Il diritto di sbagliare nel tentativo di cambiare

Quando cerchiamo di cambiare noi stessi, dobbiamo fare i conti con l'ambiente circostante. Nel nostro tentativo di migliorare, abbiamo anche il diritto di sbagliare, rialzarci e tentare di nuovo.
Il diritto di sbagliare nel tentativo di cambiare
Elena Sanz

Scritto e verificato la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Prima di intraprendere qualsiasi percorso di crescita personale, dobbiamo avere ben chiaro in mente che la vita è un continuo evolversi. I cambiamenti, tuttavia, non avvengono da un giorno all’altro: per ottenere risultati, bisogna avere perseveranza e disciplina. Purtroppo alcune persone dimenticano che nel tentativo di cambiare noi stessi, abbiamo il diritto di sbagliare.

Diamo per scontato che chi vive al nostro fianco sarà contento per la nostra decisione e ci sosterrà. Proviamo delusione e rabbia se non vediamo apprezzati i nostri sforzi. Ma dobbiamo essere consapevoli che siamo noi, con il nostro benessere, il vero motore del cambiamento. Se restiamo in attesa dell’approvazione, il riconoscimento o il sostegno altrui, potremmo gettare subito la spugna.

Bisogna cambiare per se stessi, credere in sé e motivarsi. Oggi capiremo perché è così facile trovare un freno da parte di chi vive intorno a noi e come affrontare questa situazione.

Ragazza triste pensa al suo diritto di sbagliare.

Quando dimentichiamo che tutti hanno il diritto di sbagliare?

A tutti può capitare di imbattersi in una situazione del genere. Per esempio, quando riveliamo ai nostri parenti che vogliamo iniziare una dieta sana e loro non perdono tempo a rimarcare, con tono ironico, ogni piccola svista. Non importa se per un’intera settimana siamo stati ligi alla dieta, si concentrano soltanto sui nostri errori per sottovalutarci e sminuirci.

La stessa cosa accade quando si decidono di affrontare le proprie paure. Abbiamo deciso di superare la paura di guidare percorrendo brevi tragitti in macchina ogni giorno. Qualche volta, però, ci capita di chiedere al partner di guidare perché non ce la sentiamola, facendola diventare l’occasione per darci dei falliti.

Queste reazioni sopraggiungono anche quando cerchiamo di migliorare la relazione e la comunicazione di coppia. Chiediamo al partner di fare uno sforzo congiunto per migliorare la situazione e a partire da quel momento, anche se lui/lei non ha dimostrato alcun segno di collaborazione, sarà subito pronto a recriminarci l’unico attimo in cui perdiamo la compostezza e ricadiamo nella vecchia routine. 

“Non dovevi mangiare sano?”, “Non dicevi che avresti superato la paura di guidare?”, “Bella reazione, non hai detto tu di essere più comprensivi?”. Tutte queste domande portano con sé un rimprovero, anziché un sostegno. Perché succede?

Perché succede?

Per prima cosa, è bene sapere che uno scenario simile è più frequente di quanto sembri e dice di più su chi la esprime che su chi la riceve. Una persona con un emotivamente equilibrata, in pace con se stessa e che magari ha già affrontato un percorso di sviluppo personale, non cercherebbe di ostacolare l’altro.

D’altra parte, è bene sottolineare che il cambiamento non è ben accolto dalle persone che vivono intorno a noi anche quando è a nostro vantaggio. Questo succede perché quando cambiamo, siamo costretti a modificare le dinamiche delle nostre relazioni con gli altri.

Se una persona affetta da dipendenza esce dal giro, il partner perderà la sua posizione di superiorità. Se decidiamo di comunicare in modo rispettoso, smetteremo di essere collaborativi nel conflitto. Di conseguenza, se gli altri non sono disposti a cambiare, i nostri sforzi per migliorare potrebbero non essere apprezzati.

Ragazzo osserva il tramonto di spalle.

Date valore al vostro percorso

Il nostro compito diventa dunque quello di mantenere la calma di fronte alle reazioni dell’ambiente circostante. Non commettiamo l’errore di privarci del nostro diritto di sbagliare.

Se davvero credete nel bisogno di un cambiamento in voi stessi, rispettate la vostra decisione e trovate i vostri tempi per percorrerlo. Non si tratta di essere perfetti, né di diventarlo in un giorno. È giusto fermarsi, girarsi e persino fare qualche passo indietro. La crescita non è lineare, non tutti possiamo raggiungere l’obiettivo allo stesso modo.

Cadere non significa ricadere, un errore non è la fine del percorso né il fallimento del progetto. Date valore ai vostri sforzi: ricordate che se state cercando di diventare migliori, avete sempre il diritto di sbagliare.


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