prolifico. A questo fervere di attività ha contribuito l’inesauribile strategia di merchandising e siti web come Pottermore (attualmente Wizarding World) su cui convergono tutti gli appassionati.

La stessa autrice contribuisce ad alimentare dubbi nei follower attraverso interviste e commenti su Twitter. Naturalmente, una comunità così estesa ha bisogno di un codice condiviso.

Si identificano così, a vicenda, come potterheads, usano termini come babbano, fanno propri emblemi come il simbolo dei Doni della Morte o il Marchio Nero.

Piuttosto curiosa è la distribuzione dei potteriani nelle quattro casate di Hogwarts. Siti web, come il già citato Pottermore, hanno incoraggiato i fan ad attingere a “fonti ufficiali” per definire la propria casa di appartenenza, creando in questo modo nuove comunità all’interno dello stesso fandom.

In qualche modo, funziona un po’ come nei segni zodiacali. Appartenere all’una o altra casa identifica i tratti della personalità. Confluire in Grifondoro rende coraggiosi; sei ambizioso se entri nella casa di Serpeverde. Così facendo, il sentimento di appartenenza si rafforza e si alimenta il processo di identificazione.

D’altra parte, la produttività dei potterheads sembra non conoscere confini. Oltre ai fanfics – fenomeno comune in tutti fandom – ci troviamo di fronte a una comunità eccezionalmente creativa.

Una comunità che, lungi dal restare relegata a discussioni teoriche sulla trama, si cimenta nella realizzazione di un film proprio. Voldemort: Le Origini dell’Erede è uno spin off non ufficiale e finanziato dagli stessi fan che esplora la vita dell’antagonista della saga.

Locandina di Voldemort: Le Origini dell'Erede

Il futuro dei potteriani

Se prima abbiamo detto che questo fandom può essere visto in una prospettiva generazionale, forse dovremmo cominciare a pensare al futuro. Può essere un problema attirare nuovi follower?

A differenza dei fan che sono cresciuti con il maghetto, adesso ogni bambino ha a disposizione l’intera saga (libri e film) e tutte le informazioni relative. Questo, in un certo modo, spezza la magia. Uno degli ingredienti era l’identificazione generazionale che, unita all’attesa dell’uscita successiva, forniva combustibile al fenomeno.

Tutto sembra pronto per un nuovo sviluppo e i semi per raccogliere nuovi fan sono stati gettati. Un esempio è la nascita della nuova saga Animali fantastici e dove trovarli.

Perché creare una nuova saga?  Perché oltre al fandom già consolidato – e che ormai è adulto – si apre la possibilità di un nuovo pubblico. Animali fantastici e dove trovarli, di fatto, ha riscosso un discreto successo tra i giovanissimi, alcuni dei quali non hanno neanche letto i libri di Harry Potter.

Con gli anni, sono stati ideati parchi tematici ispirati al mondo di Hogwarts e sfruttato location reali come la stazione di King’s Cross. Tutto per offrire ai fan di Harry Potter un intrattenimento che vada oltre il cinema e l’editoria, un’esperienza che invita a vivere in prima persona il mondo sognato da J. K. Rowling.

Non sappiamo cosa ci riservi il futuro, ma tutto sembra indicare che il fenomeno dei fan di Harry Potter sia più vivo che mai. Nel frattempo, continuiamo a sognare e ad aspettare una lettera per Hogwarts.


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