Intelligenza estetica, percepire il bello

L'intelligenza estetica permette di cogliere la bellezza dove altri non vedono nulla. 
Intelligenza estetica, percepire il bello
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Scritto Sonia Budner

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

Perché una cosa appare estremamente bella agli occhi di alcune persone, ma sembra priva di qualsiasi bellezza per altre? Sono molte le occasioni in cui si vede la bellezza lì dove altri non vi riescono.Questo fenomeno è denominato intelligenza estetica, ovvero cogliere la bellezza dove altri non vedono nulla. 

Il concetto di bellezza non è per nulla facile e sono molti i pensatori e i filosofi che hanno provato a definirlo. È un modello estetico? Una combinazione di colore e forma? Un sentimento? Frutto del piacere spirituale? Il filosofo e psicoterapista italiano Piero Ferrucci, con la sua teoria dell‘intelligenza estetica, ci propone una spiegazione del concetto di bellezza a partire dalla bruttezza e degli effetti che ha su di noi.

La violenza contro gli animali, il maltrattamento infantile, le guerre, le catastrofi e i danni alla natura. A volte è necessario guardare in faccia la bruttezza distruttiva per poter capire la bellezza e scrollarle di dosso il significato più superficiale, sentimentale o ambiguo. Qualunque cosa essa sia, la bellezza sembra possedere uno straordinario potere curativo per l’anima.

L’intelligenza estetica è un modo di capire il bello

Esiste il dubbio sul perché alcune persone possano trova estremamente bello qualcosa mentre altre non riescono a vedervi alcuna bellezza. In molti casi alcuni vedono la bellezza dove altri non riescono a trovarla. Si chiama intelligenza estetica, ovvero la capacità di percepire una bellezza non apprezzata da altri.

Secondo la teoria dell’intelligenza estetica, esistono tre componenti principali che definiscono il grado di percezione estetica: il grado di estetica, la profondità dell’esperienza e la capacità di integrare la bellezza. Queste tre variabili si presentano in termini e gradi diversi in ciascuno di noi.

Mano con piuma

Il grado di estetica

Chi possiede un grado di estetica più ampio riesce a cogliere la bellezza in più situazioni. Ad esempio, persone che vedono la bellezza non solo nella musica, ma anche nella poesia, nel cinema, nei paesaggi, nell’arredamento di una casa o nel suono della pioggia sul soffitto.

Queste persone sono capaci di percepire la bellezza in moltissime situazioni semplici della vita quotidiana. Questo modo di capire la bellezza non è comune a tutti, anzi, è più diffuso un tipo di percezione della stessa più generale e legato soltanto all’aspetto fisico della gente.

La profondità dell’esperienza

L’esperienza percettiva della bellezza può variare da persona a persona. Può “sfiorare” appena alcune persone, che la riconoscono, ma non si lasciano trasportare da essa. La vivono come qualcosa di “esterno” che non influisce su di loro in maniera significativa.

Al contrario, le stesse qualità possono avere un effetto molto intenso su altre persone. Ci sono momenti in cui la bellezza si impossessa del nostro essere, fino a opprimerci o farci provare sentimenti intensi e difficili da spiegare. Non riusciamo a spiegare come ci sentiamo, la sensazione di piacere è molto intensa.

La capacità di integrare la bellezza

Integrare la bellezza percepita spiega perché esistono bellezze che “toccano” e bellezze che “cambiano”. Parliamo di integrazione quando la bellezza non si limita a toccarci, ma altera il nostro pensiero. 

“Posso lasciare che (la bellezza) non solo mi emozioni, ma che mi cambi in maniera duratura: cambia il mio modo di pensare, continua a operare in me, influenza il mio modo di entrare in rapporto con gli altri, di agire sul mondo, persino la mia relazione con il pianeta in cui viviamo. Vedo e sperimento le connessioni che un’esperienza del bello ha con tutti gli ambiti della mia vita.”

-Piero Ferrucci-

L’esperienza della bellezza arricchisce le nostre vite

Il concetto di intelligenza estetica mette in luce un dato evidente: le persone con un grado estetico più stretto vedono un mondo più povero e ristretto e hanno una personalità meno flessibile. Sembra esistere una relazione tra questa caratteristica e la capacità di adattarsi ad ambienti e circostanze nuove, avendo in questo caso più difficoltà a gestire il cambiamento.

Occhio e arcobaleno

Al contrario, le persone con un grado estetico più ampio sviluppano personalità più curiose, più inclini ad apprendere e ad accogliere nuove idee e progetti, oltre ad avere una grande capacità di stupirsi e divertirsi imparando. Sono molto più flessibili nei confronti delle circostanze, degli altri e di sé stesse. Hanno maggiori capacità di rapportarsi con gli altri, maggiore autostima e uno spirito vitale più intenso.

Per molte persone, circondarsi di bellezza è vitale e necessario per la felicità. Piero Ferrucci, nel suo libro La bellezza e l’anima, assicura che la privazione della bellezza può essere causa di depressione, inquietudine, aggressività e una profonda sensazione di futilità.

“Si può vivere senza giustizia, senza verità e senza bellezza. La domanda è se varrebbe ancora la pena vivere.”

-Carlos Fernández Liria-


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