Il cervello emotivo delle persone con alta sensibilità

Alcune persone devono imparare a vivere con il cuore e con questo dono meraviglioso, perché la sofferenza non è un obbligo.
Il cervello emotivo delle persone con alta sensibilità
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

Per il cervello emotivo a volte non è facile inserirsi in un mondo in cui abbondano chiasso, egoismo e doppie intenzioni.

I sensi delle persone ad alta sensibilità (PAS) sono tanto sviluppati quanto privilegiati, possono avvertire ciò che gli altri non percepiscono o lo fanno a una tale intensità che il mondo appare loro con una gamma di realtà che agli altri sfuggono.

Cosa rende davvero una persona altamente sensibile? È un tratto genetico? Perché soffrono più degli altri? Perché l’amore risulta loro intenso e doloroso al contempo? Come riescono a gioire della solitudine ed essere incompresi fin da bambini?

Nel 2014 è stato pubblicato uno studio condotto presso la Stony Brook University volto a spiegare le particolarità del cervello emotivo e le differenze con chi non presenta altrettanta sensibilità.

I risultati di questo lavoro di ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Brain and Behavior , e nelle righe che seguono scopriremo le interessanti conclusioni. Siamo certi che vi sorprenderanno.

Il cervello emotivo delle persone con alta sensibilità (PAS)

Si stima che quasi il 20% della popolazione abbia le caratteristiche di base che definiscono un’elevata sensibilità.

Nella maggior parte dei casi, questi individui trascorrono buona parte della loro vita senza sapere di appartenere a quel piccolo gruppo di privilegiati.

In qualche modo, hanno dovuto convivere con “occhiali invisibili” che fanno vedere loro il mondo in modo diverso, con un cuore più aperto e vulnerabile.

Ragazza con colomba in mano che pensa a persone con alta sensibilità.

Gli studi condotti presso l’Università di Stony Brook hanno rivelato che le persone con alta sensibilità hanno un cervello emotivo dotato di un grande empatia. Il loro cervello è orientato alla socialità e all’unione.

Cosa significa questo? I processi cerebrali di queste persone mostrano una sovraeccitazione nelle aree neur ali legate alle emozioni e all’interazione: sono in grado di decifrare e intuire i sentimenti di chi hanno di fronte, ma al tempo stesso entrano in crisi con un problema “banale”.

Alla maggior parte della popolazione manca una simile empatia, vi è dunque un chiaro squilibrio riguardo alla loro sensibilità e a quella di chi li circonda. Ciò li induce a sentirsi diversi.

Per giungere a queste conclusioni sono stati effettuati diversi test, come la risonanza magnetica, per analizzare i processi cerebrali delle persone diagnosticate come altamente sensibili e no.

I volontari sono stati esposti a stimoli diversi per osservarne l’attività biochimica e le diverse aree cerebrali. I risultati sono stati evidenti sotto due aspetti.

Neuroni specchio

Sicuramente avrete già sentito parlare dei neuroni specchio. Svolgono una funzione sociale, quindi sono presenti soprattutto nell’uomo e nei primati.

Situati nella corteccia frontale inferiore del cervello, e molto vicini all’area del linguaggio, sono principalmente legati all’empatia e alla capacità di catturare, elaborare e interpretare le emozioni altrui.

Nelle persone con elevata sensibilità, l’attività dei neuroni specchio è continua e marcata fin dall’infanzia.

Ragazza con un ombrello rosso mentre piove.

Insula

L’insula è una piccola struttura alloggiata molto in profondità nel nostro cervello. Si trova nella corteccia insulare e, a sua volta, è legata al sistema limbico. Quest’ultimo rappresenta una struttura fondamentale per le nostre emozioni in quanto ci offre una visione più soggettiva e intima della realtà.

Nello studio citato gli scienziati si riferiscono all’insula come la “sede della coscienza”, poiché raccoglie gran parte dei nostri pensieri, intuizioni, sentimenti e percezioni di tutto quello che sperimentiamo in ogni momento.

E non sorprenderà apprendere che nel cervello emotivo questa struttura è molto più attiva rispetto a coloro che non sono caratterizzati da alta sensibilità.

Il lavoro indica che oltre a essere più ricettivi agli stimoli visivi legati ai volti e alle emozioni umane, le persone con cervello emotivo presentano anche una soglia inferiore a molti stimoli fisici come luci intense o suoni forti, attivando anche aree legate al dolore. Dati senz’altro curiosi.

Le persone con un’elevata sensibilità sentono e interpretano il mondo attraverso un sistema neurosensoriale più acuto e più fine. NASCONO COSÌ, motivo per cui devono imparare a vivere con il cuore e con questo dono meraviglioso, perché la sofferenza non è un obbligo, ma un’opzione che conviene scartare.

Cortesia dell’immagine: Kelly Vivanco


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