Il nostro peggior nemico siamo noi

Cosa succede quando il nostro modo di pensare o di agire ci trasforma nel nostro peggior nemico? Scopriamolo insieme in questo articolo.
Il nostro peggior nemico siamo noi
Francisco Pérez

Scritto e verificato lo psicologo Francisco Pérez.

Ultimo aggiornamento: 12 gennaio, 2023

Non ci sono dubbi, vivere pienamente e avverare i propri desideri nel percorso verso una “presunta” felicità non è un compito facile. In realtà, si tratta di un viaggio il cui esito è assolutamente incerto e durante il quale a volte diventiamo il nostro peggior nemico. 

Possono sussistere condizioni esterne avverse: economiche, professionali, abitative, ecc. Dall’altro, alcune condizioni personali possono fungere da ostacolo, come soffrire di una malattia, la perdita di una persona cara o la frustrazione di aspettative a cui, in un determinato momento, non si è più in grado di rispondere.

Tutto questo senza scordare che esiste sempre una competizione, più o meno evidente, con altre persone disposte a lottare per raggiungere gli stessi obiettivi. Certamente faranno di tutto per metterci i bastoni tra le ruote. Ma potremmo farlo noi stessi, il nostro peggiore nemico…

Persone che hanno tutto, ma sono infelici

Alcune persone fortunate che vivono in un ambiente favorevole e che, apparentemente, devono superare poche difficoltà per ottenere ciò che desiderano si sentono infelici. Ma se non esistono ostacoli, se tutto fila liscio e la loro vita è agiata in discesa, a cosa si deve questa infelicità? Cosa innesca questa costante insoddisfazione?

Ragazza che abbraccia il cuscino per piangere.

Molte volte si tratta di barriere invisibili agli altri, create e inspessite dalla persona. Anche noi possiamo diventare il nostro peggior nemico se ci giudichiamo in modo sbagliato e costruiamo limiti mentali o rafforziamo atteggiamenti negativi nei confronti degli obiettivi che ci siamo riproposti di raggiungere. Una specie di zavorra auto-imposta di cui pagheremo le conseguenze. E in ogni ambito della vita.

Spesso ciò accade perché viene meno l’amor proprio, ovvero l’amore verso noi stessi. L’autostima crolla sotto i colpi di questo strano gioco psicologico che non ha nulla a che fare con l’egoismo. Non significa pensare: “Sono superiore a tutti e tutto”, al contrario: “Merito lo stesso trattamento e la stessa comprensione che riconosco agli altri”.

L’importanza di giudicarsi con obiettività

Amare se stessi significa riconoscere il proprio valore e considerarsi importanti alla pari degli altri. Per molte persone non è facile, perché non sanno come giudicarsi obiettivamente.

Spesso si ha la tendenza a ingigantire le virtù altrui, perdonando loro qualsiasi difetto o giustificandone i comportamenti sbagliati. Al contrario, si diventa tremendamente iniqui con sé stessi, esigenti e persino crudeli. Se vi riconoscete in questo modo di pensare, ebbene sappiate che siete i vostri peggiori nemici!

Questo comportamento può produrre un’amarezza profonda che porta alla depressione e al comportamento nevrotico. Dobbiamo imparare a valutarci con obiettività e non paragonarci agli altri. Solo in questo modo allontaneremo il nostro peggior nemico dalla nostra mente.

Essere il nostro peggior nemico può essere frutto dell’educazione

In genere questo modo di essere e sentirsi è il risultato dell’educazione e di una maturazione particolare. Il bambino è, per sua natura, egocentrico. Non possiede ancora una coscienza sociale e pensa che tutto intorno a lui gli appartenga e lo riguardi.

Questa idea è corroborata dal fatto che di solito viene messo al centro dell’attenzione: dai genitori, dai nonni, dai cugini più grandi… In seguito, attraverso l’educazione e il contatto con altri bambini, scopre che ci sono molte altre persone intorno a lui. Scopre che anche questi altri individui meritano rispetto e considerazione.

Ma se viene a mancare questo equilibrio, molto probabilmente da adulto sarà incapace di giudicare sé stesso e gli altri in modo obiettivo. Nel confronto con amici e colleghi, annullerà i propri meriti e qualità per non mancar loro di rispetto e spinto da un’umiltà eccessiva, molto rigida e probabilmente favorita da credenze morali e religiose.

Oppure, nel caso contrario, per evitare rimorsi e sensi di colpa, giudicherà in negativo gli altri favorendo comunque un atteggiamento interiore mai sinceramente soddisfatto.

Uomo ansioso che pensa con le mani unite.

Come smettere di essere il nostro peggior nemico

Per sconfiggere il nostro peggior nemico, il primo passo è renderci conto del problema. Dobbiamo osservare il nostro comportamento quotidiano e le dinamiche dei nostri pensieri. Scopriremo così che, diverse volte al giorno, ci priviamo di piccole soddisfazioni pensando, erroneamente, che non ci appartengono né le meritiamo.

Iniziamo da qui, riconoscendo le nostre capacità e i piccoli risultati ottenuti ogni giorno grazie ai nostri sforzi. Forse, senza accorgercene, un giorno riusciremo a incanalare questa soddisfazione trasformandola nella motivazione che per ora ci manca, ma che ci permetterà di raggiungere ciò che desideriamo (e che meritiamo).


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