Consenso informato, di cosa si tratta?

Che cosa è il consenso informato applicato alla ricerca medica? Scoprite l'origine e i contenuti di questo importante documento clinico.
Consenso informato, di cosa si tratta?
Sara Clemente

Scritto e verificato Psicologa e giornalista Sara Clemente.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

In psicologia, il consenso informato è uno degli strumenti principali a disposizione dello specialista. Con questo documento può dimostrare la sua etica e la sua deontologia.

Considerato un processo di dialogo tra il medico e il paziente, il consenso informato descrive i benefici e gli svantaggi del trattamento psicologico.

Grazie a esso, il paziente viene a conoscenza di tutti gli aspetti di un possibile trattamento medico. Si tratta di una dichiarazione rilasciata in maniera volontaria e riguarda ogni azione posta in essere nell’ambito della sua salute.

L’aspetto più importante introdotto dalla normativa consiste proprio nella conoscenza di tutti i dati da parte del paziente. Nel caso dell’Italia, la legge che regola il consenso informato è la n. 2019 del 22 dicembre 2017.

Quando è stato introdotto il consenso informato?

L’origine di questo documento risale al periodo post-bellico. Durante la dittatura nazista, il Dottor Josef Mengele realizzò diversi esperimenti su esseri umani. Conosciuto anche come “Angelo della morte”, era noto per la sua crudeltà e il suo sadismo.

Le cavie dei suoi esperimenti furono soprattutto gemelli appena nati. Sottoposti a pratiche dolorose, i pazienti subivano danni fisici e psicologici. E molti di loro morirono a causa dei metodi usati da questo medico tedesco privo di etica e sentimenti.

L'origine del consenso informato

Terminata la Seconda Guerra Mondiale, venne condotto il Processo di Norimberga con cui si stabilirono le pene per i dirigenti, funzionari e collaboratori del regime nazista. Furono tutti accusati di crimini di guerra, e nacque l’idea di creare il consenso informato.

Così, a partire dal 1947, il consenso informato divenne un pilastro della ricerca scientifica con esseri umani. In questo contesto, i medici americani Leo Alexander e Andrew Comvay Ivy stilarono il decalogo di base del documento.

All’inizio si chiamava “Esperimento medico consentito” e conteneva una serie di norme etiche. In seguito prese il nome di “Codice di Norimberga”, in cui il primo punto riguardava proprio il consenso volontario del paziente.

Contenuto del consenso informato

Per svolgere il suo lavoro, uno psicologo deve considerare sempre i diritti del paziente. Quindi, dovrà informarlo in maniera chiara, rigorosa e completa sullo studio, gli interventi e i trattamenti posti in essere. Ma quali sono esattamente i dati che lo psicologo deve fornire?

  • Valutazione del disturbo: informare il paziente dell’alterazione o malattia diagnosticata.
  • Natura e durata del trattamento proposto: numero di sessioni, monitoraggio, valutazione.
  • Possibili rischi, effetti collaterali e inconvenienti: valutati in base alla ricerca scientifica e ritenuti possibili.
  • Beneficio sperato.
  • Possibile trattamento alternativo.
  • Oggi vi è anche un sesto elemento che comprende gli aspetti contrattuali. Questi sono gli onorari, le eventuali coperture sanitarie, i limiti di confidenzialità e l’eventuale partecipazioni di terze persone.

Condizioni del consenso informato

Il consenso informato è la procedura medico-psicologica formale che sancisce il principio di autonomia del paziente. Cerca di rispettare in ogni momento la dignità dell’individuo sottoposto a trattamento. I requisiti indispensabili del consenso informato sono i seguenti:

  • Volontarietà: vale a dire, senza pressione esterna. Il paziente rilascia il consenso informato in maniera libera, senza inganni, persuasione o manipolazione. È pertanto necessario concedergli il tempo necessario per consultare e analizzare il documento prima di prendere una decisione.
  • Capacità: l’individuo deve essere in grado di prendere decisioni. Ciò significa che gode della capacità legale per dare il suo consenso. Ciò non è possibile con i pazienti minorenni o affetti da disturbi mentali.
  • Comprensione: lo psicologo deve assicurarsi che il paziente abbia capito le informazioni ricevute. Inoltre, dovrà essere cosciente che si tratta di dati che il paziente ha il diritto di conoscere.
Relazione psicologo paziente

Il consenso informato scritto e orale

L’informazione compresa dovrà essere anche spiegata oralmente. L’obiettivo è quello di fornire dati dettagliati e completi. Solo in questo modo il paziente potrà prendere la decisione più adeguata.

Nel caso della comunicazione scritta, la procedura si conclude con la firma del documento. Con la sottoscrizione del consenso informato, il paziente conferma di avere compreso tutta l’informazione ricevuta. In questo modo, potrà ottenere il massimo beneficio dalle sedute con lo specialista e dal trattamento.

È importante anche ricordare che la procedura del consenso informato è fondamentale nella pratica psicologica. Lo psicologo che non lo adotta è passibile di una sanzione per negligenza.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.