Il contratto sociale: teoria, pro e contro

La vita all'interno della società è possibile solo grazie a dei patti, espliciti o impliciti, che tutti noi firmiamo. In questo articolo parliamo di come questo contratto sociale possa apportarci benefici o danneggiarci.
Il contratto sociale: teoria, pro e contro
Elena Sanz

Scritto e verificato la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 21 marzo, 2023

Vivere in società ha innumerevoli vantaggi; infatti, è necessario per la nostra sopravvivenza e sviluppo come specie. In cambio, riceviamo pressioni per indurci a rispettare una serie di regole. Questo scambio tra persone, che ha un costo ma anche un guadagno, si chiama contratto sociale e talvolta può essere difficile da mantenere.

Tale accettazione dipende, in larga misura, dal tipo di cultura prevalente nella società di cui facciamo parte, ma anche da alcune caratteristiche personali. In ogni caso, aderire a questo contratto sociale, sebbene sia un’opzione, può avvantaggiarci in molti modi.

fratelli che parlano
La teoria del contratto sociale è stata sviluppata da Thomas Hobbes.

Cos’è la teoria del contratto sociale?

Questo concetto è molto antico ed è stato utilizzato da filosofi come Socrate per spiegare come funziona questo scambio. Tuttavia, fu Thomas Hobbes che realmente espose e sviluppò questa teoria, con la conseguente influenza che ebbe nel campo morale e politico.

In generale, il contratto sociale sostiene che le persone stabiliscano un accordo tra loro per vivere insieme nella società; e questo accordo è un riferimento fondamentale per la decisione individuale, nella misura in cui parla di possibilità e in cui impone dei limiti.

Accettando queste regole, che possono essere esplicite (come le leggi) o implicite, capiamo che lo faranno anche gli altri. E che, in questo modo, pur dovendo fare alcuni sacrifici o aggiustamenti, possiamo beneficiare della convivenza con gli altri.

Il grado in cui ogni persona aderisce a questo contratto dipende in parte dall’ambiente culturale. Di fatto, ci sono alcune società più collettiviste che sostengono e premiano la confluenza, la ricerca del bene comune e dell’armonia sociale. Altri, invece, hanno approcci più individualisti e incoraggiano la persona a differenziarsi, a distinguersi e rimanere fedeli a se stessi.

Dobbiamo aderire al contratto sociale?

Questo modello individualista è quello prevalente in Occidente e porta le persone a prendere coscienza dei propri diritti e a farne uso. Ma in alcuni casi porta anche alla disconnessione dalla comunità e alla violazione di quel contratto: vogliamo goderci i benefici senza fare i compiti. È quello che accade, ad esempio, con l’irresponsabilità affettiva. Un estremo opposto ci porterebbe a dissolverci nel collettivo, a sacrificarci eccessivamente per il bene comune e a dimenticare noi stessi. Pertanto, la chiave è nell’equilibrio.

Al di là delle teorie politiche, il contratto sociale ha implicazioni per la vita quotidiana, per il benessere e le relazioni con gli altri. Ad esempio, accettando un lavoro, pagando le tasse o stringendo una relazione con un’altra persona, accettiamo di rispettare quelle regole di scambio reciproco.

Sebbene a volte gli obblighi e le richieste ci sembrino eccessivi e siamo tentati di rompere con questa formazione comune, la verità è che l’accettazione del contratto sociale ci avvantaggia in diversi modi:

  • Ci dà un senso di appartenenza connettendoci e rendendoci parte di una comunità più ampia. Questa connessione può proteggere la nostra salute fisica e mentale.
  • Possiamo accedere al supporto e all’approvazione da parte di altre persone. Qualcosa di cui, a causa della nostra natura sociale, tutti abbiamo bisogno in misura maggiore o minore.
  • Ci permette di poterci impegnare, stringere legami solidi e significativi.
  • Facilita lo sviluppo a livello personale e sociale. Se tutti agissimo secondo le nostre regole e desideri, l’armonia e il progresso non sarebbero possibili.
Burattini che si influenzano a vicenda
Il contratto sociale influenza la vita quotidiana e le relazioni con gli altri.

Conoscere il proprio programma personale…

È un dato di fatto che vivendo in comunione con altre persone siamo tutti soggetti a una serie di regole, aspettative e limiti. Ora, affinché questo contratto sociale ci favorisca, è importante conoscere la nostra agenda personale. Cioè conoscere i nostri desideri e bisogni, così come i nostri limiti e i confini invalicabili in ogni area, specialmente in ciò che coinvolge gli altri. In altre parole, si tratta di chiarire con noi stessi cosa ci aspettiamo, abbiamo bisogno e vogliamo ottenere da un particolare scambio.

Ad esempio, nell’area del lavoro vogliamo conoscere il tipo di lavoro che stiamo cercando, gli orari e le condizioni che vogliamo e che ci sono convenienti. E in un matrimonio, dobbiamo sapere che tipo di comunicazione, espressioni di affetto e grado di impegno speriamo di ottenere. Solo avendo queste idee chiare, possiamo valutare se quel contratto sociale gioca a nostro vantaggio e, quindi, se ci va bene e siamo disposti a metterci in gioco.

… E quello degli altri

Allo stesso modo, è essenziale conoscere l’agenda altrui, cosa si aspetta e vuole ottenere da noi l’altra persona. Sebbene in ambito lavorativo queste condizioni possano essere più chiare, nelle relazioni interpersonali le aspettative sono spesso implicite e non vengono verbalizzate. Pertanto, possiamo trovarci nella situazione in cui l’altra persona ci chiede qualcosa che non siamo disposti a dare.

In breve, prima di prendere la decisione consapevole di aderire al contratto sociale, è importante sapere in cosa consiste, quali diritti abilita e in quali obblighi ci impegna. Se non intraprendiamo questo compito di riflessione e analisi con sufficiente rigore, possiamo finire per trovarci in esperienze davvero insoddisfacenti. Pertanto, tenendo presente che qualsiasi beneficio sociale richiederà un certo sacrificio, spetta a noi decidere in che misura vogliamo partecipare al contratto sociale.


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