Il silenzio dosato: una forma di manipolazione
Il silenzio dosato può essere una forma di aggressione passiva. Viene definito come una manipolazione calcolata della comunicazione, nella quale il silenzio gioca un ruolo fondamentale venendo usato come forma di controllo nei confronti di un’altra persona. Non sempre si può manipolare attraverso le parole, a volte si deve ricorrere al silenzio. Si tratta di una tattica molto dannosa, che permette a chi la usa di contare su una maschera molto più camaleontica.
Viene chiamato silenzio dosato perché non è costante, come quando qualcuno ci ignora o smette di parlarci. In questa forma di manipolazione viene mescolato l’incontro con il disaccordo, l’espressione con la sua negazione. Tutto ciò viene condotto in maniera del tutto arbitraria. È il manipolatore che decide il ritmo della comunicazione alla ricerca dei suoi interessi, mentre l’interlocutore è visto solo come uno strumento per raggiungere lo scopo.
“Le bugie più crudeli sono spesso dette in silenzio”
-Robert Stevenson-
Poiché il silenzio è una forma di espressione molto ambigua, il risultato è quello di confondere o preoccupare la vittima. Non sa cosa pensare e perde molto tempo, oltre che energia emotiva, cercando di capirne il motivo. Si sente insicura e arriva a dubitare di tutto. Molte volte è convinta di essere lei il problema, non sa come interpretare quei silenzi e finisce per darvi un’importanza eccessiva.
Come si manifesta il silenzio dosato?
Il silenzio dosato si manifesta in molti modi. Uno dei più comuni si produce quando il manipolatore aspetta che sia l’altra persona a parlare. Non si tratta di una cortesia, lascia parlare semplicemente per sondare, per ottenere informazioni su di noi e studiarci.
Allo stesso modo fate attenzione, non tutti quelli che ci lasciano parlare per primi stanno cercando di manipolarci. Per trattarsi di manipolazione, quest’atteggiamento deve manifestarsi in modo costante, intenzionalmente e non corrisposto. Il manipolatore tende a parlare poco di sé, o a farlo in modo evasivo.
Un altro modo con il quale si palesa il silenzio dosato è interrompere all’improvviso la comunicazione, per poi riprenderla con la stessa imprevedibilità. Il manipolatore in questo caso smette, senza nessuna spiegazione, di rispondere a telefonate o messaggi, per poi riapparire all’improvviso come se nulla fosse successo. Se gli domandiamo il motivo della sua distanza, ci dirà che è tutto a posto, che si tratta solo di una nostra impressione.
Allo stesso modo, vi è silenzio dosato quando si impone censura su alcuni argomenti, senza fornire spiegazioni in merito. Semplicemente, quando si tocca un determinato argomento, l’altra persona evade il discorso o non vuole fornire dettagli. Questo atteggiamento viene applicato ad argomenti di rilevanza per entrambe le parti. L’aspetto negativo è che questa censura avviene in modo sistematico e senza una spiegazione.
Infine, un’altra forma molto comune di silenzio dosato è non parlare di un certo argomento perché si ritiene sia meglio che l’altro non ne venga a conoscenza. Questa tecnica si applica su argomenti che riguardano direttamente l’altra persona, con l’intento di nasconderle delle informazioni. Questa tecnica viene spesso definita come “rendersi interessanti”, ma è una definizione fuorviante.
La parola è potere, il silenzio pure
Ciò che distingue un silenzio manipolatore da un silenzio spontaneo è l’intento. Chi fa affidamento su queste strategie di silenzio, lo fa con l’obiettivo di controllare l’interlocutore. Sa benissimo di generare sconforto, di proiettare insicurezza ed è proprio questo il suo scopo. Trincerandosi dietro il silenzio, lascia l’interlocutore senza strumenti per affrontare la situazione.
Non va confuso il silenzio manipolatore con la timidezza. Non tutti hanno la capacità di comunicare spontaneamente: c’è chi ha bisogno di tempo e comprensione per esprimere i propri sentimenti per colpa della timidezza, dell’insicurezza o della mancanza di confidenza. Eppure, il suo proposito non è quello di controllare gli altri, ma di proteggere se stesso.
Il silenzio dosato si distingue per l’effetto che reca all’interlocutore. Viene alternato ad una comunicazione apparentemente “normale”. Si tratta di un’assenza di parole che dà la sensazione di nascondere qualcosa. In quanto indiretto, difficilmente lo si può fare notare, per non rischiare di fare la figura dei paranoici o fantasiosi. Tuttavia, può essere estremamente dannoso a livello relazionale e, soprattutto, per il diretto interessato.
Questa forma di silenzio può risultare aggressiva, specialmente per la sua tendenza a spingere la comunicazione su un terreno fangoso. In un tale contesto i fraintendimenti e le congetture sono all’ordine del giorno. L’abuso del silenzio, in questo caso, difficilmente viene allo scoperto, se non negli effetti causati. Se chi lo attua, nonostante gli si sia fatto notare il suo atteggiamento, insiste nel perpetrate questa pratica pericolosa, non resta via d’uscita se non un netto rifiuto ed una presa di distanza.
Immagini per gentile concessione di Pablo Thecuadro