Il lavoro di squadra è preferibile?

Ritenete che è possibile raggiungere i migliori traguardi lavorando individualmente o collaborando fianco a fianco con altri colleghi? La scienza ci dice che, sebbene si incoraggi l'ingegnosità, c'è sempre un'eccezione a questa regola.
Il lavoro di squadra è preferibile?
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 ottobre, 2022

Sherlock Holmes e il dottor Watson. Tom Sawyer e Huckleberry Finn. JRR Tolkien e CS Lewis. Batman e Robin. Fox Mulder e Dana Scully. Il mondo della letteratura, del cinema e della televisione ci ha sempre mostrato che più menti insieme funzionano meglio di una sola. Il lavoro di squadra è quella virtù che, a quanto pare, ci permette di uscire vittoriosi da ogni bivio.

È davvero così vantaggioso unire più menti giorno per giorno per risolvere problemi e sviluppare idee più innovative?

La scienza ci ha dimostrato molte volte che il lavoro di gruppo ha grandi vantaggi. Permette di scambiarsi feedback per formulare proposte e soluzioni più ingegnose.

Tuttavia, il lavoro di gruppo non è sempre facile e, talvolta, ostacola addirittura la produttività perché si scontrano criteri e personalità opposte. Allo stesso modo, non tutti danno il meglio di sé in gruppo e lavorano meglio da soli.

Nel corso della storia, è stato dimostrato il notevole vantaggio delle collaborazioni di gruppo per ottenere notevoli progressi e scoperte.

I lavoratori parlano di quali due persone pensano meglio.
A volte i fattori della personalità rendono difficile il lavoro di squadra.

In quali casi il lavoro di squadra è preferibile?

Nessuno può negare che in molti casi due persone pensano meglio di una. Ricordiamo, per esempio, tutte le coppie che hanno vinto un premio Nobel unendo insieme sforzi e idee. Esempio per eccellenza Pierre e Marie Curie.

Notevoli furono anche le opere congiunte di Georges Braque e Pablo Picasso nel mondo dell’arte o degli scrittori CS Lewis e JRR Tolkien. Fisiologia, medicina, economia, ingegneria… Gran parte della nostra società avanza grazie alla collaborazione di gruppi di persone che ragionano, indagano e lavorano insieme.

Questo significa che la forza del gruppo è sinonimo di successo e vantaggio assoluto? La risposta è no. Devono sussistere molteplici fattori affinché diverse menti raggiungano l’eccellenza e siano veramente produttive.

Lo studio di ricerca della Carnegie Mellon University evidenzia che l’intelligenza collettiva dipende da diversi elementi.

Quando si prendono decisioni, è sempre più vantaggioso avere altre prospettive per poter visualizzare strategie più ampie.

Abilità e competenze

Vi è mai capitato di dover realizzare un progetto con una o più persone con competenze dubbie? Aspetti come le competenze tecniche e trasversali sono fondamentali per il successo di un team.

In altre parole, due persone pensano meglio di una se entrambe padroneggiano l’argomento su cui stanno lavorando e, inoltre, sono in sintonia tra loro.

Allo stesso modo, sarà inutile avere un partner brillante se è impossibile comunicare. La personalità dei membri di un gruppo rappresenta un aspetto altrettanto decisivo affinché vi sia sincronia tra queste menti.

Orgoglio, arroganza, individualismo e la necessità di competere per distinguersi compromettono la possibilità di raggiungere obiettivi elevati come gruppo.

Le regole che regolano il lavoro di squadra

Ogni gruppo sociale composto da due o più persone ha bisogno di regole di interazione di base per raggiungere gli obiettivi prefissati. Questo è un aspetto che spesso trascuriamo.

Anche quando intendiamo realizzare un progetto con un amico o un familiare, è fondamentale definire regole chiare e linee guida di interazione.

Ciò consentirà, tra l’altro, di distribuire equamente i compiti, stabilire i tempi di lavoro, le risorse individuali o i tempi di raggiungimento di ogni obiettivo. Se non siamo d’accordo su regole di base e una strategia chiara, regneranno solo l’improvvisazione e il caos.

Lavoro di squadra.
L’intelligenza collettiva permette di lavorare fianco a fianco con altre persone e ottenere risultati maggiori.

Quando la collaborazione non ha successo

Le evidenze indicano che, in media, due persone pensano meglio di una, poiché ciò si traduce in un numero maggiore di idee e menti più stimolate.

Grandi e piccole aziende lo sanno ed è comune dinamizzare i gruppi, affinché i dipendenti sappiano svolgere il proprio lavoro insieme e non tanto individualmente.

Tuttavia, ed ecco che si presenta il problema, ci sono momenti in cui due, tre o cinque menti non pensano meglio. Alcune circostanze ostacolano il successo collettivo

L’effetto Dunning-Kruger: quando mettiamo insieme un gruppo di incompetenti

L’effetto Dunning-Kruger si verifica quando una persona incompetente sopravvaluta le proprie capacità ritenendole al di sopra della media. Riflettiamo su cosa può significare avere due o più profili di questo tipo in un team di lavoro.

Incompetenza e pigrizia sociale sono elementi che compaiono in molti lavori di squadra: basta un solo profilo perché il resto si senta intralciato.

Due persone pensano meglio di una se i loro approcci si arricchiscono a vicenda

A volte i membri del gruppo sviluppano un pensiero troppo omogeneo e simile. In questo caso non si tratta di persone incapaci, bensì di individui che, per affinità o per compiacersi, evitano di contraddirsi e i loro contributi non sono più così ingegnosi.

Quando si cerca semplicemente il consenso e si smette di ispirarsi e sfidarsi a vicenda, il pensiero non è più innovativo.

Questo è senza dubbio un altro pericolo che deve essere preso in considerazione.  Includere persone con visioni diverse, ma capaci di raggiungere accordi, offre un vantaggio maggiore a un’azienda.

Per concludere, il presente e il futuro richiedono di saper unire sinergie, ingegno e competenze per affrontare sfide comuni. Saper lavorare in gruppo, quindi, risulta un’abilità essenziale.


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  • David Ludden is the author of The Psychology of Language: An Integrated Approach (SAGE Publications).
  • Woolley, A. W., Aggarwal, I., & Malone, T. W. (2015). Collective Intelligence and Group Performance. Current Directions in Psychological Science, 24(6), 420–424. https://doi.org/10.1177/0963721415599543

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