Il cervello dei Neanderthal
I Neanderthal (Homo neanderthalensis) sono una specie estinta del genere Homo che ha convissuto a lungo con l’Homo Sapiens per quasi tutta la seconda metà del Pleistocene, tra i 230.000 e i 28.000 anni fa. Erano presenti in tutta l’Europa, in Medio Oriente e in Asia centrale. Nell’articolo di oggi presentiamo le caratteristiche del cervello dei Neanderthal.
Gli studi paleontologici mostrano che Neanderthal e Sapiens hanno origini comuni. In tal senso, condividevano tratti morfologici e abilità cognitive simili. Oltre a ciò, esistono prove del fatto che le due specie si siano incrociate nel corso della storia, generando discendenti ibridi. Questo sarebbe il motivo per cui il genoma dell’essere umano moderno è costituito per il 2% circa di DNA Neanderthal.
Nelle prossime righe entreremo nel dettaglio delle caratteristiche morfologiche e del cervello dei Neanderthal, e su quanto tali aspetti possano aver giocato un ruolo nella loro estinzione.
Caratteri morfologici dei Neanderthal
Dal punto di vista anatomico, i Neanderthal erano più forti dell’Homo Sapiens, con petto e anche prominenti. Nonostante la robustezza, erano dotati di arti corti. Il loro cranio presentava un doppio arco sopraciliare, fronte stretta, assenza del mento e una capacità cranica leggermente più ampia di quella dell’uomo moderno.
Tali caratteristiche craniche forniscono alcuni indizi sul possibile aspetto del volto: naso sporgente, zigomi incavati e mandibola superiore in avanti. Il naso prominente può trovare spiegazione nella risposta adattiva alle dure glaciazioni dell’epoca.
I Neanderthal erano onnivori, proprio come gli esseri umani moderni. A seconda dell’habitat, si nutrivano di un’ampia varietà di alimenti. Questi comprendevano grandi mammiferi, pesci, crostacei e naturalmente frutta e verdura raccolta in natura.
D’altro canto, gli studi anatomici sui resti scheletrici dei Neanderthal fanno pensare che probabilmente usavano un linguaggio articolato. Grazie ai numerosi scavi, sappiamo che godevano di una complessa capacità organizzativa, seppellivano i morti, accudivano i malati, fabbricavano strumenti e creavano persino arte.
Il cervello dei Neanderthal
Il cervello di Neanderthal era più grande di quello dell’Homo sapiens, e cresceva più lentamente rispetto al nostro. Si tratta di un aspetto determinante, poiché un cervello di grandi dimensioni richiede molta energia. Ciò significa che avevano bisogno di nutrienti e cure in abbondanza durante l’infanzia per un corretto sviluppo.
Nonostante le diverse dimensioni, il cervello dei Neanderthal e quello degli umani moderni maturavano in modo simile. Le due specie, pertanto, probabilmente hanno ereditato il proprio modello di sviluppo da un antenato comune.
Tale caratteristica ha avuto un ruolo cruciale nell’adattamento dell’essere umano moderno, e oggi sappiamo che fu lo stesso anche per i Neanderthal. Disporre di più tempo per lo sviluppo consente di avere un cervello più grande e, dunque, dotato di migliori abilità mentali.
Tale somiglianza nello sviluppo tra i cervelli di entrambe le specie è stata scoperta grazie all’attenta analisi dei resti di un bambino Neanderthal di 49.000 anni fa, rinvenuti nella grotta di El Sidrón, in Spagna.
Caratteristiche del cervello dei Neanderthal
Un’altra differenza tra il cervello dei Neanderthal e quello dell’umano moderno risiede nella forma. Il nostro cervello è proporzionalmente sferico come un pallone da calcio, mentre quello dei Neanderthal era più allungato, potremmo dire come un pallone da rugby. Le conseguenze di questa differenza anatomica non sono al momento note.
Nonostante le grandi dimensioni del cervello dei Neanderthal, il loro cervelletto era più piccolo di quello degli esseri umani moderni. Questo piccolo dettaglio rappresenta la differenza principale tra le due specie. Il cervelletto, di fatto, è una struttura estremamente importante, in quanto regola abilità cognitive quali concentrazione, memoria, flessibilità cognitiva, comprensione e produzione del linguaggio.
Il lobo occipitale dei Neanderthal, invece, era più grande di quello dell’Homo sapiens. Si pensa dunque che i Neanderthal godessero di una vista migliore, poiché quest’area cerebrale è responsabile dell’elaborazione delle immagini percepite.
Ipotesi sull’estinzione dell’uomo di Neanderthal
L’estinzione dei Neanderthal è uno dei grandi misteri della storia. I fattori maggiormente accreditati sono l’espansione dell’Homo Sapiens in Eurasia e i progressivi cambiamenti climatici.
L’analisi dei resti dei Neanderthal rinvenuti in diversi siti, dalla Russia alla Spagna, rivela che questa specie si è estinta 40.000 anni fa; e che la penisola iberica ha rappresentato il suo ultimo habitat.
Alcuni ricercatori ritengono che tra le cause dell’estinzione dei Neanderthal possa esservi anche la conformazione del cervello. E in particolare, le dimensioni ridotte del cervelletto.
A differenza dell’Homo Sapiens, i Neanderthal possedevano minori abilità cognitive e sociali, per cui erano meno adattabili ai cambiamenti ambientali. L’Homo sapiens, di fatto, sembra essere sopravvissuto più facilmente proprio grazie alle maggiori dimensioni del suo cervelletto.
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