Il gioco della seduzione secondo la psicologia

Il gioco della seduzione è complesso: a volte è piacevole e divertente, altre invece può essere doloroso e frustrante. La psicologia può aiutarci a conoscere le regole e le variabili del gioco.
Il gioco della seduzione secondo la psicologia
Alberto Álamo

Scritto e verificato lo psicologo Alberto Álamo.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

Contrariamente a quanto credono in molti, il gioco della seduzione non riguarda unicamente la sfera sessuale o erotica. Nella quotidianità si possono verificare delle situazioni in cui, in un modo o nell’altro, dobbiamo “sedurre” qualcuno.

Ad esempio, non cerchiamo forse di sedurre quando siamo ad un colloquio di lavoro o chi viene a vedere una nostra mostra? Sedurre significa anche convincere, persuadere una persona o un gruppo di persone a sceglierci in un determinato contesto o a scegliere un’opzione che a noi interessa.

La parola “seduzione” deriva dal latino seducere, che combina il prefisso se (separazione) con il verbo ducere (guidare, condurre, dirigere); significa, quindi, separare o dirigere qualcuno fuori dalla propria strada o posizione. Questo è il significato originale, ma nel corso della storia a questo termine sono stati attribuiti significati diversi.

È nella Bibbia, nella sua traduzione latina, che il verbo seducere assume una connotazione più concreta, riducendone il significato all’atto dell’inganno o all’occultamento di informazioni per ottenere qualche ricompensa (ad esempio, quando il serpente seduce Eva nel giardino dell’Eden).

In questo articolo, vi parleremo del significato più comune del termine seduzione. Ci riferiamo alla capacità di suscitare attrazione per avere un incontro erotico o stabilire un qualsiasi legame affettivo.

Gioco della seduzione nella coppia

Il gioco della seduzione: sedurre è un gioco?

Assolutamente sì, lo è. Il gioco della seduzione è molto complesso: a volte è piacevole e divertente, altre invece può essere doloroso e frustrante. Ma è un gioco, dunque, la prima cosa da fare è cercare di capirne le regole, i trucchi, i rischi, i limiti e i tempi.

Una volta in possesso di queste informazioni, potremo decidere se giocare o meno, e quale strategia adottare. Se si decide di giocare al gioco della seduzione, è perché si conosce ogni aspetto del gioco e, dopo le dovute riflessioni, si prevede che il piacere e la soddisfazione saranno maggiori del dolore e della sofferenza.

Sedurre non è un gioco a somma zero in cui se “vinci”, l’altra persona “perde”. Piuttosto, potremmo includerlo nei giochi cooperativi: quelli in cui i partecipanti non competono tra di loro e cercano dei vantaggi comuni per tutti. Di fatto, se il gioco della seduzione diventa cooperativo, significa inequivocabilmente che si sta giocando bene.

Oltre ad inquadrare la seduzione nella teoria dei giochi, è importante separarla da alcuni miti che la circondano. La seduzione non è matematica e non né esatta né prevedibile.

Film come Hitch – Lui sì che capisce le donne (2005) hanno rafforzato idee come quelle del guru che dà consigli “infallibili” su come flirtare o sedurre le donne. Questa idea è molto lontana dalla realtà. Quando si seduce, entrano in gioco così tante variabili che è impossibile controllarle tutte.

Quali variabili psicologiche influenzano la seduzione?

Lo studio del comportamento umano ha individuato quali variabili sono determinanti nel gioco della seduzione. Conoscendole, potremmo dare la migliore versione di noi stessi.

Queste variabili sono lontane dall’essere dei suggerimenti che funzionano in qualsiasi contesto o con chiunque. Semplicemente ci dicono cosa entra in gioco durante la seduzione.

Conoscenza di sé e accettazione

Quando conosciamo noi stessi a tutti i livelli, siamo in grado di stabilire dei limiti su ciò che ci piace e ciò che non ci piace, oltre a decidere fino a che punto possiamo spingerci nel gioco.

In alcuni contesti possiamo esprimerci al meglio, in altri non riusciamo a mostrare la nostra versione migliore. Accettarsi per come si è, è un esercizio più difficile di quanto si possa pensare. Ma è necessario quando si tratta di tirare fuori le carte migliori nel gioco della seduzione.

Aspettative

L’aspettativa è una delle variabili che può causare più disagio, incomprensione o confusione. Avere delle aspettative realistiche è un modo per prevenire situazioni spiacevoli ed evitare di soffrire.

Aspettarsi troppo da una relazione, se questa relazione alla fine non si instaura, ci farà sentire frustrati. Allo stesso modo, avere delle aspettative troppo basse ci impedirà di adottare un atteggiamento rilassato e fiducioso.

L’attenzione

Parlando dei processi psicologici di base, l’attenzione ci permette di distinguere ciò che è importante da ciò che non lo è. Quando si tratta di sedurre, questa è una delle prime variabili da prendere in considerazione.

L’attenzione ci permette di focalizzare le nostre risorse cognitive su aspetti come la comunicazione da adottare nei confronti della persona che vogliamo sedurre, le sue caratteristiche fisiche, il suo modo di vestire, il suo stile, ecc. Inoltre, ci fornisce delle informazioni che possono essere rilevanti permettendoci di dare priorità ad alcuni aspetti importanti rispetto ad altri tipi di stimoli.

Percezione

È la capacità che abbiamo di ottenere informazioni attraverso i nostri sensi. Sebbene l’attenzione ci permetta di focalizzare e individuare gli stimoli importanti, la percezione ci consente di elaborarli, di interpretarli e di scegliere il modo migliore per interagire.

Nel gioco della seduzione, solo ciò che percepiamo non è un’opinione. Bisogna dare un significato ai segnali verbali, alla comunicazione non verbale e a quegli stimoli come gli odori che all’inizio non sembrano importanti. Sugli odori, in particolare, si sta sviluppando una vera e propria letteratura, basti pensare agli studi sui feromoni.

Uomo che parla all'orecchio di una donna per sedurla.

Memoria

Non è solo importante ottenere delle informazioni sul nostro partner, ma dobbiamo anche essere capaci di conservare queste informazioni e saperle utilizzare. I modi per conservare queste informazioni danno origine a due principali tipi di memoria:

  • La memoria a breve termine. Ci aiuta quando si tratta di conservare delle informazioni che non saranno più disponibili dopo averle ricevute (a meno che non ci siano degli elementi che le rendano facili da memorizzare). Ad esempio, un numero di telefono o un indirizzo.
  • La memoria a lungo termine. Si può usare questo tipo di memoria per conservare le informazioni relative al giorno in cui abbiamo interagito con una persona. In questo modo, potremmo utilizzarle per un eventuale secondo appuntamento o incontro. Oppure, possiamo recuperare delle informazioni che appartengono al nostro passato e utilizzarle in una conversazione. Ad esempio, se si sta parlando di gusti musicali, potremmo parlare del primo concerto a cui abbiamo partecipato.

Motivazione

Ha a che fare con la quantità di risorse che siamo disposti ad utilizzare per ottenere un risultato specifico. In altre parole, la motivazione esprime il grado di interesse che abbiamo nel fare qualcosa.

Nel gioco della seduzione è conveniente fare un piccolo esercizio di introspezione per sapere quanto siamo motivati ad intraprendere il gioco. Inoltre, dobbiamo assicurarci che stiamo giocando con la persona che vogliamo, nel modo in cui vogliamo e che non ci sia una motivazione diversa da quella che ha a che fare con il gioco stesso. Esistono due tipi di motivazione:

  • La motivazione estrinseca. Riguarda l’interesse che si ha per raggiungere un obiettivo, indipendentemente dal percorso per raggiungerlo. Ad esempio, l’ottenimento della patente di guida o studiare per ottenere un titolo di studio.
  • La motivazione intrinseca. Rappresenta l’interesse per il percorso che bisogna fare per raggiungere un obiettivo, piuttosto che l’obiettivo stesso (imparare a cucinare o leggere un libro, ecc.). Nel gioco della seduzione è consigliabile avere una motivazione intrinseca orientata sul percorso e sul gioco stesso più che sul raggiungimento dell’obiettivo.

Il gioco della seduzione e il ruolo delle emozioni

Non dobbiamo dimenticarci delle emozioni! Sono l’essenza del gioco. All’inizio dell’articolo abbiamo detto che non sempre il gioco della seduzione ci darà piacere, ma non c’è dubbio che ci emozionerà. Se non fosse così, significa che questo gioco non fa per noi.

Inoltre, in quella bilancia ipotetica in cui i vantaggi di giocare sono più pesanti degli svantaggi, le emozioni devono essere, in misura maggiore o minore, sempre presenti. Quando decidiamo di sedurre qualcuno, provare delle emozioni è essenziale per iniziare il gioco.

Il desiderio sessuale o erotico e il gioco della seduzione

Il desiderio sessuale o erotico, concetto complesso difficile da descrivere e con un potere motivazionale molto alto, è strettamente correlato alla seduzione. Sicuramente, non ha molto senso cercare di sedurre qualcuno da cui non siamo attratti sessualmente. Il desiderio è un’altra delle variabili da tenere in considerazione quando vogliamo iniziare il gioco della seduzione. Nello specifico, è una variabile che può determinare il nostro modo di giocare in più modi.

Direzione del desiderio

Quando seduciamo qualcuno, abbiamo un obiettivo specifico. Sul piano erotico, esistono due tipi di strade verso l’obiettivo finale o il soddisfacimento dei nostri desideri.

In questo senso, possiamo parlare di “desiderio di chi”, ovvero rivolto a una persona specifica, senza indagare troppo in profondità ciò che faremo quando avremo raggiunto una relazione intima. (Desideriamo qualcuno e non ci interessa se faremo delle cose o altre in una futura relazione). E poi c’è il “desiderio di cosa”, che si riferisce al desiderio di svolgere una specifica attività erotica; in questo caso il nostro pensiero è più rivolto a come poterla svolgere piuttosto che con chi farla.

Per sedurre, dobbiamo adattare il modo di giocare alla direzione del nostro desiderio erotico.

Il ruolo del desiderio nel gioco della seduzione

Ci riferiamo al modo in cui giochiamo e ai meccanismi comportamentali che utilizziamo per sedurre la persona che desideriamo. Questi ruoli sono determinati dai tratti della nostra personalità. In questo senso, esistono due tendenze:

  • Ruolo attivo. Il soggetto prende l’iniziativa e assume il ruolo del “desiderante”: fa il primo approccio, comunica in modo diretto, loda, adula, ecc. È ciò che i greci chiamavano erastès.
  • Ruolo passivo. Il soggetto assume il ruolo del/della “desiderato/a”. In questo caso la persona seduce ponendosi nella posizione di essere e sentirsi desiderata. È ciò che i greci chiamavano eromenos.
Ragazza che appoggia le mani sul petto del fidanzato per sedurlo. Gioco della seduzione.

La seduzione è una questione di genere?

Il genere è una costrutto sociale che interviene nel gioco della seduzione. È difficile che un ragazzo e una ragazza della stessa età, con la stessa formazione scolastica, con tratti della personalità simili e che vivono nello stessa città, abbiano una storia di seduzione uguale.

Probabilmente, ancora oggi è presente un chiaro riflesso del maschilismo in base al quale il gioco della seduzione è socialmente penalizzante se viene avviato da una donna piuttosto che da un uomo. Questa situazione fa sì che una ragazza abbia paura di sedurre nel modo che ritiene opportuno, soprattutto se è lei che ha una parte attiva nel gioco della seduzione.

Bisognerebbe combattere e sconfiggere questi stigmi arcaici sulla seduzione per equiparare le posizioni. Sia le donne che gli uomini devono poter giocare a questo gioco con le stesse regole.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.